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Contro le moto d’acqua è ormai guerra aperta

 
Contro le moto d’acqua è ormai guerra aperta

Lunedì 11 Luglio 2011, 11:21

02 Febbraio 2016, 23:32

BRINDISI - Controlli a tappeto, per la sicurezza dei navigatori e bagnanti, e nel mirino finiscono gli indisciplinati alla guida di acquascooter delle località balneari sampietrane e torchiarolesi. Comincia così il duro lavoro delle Capitanerie di Porto, Carabinieri, Polizia, e Guardia di Finanza impegnati a controllare che in mare la regole vengano rispettate. Da tutti. Bagnanti compresi. Quest’anno, anche sulla marina di Campo di Mare, nel mirino sono finite le moto d’acqua. Ed è di due giorni fa la notizia che la Sezione Sezione Operativa Guardia di Finanza di Brindisi, in collaborazione con la locale Tenenza ha controllato le moto d’acqua, diportisti e centauri del mare, in particolare guerra ai pirati delle moto d'acqua. 

Per la verità le motovedette delle forze dell’ordine non hanno mai smesso di pattugliare le coste, elevando multe e costringendo chi non rispetta il codice della navigazione a più miti consigli. Ma da un paio di giorni si fa ancor più sul serio. Tuttavia, mentre è facile raggiungere e controllare un gommone o uno yacht, le moto d’acqua, se condotte in modo poco attento sono una vera e propria spina nel fianco. Un po’ come le meduse che possono colpire quando meno te lo aspetti, e coloro che non se lo aspettano, di solito sono i bagnanti. Naturalmente non bisogna generalizzare. Le moto d’acqua possiedono un incredibile fascino, sono veloci, piccole, e ispirano qual senso di libertà che in città è difficile provare. Quindi, dopo un primo periodo di deregulation si è corso ai ripari ed il codice della navigazione stabilisce che per condurre una moto d’acqua occorre essere maggiorenni ed aver conseguito la patente nautica indipendentemente dalla potenza del motore. 

E qui è il punto: la norma si è resa necessaria, perché lo scooter marino, anche se di cilindrata modesta, ha propulsori in grado di scatenare al galoppo uno squadrone di cavalleria. In alcuni modelli denominati Runabout la cilindrata può arrivare fino a 2.800 cc in grado di raggiungere la velocità di oltre 100 km/h, ovvero poco meno di 60 nodi. Va da sé che la moto d’acqua è un giocattolo da manovrare con cura, anche perché la risposta del motore alla manetta del gas è rapidissima grazie anche al ridotto rapporto peso/potenza. Gli acquascooter hanno, rispetto alle altre imbarcazioni, un vantaggio in termini di sicurezza: la propulsione è ad idrogetto, questo vuole dire che sono prive di eliche, particolare non indifferente considerata l’alta probabilità di venir disarcionati e cadere in acqua. Per quanto riguarda le regole, sono quella previste da codice della navigazione per tutte la imbarcazioni, ovvero la velocità di ingresso e di uscita in porto o dai corridori di lancio non può superare i tre nodi, mentre quando ci si trova ad una distanza dalla costa inferiore a mille metri la velocità non può superare i dieci nodi. Nelle zone di balneazione occorre tenere una distanza dalla spiaggia superiore a 200 metri. Come sulla strada la precedenza, in caso di rotte opposte è a dritta, ovvero a destra. Quanto alla dotazioni di sicurezza è obbligatorio indossare il giubbotto di salvataggio, anche per un eventuale passeggero, una buona precauzione è il casco. Perché l’acqua, sembra morbida come una nuvola, ma se si cade male diventa dura come il marmo. La bussola è indispensabile come pure un telefonino - magari con capacità di rilevare il posizionamento via satellite - , protetto da un custodia impermeabile per chiamare aiuto in caso di pericolo. [Giuseppe De Marco]
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