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Genetica - Un milione e mezzo di cinesi figli dello stesso padre: Genghis Khan

 

Mercoledì 26 Ottobre 2005, 12:32

06 Novembre 2024, 16:51

ROMA - Fecondità, prolificità e attitudine sessuale sono doti che abbiamo tutti, in misura più o meno accentuata. Ci sono alcune persone però che ce l'hanno più marcata degli altri, in maniera talmente forte da trasmetterla anche alla propria discendenza, tanto da creare una vera e propria enclave nel corso dei secoli. E' quello che ha fatto Giocangga, vissuto nel 1500 e avo della dinastia Quing, che ha regnato sulla Cina per circa 400 anni e che, secondo uno studio pubblicato sull'American journal of Human Genetics, sarebbe il «padre comune» di ben un milione e mezzo di uomini del Nord della Cina e della Mongolia. Una scoperta fatta osservando il cromosoma Y, trasmesso, quasi intatto di generazione in generazione.

Una simile conclusione era già stata raggiunta in un controverso studio del 2003, secondo cui circa 16 milioni di uomini attualmente viventi discenderebbero da Genghis Khan, il mitico conquistatore della Mongolia. Come riferiscono gli studiosi, i discendenti maschili di Giocangga, i figli e i nipoti di Genghis Khan, governarono su spazi immensi, conducendo un'esistenza lussuosa con molte mogli e concubine al seguito, dando così vita a una buona strategia per il successo riproduttivo.
Per documentare la notevole prolificità di questi conquistatori, sono state condotte analisi genetiche e storiche. L'elemento che ha dato più informazioni è stato il cromosoma Y, conservato nelle cellule di ogni uomo e che si trasmette costantemente di padre in figlio per generazioni, rivelandosi un marcatore stabile della linea genetica maschile dei progenitori.
I ricercatori del Wellcome Trust Sanger Institute di Hinxton in Gran Bretagna hanno esaminato circa mille uomini dell'Asia orientale, mettendo a confronto le sequenze del Dna di persone di posti diversi e scoprendo forti somiglianze nel cromosoma Y del 3,3% di queste persone. Questa somiglianza genetica suggerisce che tutti questi uomini abbiano in comune un antenato maschio vissuto circa 600 anni fa che, secondo ricerche storiche, dovrebbe essere Giocangga, il cui nipote condusse i Manchu alla conquista della Cina nel 1644 imponendo il dominio della dinastia Qing. Una numerosa progenie di nobili, discesa da Giocangga, regnò poi sulla Cina fino al 1912, perpetrando le antiche tradizioni del loro avo, particolarmente dedito al concubinaggio. A supporto di questa teoria, gli scienziati hanno visto che i Manchu nell'esercito si sono uniti solo con alcuni gruppi etnici, quelli dove è stata riscontrata la maggior frequenza del cromosoma Y di Giocangga. Solo il cromosoma Y di Genghis Khan, presente nel 2,5% degli uomini, gli si avvicina per diffusione.

«Questo tipo di studi - spiega Pier Giuseppe Pelicci, direttore del dipartimento di Oncologia sperimentale dell'Istituto europeo oncologico (Ieo) di Milano - sono una cosa buona e saranno sempre più frequenti, grazie alla rapidità delle tecniche e all'abbassamento dei costi. In questo caso siamo di fronte a una persona con un buon cromosoma Y e molto attiva sessualmente, tanto da dare origine ad una vera e propria colonia. Un'attitudine che ha trasmesso anche ai suoi discendenti, ugualmente dediti al concubinaggio multiplo. Ma si tratta di un fenomeno che potrebbe accadere a qualsiasi uomo con un simile comportamento. Se poi sia una tecnica vantaggiosa dal punto di vista riproduttivo, è tutto da vedere. La trasmissione di una linea genetica maschile unica - conclude - infatti porta ad un impoverimento del patrimonio genetico, non certo ad un arricchimento».

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