Il risiko delle Asl pugliesi si giocherà dopo l’estate. A settembre, quando scadranno gli incarichi dei manager di Bari, Brindisi e Taranto oltre che del Policlinico di Bari, la Regione dovrà infatti rimescolare le carte nelle aziende sanitarie, cambiando o confermando anche i direttori generali della Bat, dell’Oncologico di Bari e dell’Irccs di Castellana.
Giovedì scadranno i termini per le candidature al bando che riguarda Bari, Policlinico, Brindisi e Taranto. I quattro uscenti, come prassi, presenteranno domanda per tutte le posizioni così da evitare imbarazzi. Ma né Stefano Rossi (Taranto) né Giuseppe Pasqualone potranno essere riconfermati, perché la legge pone un limite di due mandati consecutivi. È da qui che parte l’idea del rimescolamento, obbligato anche dal fatto che i pugliesi iscritti nell’albo nazionale dei direttori generali sono meno di 20 e molti non hanno mai avuto un incarico: la Puglia paga troppo poco in rapporto alle Asl del Centro-Nord, e difficilmente riesce ad attrarre manager da altre regioni. Ma il pensionamento del dg dell’Oncologico, Antonio Delvino, impone la necessità di inserire nel giro un nuovo manager, e quasi certamente si tratterà di un esordiente.
L’ipotesi che gli attuali dg di Taranto e Brindisi possano scambiarsi di ruolo, dunque, non è del tutto peregrina, anche se per Pasqualone si ipotizza pure il trasferimento nella Bat dove è stato direttore amministrativo. Il dg uscente della Bat, Alessandro Delle Donne, è in proroga ma è anche commissario dell’Oncologico appunto fino a settembre: la scelta più probabile è che venga nominato direttore generale dell’Irccs barese. È anche ipotizzabile la conferma sia di Antonio Sanguedolce alla Asl Bari che di Giovanni Migliore al Policlinico, oltre che di Tommaso Stallone all’Irccs di Castellana Grotte. A coprire l’ultima casella (Bat o Brindisi, a seconda di quello che verrà deciso) potrebbero essere Tiziana Dimatteo, attuale direttore amministrativo del Policlinico di Bari, oppure Pietro Quinto, ex direttore generale della Asl di Matera.
Dalla tornata di nomine settembrine resteranno fuori solo tre aziende. Intanto i Riuniti di Foggia, dove il bando si è già chiuso: oggi la commissione dovrebbe ufficializzare la terna dei candidati che dovrebbe vedere in pole position il direttore uscente, Vitangelo Dattoli. I vertici delle Asl di Foggia e Lecce, invece, scadranno nel 2022: troppo presto per parlarne, ma non è da escludere un rinnovo totale.
Un altro problema non secondario riguarda i direttori sanitari. L’elenco degli idonei pugliesi, appena pubblicato, contiene appena 14 nomi, ma due sono direttori generali in carica (Dattoli e Sanguedolce) e buona parte degli altri sono esordienti. Il direttore sanitario della Bat, Vito Campanile, non è idoneo e dunque al momento non può essere confermato, così come non lo sono Roberto Carlà (Lecce) e Franco Mezzadri (Riuniti di Foggia). Per le aziende ospedaliere, inoltre, serve un requisito aggiuntivo (la direzione di presidio) che è posseduto solo dagli specialisti in Igiene: al Policlinico, non a caso, è stata chiamata una molisana, Anna Maria Minicucci, che proviene da un ospedale campano. La situazione è talmente seria che la Regione, il 12 maggio, ha riaperto i termini per l’iscrizione agli elenchi dei direttori sanitari e amministrativi prevedendo che basti anche essere iscritti al corso di formazione (senza averlo completato): ma non è detto che l’aggiornamento arrivi entro settembre.