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Nude davanti allo smartphone per vendicarsi dei fidanzatini

 
Nude davanti allo smartphone per vendicarsi dei fidanzatini

Mercoledì 22 Gennaio 2014, 09:08

03 Febbraio 2016, 04:18

di EUSTACHIO CAZZORLA

MONOPOLI. - Lui che tocca lei. E poi foto di ragazzine nude di fronte allo specchio del bagno di casa. Le porno foto delle studentesse hanno fatto rumore: non si parlava di altro nelle scuole e in città. Monopoli ieri si è risvegliata attonita, morbosa e paradossalmente moralista, con tanta insana curiosità davanti al semplice caffè del mattino. La vicenda delle studentesse diciassettenni e del fidanzatino sedicenne immortalato in scene degne di un film porno, ha fatto riprecipitare la città nell’ombra della vergogna proprio come 10 anni fa quando fu Sesya (questo il nome d’arte) a dare scandalo. Allora da internet la vicenda approdò nei cd che circolavano di mano in mano. Questa volta la tecnologia ha fatto un passo avanti.

La storia di quelle che sarebbero ben 12 ragazzine e un fidanzatino, è partita non da un sito internet pornografico, ma da una messaggistica «chiusa» nella ristretta cerchia di amiche che su whatsapp (sugli smartphone e tablet) si autodefinivano «trombamici» o giù di lì. Una sorta di gara a chi si metteva quanto più in mostra come natura crea, che nel vorticoso crescere di questo gioco mediatico ristretto, ha poi superato i confini dell’anonimato per un errore o per una ripicca fra fidanzatini con tanto di vendetta hardcore.

«La verità è che in questo mondo la comunicazione è diventata gestibile sul palmo di una mano. In questo caso è stato messo in pratica il fenomeno, purtroppo dilagante, dell’autogossip – spiega la psicoterapeuta Elisa Gambino -. Il peggio è che si tende ad equiparare gli atti intimi di natura sessuale ad azioni banali come il sorso di un banalissimo caffè. È opportuno un intervento costante degli educatori, sia a scuola che in famiglia, che ridia il senso. E che si facciano intendere i dovuti distinguo tra vita pubblica e privata».

E a scuola sarebbe stato diffuso anche un avviso a tutti coloro che hanno ricevuto le foto oggetto dello scandalo affinché le distruggano e quindi non continuino ad alimentare questa catena morbosa di comunicazioni e per evitare conseguenze giuridiche visto che della questione, dopo la denuncia di sabato scorso, da parte del genitore della ragazza ripresa nel video, è stata interessata la procura per i minori di Bari. Le indagini sono a cura degli agenti del locale Commissariato di polizia diretto dal vicequestore Fabio Caprio che mantiene uno strettissimo riserbo sulla vicenda.

Da altre fonti si apprende come la presenza della polizia a scuola sarebbe più costante, anche in borghese, come per dare un maggiore senso di tranquillità all’ambiente e nel tentativo di capire di più della vicenda. Quasi a voler evitare che lo scandalo si ripeta. «È un momento molto delicato – specifica la Gambino -. È necessario che questi giovani trovino in sé delle risorse psicologiche per reagire. Se così non fosse è opportuno che siano affiancati da educatori e psicologi che li aiutino a prendere coscenza della reale dimensione del danno che principalmente hanno fatto a loro stessi». Potremmo parlare di un involontario autolesionismo mediatico, alla loro privacy «non hanno dato importanza alla tutela della propria persona ma adesso devono prendere coscienza anche del diritto a poter sbagliare e alla possibilità di ravvedersi».

Don Michele Petruzzi, parroco del Sacro Cuore e direttore Caritas diocesana specifica «non c’è da colpevolizzare o giudicare nessuno, noi adulti dobbiamo pensare a un intervento educativo. Dobbiamo prendere sul serio queste cose e fare una proposta seria ai ragazzi per vivere al meglio la propria affettività e corporeità». «Internet ha creato un vuoto nel dialogo fra gli adulti e gli adolescenti che adesso va colmato» dice un genitore che vuole restare anonimo. I protagonisti di questa situazione vorrebbero cambiare scuola, aria. Altrove delle studentesse hanno deciso di posare nude per un calendario in difesa della violenza sulle donne.
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