BARI - Vito Lorusso non è più un dipendente dell’Istituto Oncologico di Bari, che ha preso atto della richiesta di andare in pensione. Il medico, 69 anni, arrestato in flagranza mercoledì della scorsa settimana e da sabato ai domiciliari per peculato e concussione nei confronti dei pazienti, ieri ha preferito non rispondere al gip Rosa Caramia nell’interrogatorio di garanzia: con i difensori Gaetano e Luca Castellaneta si è riservato di chiedere un interrogatorio per spiegare, dal suo punto di vista, qual era il rapporto con i malati cui - secondo l’accusa - chiedeva somme di denaro non dovute.
La Procura, con il pm Chiara Giordano, ha depositato 15 registrazioni fatte dalle telecamere nascoste nella stanza del medico, al primo piano dell’Irccs: documentano i passaggi di denaro avvenuti tra il 20 giugno e il 12 luglio, quando sono scattate le manette a seguito della consegna di 200 euro da parte di un malato di tumore. La Procura ieri ha anche depositato il verbale di interrogatorio dell’uomo, che a caldo aveva negato di aver dato soldi a Lorusso e per questo era finito indagato per favoreggiamento. Sentito lunedì dalla pm (con l’assistenza dell’avvocato Tommaso Barile) l’uomo ha cambiato versione: ha detto che fin da marzo è sempre stato seguito da Lorusso, e che da un certo momento in poi il medico gli fece capire che ogni volta avrebbe dovuto consegnare 200 euro. Cosa che è poi effettivamente avvenuta...
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