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Crisi locali da ballo per il Covid, i gestori si riciclano e cambiano lavoro

 
REDAZIONE BARLETTA

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Crisi locali da ballo per il Covid, i gestori si riciclano e cambiano lavoro

Una crisi non solo economica e lavorativa ma anche sociale. «Nessuna misura è stata predisposta a sostegno del settore nonostante le ordinanze di chiusura fossero a firma del Governo stesso»

Lunedì 07 Settembre 2020, 14:34

«Deejay che fanno gli agenti di commercio, ballerine che si preparano al concorso per l’insegnamento a scuola, baristi che hanno cambiato vita e si arrangiano facendo i bagnini»: è la fotografia della crisi dei locali da ballo, della «movida» in generale, scattata da Nicola Pertuso, presidente regionale del Silb, Sindacato italiano locali da ballo.

Un comparto messo in crisi anche sul nostro territorio dall’emergenza Covid, una crisi economica e lavorativa, ma anche sociale: «Il Coronavirus sta cambiando molto i nostri stili di vita e le nostre abitudini» spiega Pertuso.

«Tra i giovani ancora di più, i grandi incontri, lo stare assieme, il condividere momenti di socialità, da essere delle opportunità per stare bene sono diventate azioni pericolose per la salute pubblica assolutamente da evitare» sottolinea. E racconta: «Era fine febbraio scorso, quando un Dpcm vietò l’apertura delle discoteche e dei locali di intrattenimento. E’ stata loro consentita la riapertura solo a fine giugno, per richiuderli con una ordinanza del Ministro della Salute il 17 agosto. Da noi in Puglia, anche queste poche settimane di lavoro estive non sono state utili per riprendere un po’ di fiato. Grazie ai residenti pugliesi e ai turisti provenienti principalmente dall’Italia, le imprese dell’intrattenimento e del ballo sono riuscite a fare un discreto fatturato, (pari mediamente al 25% degli ultimi anni) ma assolutamente inferiore a quello degli scorsi anni e sicuramente insufficiente per mantenere in vita le imprese per l’anno 2020».

Quest’anno quindi, tutto il così detto «mondo della notte» ha lavorato solo qualche settimana con tutto ciò che ne consegue: «Lavoratori dello spettacolo, direttori artistici, musicisti, deejay, animatrici, public relator, barlady e barman, camerieri, tecnici audio e luci e tantissimi altre figure professionali si sono trovate senza lavoro. Non era mai successo. Il settore dell’intrattenimento dei locali di pubblico spettacolo e dei locali serali mai ha avuto una interruzione così lunga e mai era successa una cosa del genere. Nessuna azienda può rimanere chiusa per tanto tempo senza subire danni e perdite, ma in questa occasione è stato uno tzunami vero e proprio con una grande onda iniziale ed una peggiore durante il mese di agosto».

Infatti molti imprenditori ed imprese della notte avevano già incominciato a diversificare investendo anche nel settore della ristorazione, dei bar serali e delle spiagge: «Costoro sono riusciti a sopravvivere ma tutti gli altri sono a rischio chiusura. Il Governo non ha predisposto nessuna misura a sostegno di questo settore nonostante le ordinanze di chiusura fossero a firma del Governo stesso. Anche le professionalità del settore si stanno spostando in altri comparti e ci sono lavoratori che stanno cambiando mestiere. Deejay che incontro che stanno facendo gli agenti di commercio, ballerine che si preparano al concorso della scuola, baristi che hanno cambiato vita e si arrangiano facendo i bagnini. Ma la cosa che preoccupa il comparto è l’incertezza sul futuro, se ci sarà ancora voglia, da parte dei potenziali fruitori, di festeggiare nelle discoteche e nei locali serali almeno ogni fine settimana, se i giovani riterranno attrattiva quella offerta di divertimento o se bisognerà inventarsi qualcosa di nuovo, che possa assicurare si il divertimento, ma nella massima sicurezza».

Una cosa però è certa: «La voglia di divertirsi nel tempo non si è mai fermata. Aspettiamo tempi migliori».

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