La selezione si chiuderà entro Pasqua. Ai volontari si chiede soltanto di avere almeno 18 anni, di essere in buone condizioni di salute generali (anche con patologie croniche) e, se donne, di non essere in stato di gravidanza. La sperimentazione del vaccino italiano Reithera coinvolge 27 centri e riguarda anche la Puglia, dove tra l’ospedale di Bisceglie e i Riuniti di Foggia si cercano 60 persone (basta mandare una mail a vaccino.reithera@aslbat.it entro Pasqua) per partecipare al test di seconda fase: chi verrà selezionato riceverà un rimborso spese di 800 euro.
Fino a ieri i candidati pugliesi erano già un centinaio. Ieri mattina sono stati effettuati alcuni test sui primi quattro a Bisceglie e sui primi 9 a Foggia: analisi del sangue, tampone e prima somministrazione. I volontari hanno ricevuto un kit per il monitoraggio giornaliero, una sorta di diario che serve a tenere traccia delle eventuali reazioni avverse ma anche dei parametri essenziali come ad esempio la temperatura corporea.
«La prima fase del test ha dimostrato l’elevata sicurezza e immunogenicità del preparato - dice il direttore delle Malattie infettive dell’ospedale di Bisceglie, Sergio Carbonara, che coordina l’attività con il collega Sergio Lo Caputo dei Riuniti di Foggia -. Adesso entriamo nella seconda fase, che prevede la sperimentazione a “doppio cieco”». I volontari vengono divisi a caso in tre gruppi, con criteri non conoscibili dagli sperimentatori sul campo, e hanno due possibilità su tre di essere vaccinati. Ai primi 20 volontari viene somministrato il vaccino, ad altri 20 mezza dose di vaccino e mezza di placebo, agli ultimi 20 solo il placebo. Dopo tre settimane è previsto il «richiamo». Lo studio scientifico permetterà di valutare sia la sicurezza del preparato nell’utilizzo sul campo, sia la sua efficacia in termini di prevenzione della malattia: si esaminano gli eventuali contagi, esaminando la differenza tra quelli registrati nel gruppo che ha ricevuto il vaccino e quelli del gruppo cosiddetto di controllo.
C'È ANCHE IL SINDACO DI CELLAMARE - Il sindaco di Cellamare (Bari), Gianluca Vurchio, soccorritore del 118 non ancora vaccinato perché a dicembre ha contratto il virus, si è candidato ad entrare tra i volontari per la sperimentazione del vaccino italiano ReiThera. «L'ho fatto - spiega - perché l’esempio possa partire anche da chi siede nelle istituzioni e per tutti i sindaci che sono il riferimento principale nei territori e che combattono questa emergenza sin dai primi giorni nelle loro comunità, ad armi impari e senza soluzione di continuità. Io ci credo e mi fido».
«Nella vita serve coraggio - dice - affinché da quest’ultimo possa nascere la giusta fiducia verso le istituzioni, di qualunque genere, in questo momento delicatissimo e storico. Anche i sindaci sono al fronte, sin dal primo momento, combattendo ogni giorno ed è giusto che le istituzioni locali, se possono e vogliono, diano un grande segnale». In un post sulla sua pagina Facebook spiega di aver formalizzato la disponibilità alla Asl Bat «perché credo nella scienza e perché senza scienza non può esserci futuro. L’ho fatto perché, assieme alle migliaia e migliaia di operatori sanitari, sono sul campo e nel campo sin dall’inizio di questa emergenza sanitaria vedendo gente soffrire e morire». «Mi fido del nostro Paese e dei nostri ricercatori, che hanno lavorato continuamente alla ricerca di un vaccino contro questo maledetto virus» continua e "vorrei far capire a chi crede sia una farsa e magari nutre dubbi sui vaccini, che solo la scienza potrà salvarci, con l'obiettivo di creare fiducia nei nostri concittadini».