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Sla, sì del tribunale di Potenza
al farmaco sperimentale Usa

 
Sla, sì del tribunale di Potenza  al farmaco sperimentale Usa

un 42enne di Senise (Potenza), a cui il tribunale di Potenza ha autorizzato di utilizzare un farmaco sperimentale assemblato da ricercatori statunitensi. Un 42enne di Senise sarà il quinto italiano a sottoporsi alla terapia innovativa del Gm604, testato negli Usa su dodici pazienti, ottenendo risultati apprezzabili

Mercoledì 17 Febbraio 2016, 12:26

di Massimo Brancati

SENISE - «Gli hanno concesso una speranza. E per chi, come lui, è malato di sclerosi laterale amiotrofica, non resta che quella». Così l’avvocato Fabio Trapuzzano parla della vicenda del suo assistito, un 42enne di Senise (Potenza), a cui il tribunale di Potenza ha autorizzato di utilizzare un farmaco sperimentale assemblato da ricercatori statunitensi.

Sarà il quinto italiano a sottoporsi alla terapia innovativa del Gm604, testato negli Usa su dodici pazienti, ottenendo risultati apprezzabili: «L’unico farmaco riconosciuto dal servizio sanitario - spiega il legale - si chiama Rilutec, ma è poco più che un placebo. Tutt’al più è in grado di prolungare la sopravvivenza di tre mesi. Il Gm604 promette di rallentare o addirittura «arrestare» la terribile malattia». Malattia che non solo provoca gravi problemi di deambulazione ma trasforma in un’«impresa» anche la sola respirazione. La Sla è una gravissima patologia neurodegenerativa che colpisce circa 5.000 persone all’anno e conduce alla morte, in media, nell’arco di 4-5 anni. «Da tempo - sottolinea l’avvocato Trapuzzano - mi occupo di diritto all’assistenza obbligatoria per i malati e, in particolare, di farmaci per questa malattia, avendo ottenuto per molte persone affette da Sla (circa un centinaio) sino a 6-7 anni fa, un altro farmaco americano, l’Igf1bp3, poi divenuto irreperibile. Quel farmaco ha funzionato in un trenta per cento dei casi, rallentando l’evoluzione della malattia in maniera più o meno significativa. Il Gm604 - conclude il legale - è un fattore di crescita neuronale e dovrebbe assicurare maggiori benefici, ma ovviamente tutto è da verificare su un campione più significativo di ammalati».

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