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Aveva un infarto ma non fu ricoverato? A Lecce scatta la denuncia

 
Vincenzo Sparviero

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Vincenzo Sparviero

ospedale Vito Fazzi di Lecce

Curato con antibiotico e aerosol? Il tutto - come se non bastasse - dopo un’attesa di dodici ore prima di essere sottoposto ad una visita

Lunedì 13 Giugno 2022, 07:01

13:58

LECCE - Infarto curato con antibiotico e aerosol? Il tutto - come se non bastasse - dopo un’attesa di dodici ore prima di essere sottoposto ad una visita.

Sarà la Procura ad accertare se il 26 aprile scorso, al «Vito Fazzi», il personale sanitario in servizio al Pronto Soccorso abbia svolto in tutto e per tutto quanto era nelle sue possibilità o abbia in qualche modo «trascurato» i sintomi di un paziente che - stando alla querela presentata - avrebbe rischiato davvero grosso se non si fosse poi sottoposto privatamente ad ulteriori esami, che avrebbero accertato problemi di natura cardiaca anche piuttosto gravi.

Giuliano G., cinquantenne di Aradeo, non ha «gradito» il trattamento riservatogli al Pronto soccorso e - una volta conclusa «felicemente» la sua odissea sanitaria - ha deciso di mettere nero su bianco, rivolgendosi ad un legale - il prof. avv. Francesco Vergine - per sporgere querela, chiedendo di identificare il personale in servizio, «ravvisando eventuali reati» nel comportamento tenuto nei suoi confronti.

Tutto ha inizio l’11 aprile quando Giuliano G. si recava al Pronto Soccorso di Galatina, lamentando da giorni un forte dolore toracico.

A seguito della visita generale e dei vari accertamenti generici, gli veniva negato il ricovero «necessario ai fini del prosieguo dell’iter diagnostico-terapeutico», adducendone la causa alla «carenza di posto, dovuta all'emergenza sanitaria in corso», stando al contenuto della querela.

Il medico, però, in questo caso aveva prescritto una visita cardiologica ambulatoriale, all'esito della quale emergeva una «lieve stenosi valvolare artica su base sclero-degenerativa» che richiedeva comunque nuovi e più approfonditi accertamenti.

Dopo due settimane, persistendo il dolore toracico, il querelante si è recato al Pronto Soccorso di Lecce «sperando di venire a capo di questo anomalo dolore che, per quanto intermittente, era incessante e che, a ragione, iniziava a provocare nel mio cliente un forte stato di ansia e preoccupazione», spiega l’avvocato Vergine.

Sta di fatto che al «Fazzi» sarebbe stato visitato solo dopo ben 12 ore dal suo arrivo «subendo, oltretutto - è scritto nella denuncia -, un atteggiamento ostile da parte del personale. Stando a quanto scritto nella querela, ad esempio, alla richiesta di avere un bicchiere d’acqua qualcuno avrebbe risposto: “Io non sono il tuo cameriere”. Eseguiti gli accertamenti, il paziente sarebbe stato dimesso «in presenza di un grave dolore toracico, persistente da più di 15 giorni», sottolinea il suo legale. L’unica cura prescritta sarebbe stata - sempre secondo il querelante - a base di «antibiotico e aerosol». A quel punto, Giuliano G. decide di sottoporsi privatamente ad una tac e prima ancora dei risultati - in preda ai dolori - torna a Galatina, dove subito dopo il ricovero viene immediatamente disposto il suo trasferimento al centro specializzato «Città di Lecce Hospital» per effettuare ulteriori accertamenti ed un eventuale intervento, che effettivamente avviene per «un infarto in corso causato da un’occlusione delle coronarie».

Il dubbio del querelante è che un ricovero o una precisa diagnosi al «Fazzi» avrebbero potuto prevenire o per lo meno limitare i problemi successivamente insorti. Ma questo - ora - sarà la Procura, eventualmente, a stabilirlo. 

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