Il processo a carico dei giudici di Trani non doveva svolgersi a Lecce. Per questo, accogliendo la questione di competenza territoriale avanzata dagli avvocati dell’ex gip Michele Nardi, la Corte d’appello di Lecce ha annullato la sentenza di primo grado che aveva condannato il magistrato a 16 anni e 9 mesi di reclusione, disponendo la trasmissione degli atti a Potenza dove si dovrà ricominciare da capo. Nardi, presente in aula al momento della lettura del dispositivo, è scoppiato in lacrime. La sentenza è stata annullata anche nei confronti degli altri quattro imputati.
Nel processo di appello di Lecce erano imputati anche l'ex ispettore di Polizia, Vincenzo Di Chiaro (9 anni e 7 mesi), l’avvocato barese Simona Cuomo (condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi), l’ex cognato dell’ex pm Antonio Savasta, Savino Zagaria (4 anni e 3 mesi) e Gianluigi Patruno (5 anni e 6 mesi).
«Sono stato trattenuto due anni e mezzo in custodia cautelare in carcere da una Procura e un Tribunale incompetenti territorialmente, così come avevo eccepito sin dal primo momento dell’arresto, anzi ancora prima, in una memoria difensiva che è stata definita un tentativo di depistaggio e, invece, avevo ragione io». Lo afferma in lacrime l'ex gip di Trani, Michele Nardi, commentando la decisione della Corte d’appello di Lecce che oggi ha annullato, rilevando l'incompetenza territoriale della magistratura salentina in favore di quella di Potenza, la sentenza di primo grado con la quale Nardi era stato condannato a 16 anni e 9 mesi di reclusione per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari.
«E' stata distrutta la mia vita, quella della mia famiglia - accusa - da un Tribunale, una Procura che non aveva alcuna competenza in materia. Io voglio far emergere la verità perché la verità è dalla mia parte. Io sono innocente, l’ho sempre urlato e, nonostante 30 mesi di custodia cautelare, non mi sono mai piegato ad ammettere qualcosa che non avevo fatto perché io non l’ho fatto, perché non ho commesso reati e ho avuto il coraggio di andare avanti e di testimoniarlo sulla mia pelle, con 30 mesi di tortura».
LA DIFESA: CONDANNA IGNOBILE - «Queste decisioni si prendono quando si è convinti che nel merito le cose non stanno come dice l'accusa, altrimenti non si arriva a queste conclusioni che riportano il processo alle sue fondamenta». Lo dicono i legali dell’ex giudice di Trani Michele Nardi, Domenico Mariani e Carlo Taormina. I difensori si riferiscono alla decisione della Corte d’appello di Lecce che oggi ha annullato la sentenza di primo grado a carico dell’ex magistrato e di altri quattro imputati rilevando l’incompetenza territoriale dei magistrati salentini. I giudici hanno quindi trasmesso gli atti alla Procura di Potenza, ritenendola competente ad indagare. "Noi combatteremo in questo processo per far emergere l’assoluta innocenza del dottor Nardi, a cui dovrà essere restituita la dignità che gli è stata tolta senza un fondamento, da una sentenza ignobile».