L’ennesima stranezza del caso Claps. Per lungo tempo l’Inghilterra ha mostrato insofferenza alle richieste di estradizione con l’obiettivo di farlo partecipare alle udienze in Italia. E ora all’improvviso deciderebbe addirittura di chiederne il trasferimento oltre confine. Di rispedirlo al mittente. Il Regno Unito, insomma, si vorrebbe liberare di Danilo Restivo, rinchiuso nel carcere d’Oltremanica dove sta scontando 40 anni per l’omicidio della sarta Heather Barnett. Le autorità britanni che - stando a quanto riportato ieri da Libero - avrebbero avviato l’iter burocratico per ri spedire in Italia l’uomo che è anche accusato di aver ucciso Elisa Claps, delitto per il quale è stato condannato a 30 anni in Appello.
La decisione pare aver colto di sorpresa gli stessi legali di Restivo. L’avv. Alfredo Bargi, contattato ieri dalla Gazzetta, ha preferito non sbilanciarsi in com menti: «Per me - dice - è una procedura com pletamente nuova. La collega che vive in In ghilterra, Gabriella Bettiga mi ha solo detto che si tratta di un’iniziativa del Ministero dell’Interno che deve passare dall’autorità giudiziaria. In prima battuta ci siamo opposti alla deportazione perché non capiamo a cosa tende, a cosa mira tutto questo. Sto aspettando il fascicolo e i documenti che riguardano il caso per poi esprimere un giudizio compiuto e det tagliato». Ma da dove nasce questo desiderio di li berarsi di Restivo? Sulla scia di polemiche relative a casi di criminali stranieri usciti dal carcere e di nuovo ospitati dalla comunità inglese, nel 2007 è stato stabilito che la «de portazione» scatti automaticamente a pena scontata per coloro che provengono dai Paesi europei.
Restivo, come dicevamo, deve ancora scontare 38 anni. E allora? Una procedura che vada oltre le regole di base è prevista dal ministero dell’Interno - detto Home Office - ma solo in caso di gravi reati e motivi di sicurezza nazionale, ordine pubblico e salute pubblica. Da una parte, dunque, Restivo è lontanissimo dall’aver espiato la condanna, dall’altra continua a rimanere chiuso in una cella del car cere di massima sicurezza e non si capisce come possa rappresentare un pericolo per la comunità o, addirittura, per la sicurezza dell’Inghilterra. Considerazione che l’avv. Bargi traduce in perplessità: «Ecco perché - aggiunge - non capisco dove le autorità britanniche vogliano andare a parare».
Secondo le anticipazioni di Libero, l’iter di richiesta della «deportazione» ha già vissuto un primo passaggio davanti al tribunale dell’immigrazione. La prossima udienza, quel la che dovrebbe essere definitiva, è prevista per il mese di aprile. L’avv. Giuliana Scarpetta, legale della famiglia Claps, mostra tutto il suo scetticismo: «Può essere la “trovata” di qualcuno architettata per smuovere le acque in vista dell’appuntamento in Cassazione. Non capisco perché l’Inghilterra, che ha condan nato Restivo per un omicidio commesso nel suo territorio, dovrebbe pensare di rispedir celo in Italia. Quando ce l’hanno consegnato per il processo abbiamo faticato le proverbiali sette camicie per averlo in udienza».