Senatore Roberto Marti, coordinatore pugliese della Lega, la squadra di governo è completa. E il vostro partito «pesa» molto. Quale sarà il ruolo del Carroccio nel nuovo esecutivo?
«Abbiamo scelto di entrare in questo esecutivo perché volevamo contribuire a far ripartire l’Italia con le nostre proposte, quindi vogliamo essere assolutamente costruttivi e mettere in campo tutte le nostre idee a disposizione dell’Italia e dei cittadini».
Con particolare riferimento al Sud, in che modo intendente orientare l’azione di Governo?
«L’Italia riparte solo se viene rilanciata nel suo complesso, da Nord a Sud. Per questo pensiamo occorra far tornare a correre tutto il nostro Paese con investimenti mirati dove serve affinché le generazioni future possano trarre beneficio da cosa è stato fatto in questi mesi grazie ad iniziative intelligenti e concrete. Penso ad esempio ad infrastrutture e sanità, ambiti dove da troppi anni è evidente un gap che è opportuno colmare».
Da ora si fa sul serio. Nella pratica politica quotidiana teme la convivenza con partiti molto distanti da voi, a cominciare dal Pd, ad esempio sulla questione migranti o sulle chiusure? Insomma, sarà un braccio di ferro continuo?
«Le esperienze amministrative della Lega, che Governa 14 regioni italiane, dimostrano che quando la Lega amministra un territorio lo fa per costruire e non per distruggere. Quindi auspichiamo che la volontà collaborativa proposta dalla Lega sia condivisa anche dalle altre forze che sostengono il Governo Draghi. Peraltro sottolineo che non si può identificare questo esecutivo in base ad una natura politica specifica: la convivenza tra partiti diversi non è dettata da accordi politici ma da un preciso mandato del Presidente della Repubblica che, come prima forza del Paese, abbiamo accolto con responsabilità. Sui singoli temi occorrerà certamente mediare ma l’azione del Governo deve guardare alle effettive necessità dei cittadini; è il tempo dei fatti e non delle ideologie».
Sì, ma su migranti e lockdown?
«Abbiamo già detto chiaramente che guardiamo alle misure europee che vengono adottate da altri paesi, come Francia o Spagna. Mentre per quanto riguarda le chiusure, ragioniamo guardando alla tutela della salute dei cittadini ma sempre con buonsenso; non si può morire di Covid ma neanche di fame».
La Puglia leghista arriva al governo con il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. Un riconoscimento per il lavoro svolto sul territorio in questi anni?
«Siamo fieri di Rossano e di questa nomina a Sottosegretario, che certamente è frutto non solo dell’impegno politico tra le fila della Lega ma anche della sua attività e dedizione ai temi della scuola e cari agli insegnanti italiani. Da buon leghista siamo sicuri che sarà già al lavoro per raccogliere questa importante sfida e siamo tutti pronti a sostenerlo, come sempre».
Quali sono le prossime sfide e iniziative del partito sul territorio?
«La Lega è ormai una realtà politica pienamente riconosciuta sul nostro territorio regionale, tanti pugliesi ci hanno dato fiducia negli enti locali e anche alle ultime elezioni regionali. Noi per il futuro guardiamo alle grandi sfide per rilanciare la Puglia, come ad esempio migliorare la sanità ed investire nelle infrastrutture che mancano per innovare e garantire uno sviluppo di tutto il tessuto economico della nostra terra. Altro tema fondamentale sarà quello del turismo, soprattutto quando si potrà ricominciare ritornare a muoversi liberamente e questa emergenza sanitaria sarà finita».
«Con il governo Draghi del «tutti dentro» cambia anche il tipo di opposizione del Carroccio alla Giunta Emiliano?
«Abbiamo sempre fatto sia a livello regionale che in Parlamento un’opposizione costruttiva e mai fine a se stessa, basti ricordare che senza i voti della Lega e del centrodestra in Parlamento l’ultimo scostamento di bilancio del Governo Conte II non si sarebbe potuto ottenere. Ad Emiliano e alla sua Giunta continueremo a portare le nostre proposte, come facevamo dall’opposizione ai tempi di Conte. Se le accoglierà, ben venga per i pugliesi».
Chiudiamo proprio sulla situazione sanitaria nel Tacco. Cosa c’è da migliorare? Dove intervenire?
«Sicuramente c’è bisogno di rivedere la gestione non solo per quanto riguarda il Tacco, ma in generale per la gestione logistica dell’emergenza sanitaria. All’ospedale Moscati di Taranto per esempio c’è un’obiettiva mancanza di personale medico ed infermieristico ma non solo. La scelta di affidare la gestione al personale del 118 si è rivelata non conforme con le esigenze dell’emergenza e anche le tende da campo dove dislocare i pazienti covid nel prefabbricato “auditorium” si è rivelata una situazione non adeguata, soprattutto per la degenza di pazienti in condizioni sanitarie precarie. Addirittura alcune cartelle cliniche risultano mancanti e che c’è la magistratura che sta indagando. C’è poi il caso di Giannuzzi a Manduria, dove una sola ambulanza si trova a coprire un bacino d’utenza enorme e a causa dell’emergenza si sono più volte create code di ambulanze davanti ai nosocomi. Un altro caso è l’ospedale della Val d’Itria, dove c’è grave promiscuità tra pazienti Covid e pazienti non Covid e serve quindi un allargamento per evitare il rischio contagio. Confidiamo in un intervento del Ministro Speranza che mandi ispettori con l’obiettivo categorico di ristabilire l’ordine nell’interesse dei pugliesi».