Massimiliano Scagliarini
BARI -Un gruppo di persone, 24, i cui cedolini paga non erano accessibili dall’ufficio del personale ma venivano gestiti a parte, da un’altra struttura. Perché? Perché ciascuno di loro poteva contare su assegni ad personam di tutto rispetto: da 100 fino a 4mila euro al mese oltre lo stipendio tabellare. Alle Ferrovie Sud-Est succedeva anche questo: da febbraio i «privilegi» sono stati cancellati.
In gergo aziendale, i 24 fortunati (e gli undici dirigenti) venivano definiti «codice 101». L’attività di verifica portata avanti dai consulenti di Deloitte ha fatto emergere l’anomalia, difficilmente spiegabile se non con la volontà di favorire qualcuno a discapito della generalità dei dipendenti. Per dire: i «101» non dovevano comunicare nemmeno le presenze, se non al preposto alla gestione del loro ruolino.
L’ultimo assegno ad personam è stato erogato a gennaio. Da febbraio, il commissario Andrea Viero ha chiesto una rinuncia volontaria che è stata immediatamente concessa ed i 24 sono diventati «codice 201», cioè dipendenti trattati come tutti gli altri. Anche perché dopo la cancellazione degli accordi di secondo livello, i 1.300 addetti della società ministeriale hanno tutti dovuto rinunciare a un bel pezzo di retribuzione.
Tra gli assegni ad personam più alti, che portavano lo stipendio totale a oltre 6.500-7.000 euro lordi più i rimborsi spese, quello dell’autista che per anni ha accompagnato l’ex amministratore unico Luigi Fiorillo e l’ex direttore del personale Larocca. Ufficialmente, si trattava di un operaio specializzato che era incaricato di fare su e giù tra Bari e Roma anche più volte a settimana. Le auto di servizio, peraltro, hanno accumulato ogni anno circa 40mila euro di multe e circa 50mila euro per spese di gasolio: chissà quanto correvano. C’era poi chi poteva contare su una indennità di reperibilità, che nel caso di un ex dirigente arrivava a 300 euro al giorno lordi sommati allo stipendio. Ma c’è anche il caso di alcuni impiegati che hanno ottenuto una promozione con relativo assegno ad personam il 23 novembre, cioè il giorno delle dimissioni di Fiorillo: anche questi sono stati revocati.
Come primo atto della gestione commissariale, Viero era già intervenuto sugli stipendi degli 11 dirigenti (alcuni dei quali, a loro volta, beneficiavano dell’assegno ad personam): il risparmio previsto è di circa un milione di euro l’anno. Poi è stata la volta della contrattazione integrativa del personale, che l’azienda ha disdetto con la promessa di fissare parametri diversi che valorizzino la produttività. Ora il taglio dei privilegi «nascosti» nelle pieghe di un’azienda che ha ancora troppi angoli oscuri. E che ha ottenuto dal governo anche il regalo di un emendamento al Milleproroghe con cui si sterilizzano istanze di fallimento e decreti ingiuntivi: una norma di dubbia costituzionalità, pensata per consentire alle Sud-Est di incassare i 70 milioni di contributo straordinario. Soldi che però, conti alla mano, rischiano di non bastare.