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Racket al mercato, presidente Amiu
in procura: Diomede non licenziabile

 
Racket al mercato, presidente Amiuin procura: Diomede non licenziabile

il racket (non solo) a carrassi Il presidente al pm: noi e la H2O obbligati da clausole di salvaguardia sociale

Sabato 20 Febbraio 2016, 13:06

isabella maselli

L'assunzione del boss Franco Diomede nell'Amiu prima e poi nella società che gestisce i bagni pubblici di Bari per conto della Municipalizzata non poteva essere evitata. O almeno questo è quello che avrebbe spiegato agli inquirenti il presidente dell'Amiu, l'avvocato Gianfranco Grandaliano, convocato ieri pomeriggio in Procura nell'ambito dell'inchiesta che ha portato giovedì all'arresto di cinque persone, fra le quali lo stesso Diomede, accusate di estorsioni ai commercianti del quartiere Carrassi.

Il presidente dell'Azienda municipalizzata barese dell'igiene urbana, che si occupa della raccolta di rifiuti, è stato convocato dal Pm antimafia Roberto Rossi per spiegare proprio tempi e modalità di quella sospetta assunzione. Come è possibile, si sono cioè chiesti gli inquirenti, che un pluripregiudicato sia stato assunto in una Municipalizzata senza che la sua posizione fosse segnalata alle autorità competenti?

Dagli accertamenti della Squadra Mobile, coordinati dalla magistratura barese, Diomede risulta infatti un ex dipendente dell'Amiu, poi assunto dall'azienda H2o alla quale la municipalizzata ha affidato nel luglio 2014 il servizio di pulizia e gestione dei bagni pubblici. Sulla vicenda gli inquirenti stanno eseguendo accertamenti, per capire come e quando sia stato assunto il pluripregiudicato barese che, dal bagno nei pressi della Chiesa russa dove svolgeva servizio, avrebbe continuato, stando alle indagini della Direzione antimafia, a costringere i commercianti a pagare soldi e spesa.

«Soggetto di elevata caratura criminale» lo definisce l'Antimafia barese nell'ordinanza d'arresto che lo ha portato nuovamente in carcere due giorni fa.

Diomede, infatti, ha una storia criminale di tutto rispetto iniziata nel lontano 1993, soprattutto con precedenti penali relativi proprio al reato di estorsione (per il quale ha anche scontato già una condanna definitiva a 5 anni di reclusione). Ma Diomede ha numerosi altri precedenti, per lesioni personali, per detenzione illegale di armi, per acquisto, detenzione e spaccio di droga, per traffico di stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale, oltre alla continua violazione della sorveglianza speciale. Nell'aprile 2005 la prima indagine a suo carico per estorsione e anche in quel caso gli inquirenti ricostruirono le medesime modalità che lo hanno portato in cella adesso: «al rifiuto della vittima di consegnargli la somma di 5mila euro e di montargli a titolo gratuito una porta blindata presso la sua abitazione, per far proseguire, alla moglie lo svolgimento dell’attività di commerciante con tranquillità di un negozio di abbigliamento, la vittima ha dovuto tollerare ripetuti acquisti di merce, di 500 euro per volta, senza ricevere da Diomede il corrispettivo di quanto dovuto», inducendo infine i due, nel 2004, a chiudere definitivamente l’attività commerciale.

Solo un anno più tardi, tornato di nuovo libero, ancora estorsioni, questa volta a cantieri edili. Una carriera criminale che, secondo la magistratura barese, «manifesta l’assoluta inadeguatezza di qualunque misura coercitiva basata sull’autocontrollo».

Eppure da uomo libero, tra una carcerazione ed un'altra, lavorava per una Società collegata ad una municipalizzata.

Il presidente Grandaliano, a quanto si è appreso, ha spiegato i passaggi di quella assunzione. Diomede, infatti, era inizialmente un lavoratore assunto dall'azienda Splendid. A scadenza del contratto, nell'ottobre 2013, l'Amiu, con una apposita delibera del Comune basata su una clausola sociale, ha assorbito tutti i lavoratori di quella ditta fino a nuovo bando. Il servizio è stato poi affidato con gara, nel luglio 2014, all'azienda H2o che, sulla base della stessa clausola, ha dovuto assorbire nel proprio organico tutti i lavoratori. Tra questi anche Diomede che né l'Amiu e nemmeno l'H2o avrebbero potuto escludere dall'elenco dei lavoratori.

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