BARI - Il calcio dilettantistico regionale è come coperto da una coltre sottile, leggera. Sarà in clausura sarà fino a febbraio. La previsione, invero ottimistica, di ricominciare in vista dell’Epifania (recuperi il 6 gennaio, giornata da calendario il 10) è stata smentita dai morsi dell’epidemia. Il nuovo paletto è per febbraio.
Rappresentato ai massimi livelli da Bari e Monopoli, ormai da tempo in C, registra un affollamento di rappresentanza in D: Altamura, Bitonto, Gravina e Molfetta sono le vessillifere in Quarta Serie. E anzi, il 2020 è stato per il Bitonto un anno da ricordare. Sotto tutti gli aspetti. Lo storico salto tra i professionisti, il brusco risveglio da un sogno trasformatosi in incubo e un inizio della nuova stagione alquanto complicato.
L’anno dell’Eccellenza alla barese è stato orribile. Ma anche mirabile, per certi aspetti.
Nel più importante campionato su scala regionale, la rappresentanza della Terra di Bari è ai minimi termini. Sono rimaste in due, Corato e Mola. Potevano essere quattro. Dovevano essere quattro.
Tra le tante tristi storie che il pallone di Puglia ci ha proposto, vi sono quelle scritte da Fortis Altamura e United Sly Bari. Il club murgiano ha ceduto il titolo al Massafra. I suoi dirigenti non hanno più trovato le giuste motivazioni, soffocati tra difficoltà economiche, logistiche (Altamura, la più popolosa cittadina della provincia, non brilla per la dotazione di impiantistica sportiva) e tecniche.
Complicata la narrazione della vicenda Sly. Stravince il campionato di Promozione (quarto successo in quattro annate sportive) e prepara lo sbarco nella Premier League di Puglia trasferendosi a Trani. Dove spazi che parevano disponibili per il trionfo, si rivelano soffocanti. La società implode. Lasciando una profonda voragine tra le cattedrali di San Sabino e di Santa Maria Assunta. E lasciando una casella vuota nell’Eccellenza.
Il Comitato regionale, intanto, prova la svolta storica: due gironi da 14, anche se resta una sola promozione in D. Uno dei due raggruppamenti rimane «zoppo».
Ma non tutto è stato orribile. Vi è stato anche qualcosa di mirabile.
A cominciare dal ritorno in Serie D del Molfetta. La squadra biancorossa non frequentava l’Interregionale dal 1996, fatta eccezione per la parentesi - da più parti rinnegata dagli appassionati molfettesi -, invero ingloriosa, della Sporting Fulgor, a primavera del 2019. Invece, «la Molfetta» allenata da Renato Bartoli, alla prima esperienza da allenatore, vince il campionato spezzato. Dopo il 1° marzo 2020 la classifica dice: 1° Molfetta, 2° Corato.
Anche Mola può gioire. Arriva in Eccellenza per le vie traverse, grazie al ripescaggio del Bitritto, terzo nel gruppo nord della Promozione dominata da Sly e Manfredonia. Il presidente Marino Liuzzi torna in patria.
Lo stesso Corato ha potuto mettere in bacheca, poche settimane prima del lockdown, la Coppa Italia in formato regionale battendo il Vieste. Peccato che la pandemia richiuda il cassetto dei sogni del presidente Giuseppe Màldera proprio mentre i neroverdi stanno per approdare ai quarti della fase nazionale.
Dopo lo stop del 25 ottobre, si torna a parlare di calcio. Anche se solo per il mercato.
L’11 dicembre il Corato annuncia la separazione dal capitano Carlo Vicedomini, che si trasferisce a Gravina: «C’è rammarico ma non potevamo più trattenere un calciatore di tale calibro in un campionato fermo da tempo e con una prospettiva di ripartenza incerta e tutt’altro che imminente». Un’altra storia triste quanto ineluttabile.
Mola ha perso Gigi Rana, ma sotto l’abete natalizio il diesse Danilo Dammacco ha portato l’attaccante Alessandro Curci, scuola Bari; Gennaro Manzari, 35enne bomber di razza, ex Sly e Massafra; il 23enne Michele Armenise, proveniente dal Castellaneta.