BARI - «Sono molto contento di questo perché così diamo il là ad una alleanza che si è verificata in Puglia e che fa della Puglia un esperimento, come sempre succede politicamente alla nostra regione». Lo ha detto Ivan Scalfarotto, candidato alla presidenza della Regione Puglia per la coalizione sostenuta da Italia Viva e Azione, a margine di un incontro elettorale a Bari con Matteo Renzi e Carlo Calenda.
Scalfarotto ha spiegato che la sua coalizione «mette insieme partiti che hanno visioni omogenee della realtà, partiti europeisti, pragmatici, non populisti». «Insomma - ha concluso - è una coalizione tra partiti che hanno molte cose in comune e che condividono dei valori, al contrario naturalmente di altre coalizioni che hanno un pò di tutto, delle macedonie e che quindi costringono il candidato a fare dei salti mortali».
CALENDA: «GUARDARE ALLA QUALITA' DELLE PERSONE» - «Ci aspettiamo che i pugliesi capiscano che la logica del meno peggio porta al peggio in assoluto, e che quindi bisogna votare guardando la qualità delle persone, non guardando chi si odia o accontentandosi, perché questa è una cosa sbagliata». Lo ha detto a Bari Carlo Calenda, leader di Azione, partecipando a un incontro elettorale a sostegno del candidato governatore Ivan Scalfarotto.
«Sono venuto qui per far vincere Scalfarotto, Emiliano perde da solo», ha detto rispondendo ai giornalisti. «Scalfarotto - ha aggiunto - è stato il mio viceministro per il commercio internazionale quando ero ministro dello sviluppo economico. È una persona di grande qualità, è saldamente pugliese ma conosce il mondo ed è quello di cui la Puglia ha bisogno».
«Quello di cui non ha bisogno è il tipo di politica che io ho sperimentato con Emiliano - ha concluso - e non ho bisogno neanche di una riedizione di Fitto».
CALENDA: «PD PUGLIA HA SCELTO CENTROSINISTRA DIVISO» - «Il centrodestra fa il suo lavoro, il centrosinistra sapeva perfettamente che Emiliano non lo avremmo appoggiato, quindi il Partito democratico ha scelto coscientemente di dividere il centrosinistra ricandidando Emiliano. Lo sapevano dall’inizio».
Lo ha detto stasera a Bari il leader di Azione, Carlo Calenda, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto della divisione interna al centrosinistra in Puglia in vista delle prossime elezioni regionali, mentre il centrodestra si presenta unito.
«Un Paese che è obbligato a scegliere tra Di Maio e Salvini è un Paese finito». Lo ha detto stasera a Bari il leader di Azione, Carlo Calenda, a margine di un incontro elettorale, rispondendo alla domanda dei giornalisti su un avvicinamento di Forza Italia al suo partito.
«C'è un avvicinamento di alcune personalità di Forza Italia - ha confermato Calenda - a noi quello che interessa è molto chiaro: persone perbene che abbiano una buona esperienza professionale e che abbiano l’idea che abbiamo noi, cioè che popolari, socialdemocratici e riformisti debbano stare insieme per arginare populisti e sovranisti, che sono le minacce mortali per questo Paese». «Se non si costruirà questo terzo fronte di ragionevolezza e pragmaticità - ha concluso - l’Italia dovrà continuare a scegliere tra Di Maio e Salvini».
RENZI: «EMILIANO NON HA FATTO UN PASSO INDIETRO PER EGOISMO» - «C'era un modo per avere il voto utile e ci sarebbe stato dentro Carlo Calenda, perché me l’aveva detto lui, ci sarebbe stato dentro Ivan Scalfarotto, perché me l'ha detto lui. Il voto utile era fare un passo indietro e candidare Teresa Bellanova. Michele Emiliano non lo ha fatto per egoismo, ambizione, egocentrismo». Lo ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi, durante un incontro elettorale a Bari a sostegno di Ivan Scalfarotto, candidato alla presidenza della Regione Puglia con il sostegno di Iv e Azione di Carlo Calenda.
«Ci vuole molto coraggio - ha detto Renzi riferendosi a Scalfarotto - per andare contro il governo regionale più trasformista e incapace di gestire la cosa pubblica con rispetto e dignità che abbia in questo momento il Paese». «Michele Emiliano ha usato il consenso dal primo giorno all’ultimo - ha concluso - attraverso gli strumenti più vecchi della politica».