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Boccia rilancia il Recovery: «Faremo rinascere Taranto»

 
ROBERTO CALPISTA

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ROBERTO CALPISTA

Il ministro Francesco Boccia

Il ministro agli Affari regionali: «Più attenzione o torna il rischio lockdown»

Martedì 11 Agosto 2020, 13:12

Ministro Francesco Boccia (Affari regionali) i dati sui contagi di Covid segnalano un pericoloso aumento. La situazione sta peggiorando?

Basta andare in giro per capire che la guardia si è molto abbassata. Comprendo che dopo il lockdown si abbia voglia di vivere, non comprendo gli irresponsabili che dicono che è tutto finito solo perché gli effetti clinici sono più attenuati, stiamo scherzando col fuoco.

C’è chi dice che il lockdown per tutta Italia è stato eccessivo e il Sud poteva essere preservato.

Il nostro Paese contava mille morti al giorno. È surreale che qualcuno oggi metta in discussione il lockdown. Tra febbraio e marzo ci sono state decine di richieste e dichiarazioni dei presidenti, con la richiesta unanime di chiusura del Paese urgente. È tutto agli atti. E se ce l'abbiamo fatta fino ad oggi è perché siamo stati sempre uniti e responsabili. Il lockdown totale ci ha permesso di uscire prima dalla fase più critica, basta vedere quello che succede nel resto del mondo. Chi dice il contrario fa un'operazione per certi aspetti disgustosa.

Non è troppo duro?

No. Quando l'epidemia è scoppiata in Cina se ci fosse stato un allarme mondiale più determinato, e quindi con chiusure o attività di prevenzione, oggi il pianeta non conterebbe venti milioni di contagi e un numero spropositato di morti. Chi dice che in Italia così abbiamo danneggiato il Pil del Sud dice una cosa sbagliata: sfido chiunque a venirmi a dire che mentre una metà del paese restava chiusa e in condizioni drammatiche, l'altra metà avrebbe potuto continuare le proprie attività senza rischi. Il lockdown ha protetto la salute e la vita degli italiani, mettendo in sicurezza gli ospedali del nord in grave crisi e salvando il Sud da una catastrofe che non riusciamo nemmeno a immaginare.

Adesso non sarebbe necessaria una maggiore attenzione?

Di più. E non vuol dire essere catastrofisti o allarmisti, ma leggere con lucidità i numeri. Il problema è duplice: contagi di rientro dall’estero e raduni di ogni tipo; poi c’è chi dimentica anche le minime norme di igiene. Si rischia il corto circuito perché il Covid-19 non guarda in faccia nessuno. Se la situazione precipita saremo costretti a ricorrere a restrizioni; non c'è altro modo per fermare le epidemie se non si riesce ad adottare minimi comportamenti virtuosi. E voglio dirla tutta: un altro lockdown sarebbe insostenibile per qualsiasi nazione. Ma se non riusciamo a convivere col virus dovremo adottare limitazioni essenziali per salvaguardare la salute dei cittadini, che viene sempre prima del Pil. I negazionisti o chi afferma il contrario credo che debbano essere privati del diritto di cittadinanza universale. Prima la salute, poi il business; su questo non ci sono margini di trattativa.

Nella sua regione, la PugIia, è stato fatto quanto si doveva?

Direi assolutamente sì. Emiliano è stato efficiente e determinato. Ha agito da presidente e da assessore alla protezione civile nello stesso tempo. La rete ospedaliera è a posto, con tutti gli standard in ordine. Credo che anche i pugliesi abbiano dato prova di grande maturità. Ma proprio per questo bisogna stare attenti ed essere prudenti.

C'è una crisi importante. Come vede il Mezzogiorno?

Non c'è paese al mondo che ha realizzato un pacchetto di aiuti come l'Italia. E la stragrande maggioranza delle risorse sono destinate al Sud e alle aree in ritardo di sviluppo del Nord. Utilizziamole per fare investimenti strategici che spianino la strada al futuro. Un esempio? Il Recovery fund. Il presidente Conte ha già detto che per esempio Taranto è in cima alla lista. Personalmente io sogno un'Ilva senza carbone, un'acciaieria pulita, sarebbe la prima del mondo. È la nostra idea di sempre. Qualcuno ci aveva deriso. Dei candidati presidenti di oggi, due come Fitto e Scalfarotto volevano l’Ilva a tutti i costi anche con il carbone e sono gli stessi che volevano le trivelle in mare al tempo del referendum; una, la Laricchia, voleva chiuderla ma non si capisce come e per far cosa. I pugliesi sanno distinguere tra chi è credibile e chi non lo è. Ora in Europa l’Ilva verde viene vista come strategica per tutto il continente. Sono fiducioso, la Puglia sarà tra le prime regioni, non solo meridionali, a riprendersi. Abbiamo una classe di imprenditori e lavoratori con i fiocchi, si continua a produrre e credo che, se non avremo sorprese sotto il profilo sanitario, ne avremo invece e di positive sotto quello del prodotto interno lordo. Davvero sono molto fiducioso e i sostegni statali e regionali hanno aiutato molto.

Certo la crisi ha messo in ginocchio centinaia di aziende di tutte le dimensione. Come se ne esce?

Con determinazione, forza di volontà e serietà. Non è il momento di speculazioni, né di strumentalizzazioni, né di profeti del giorno dopo. Servono persone serie che affrontano la realtà per quella che è. Ci troviamo a lottare su due fronti: contro la ripresa dei contagi e contro coloro che non si sono accorti che l'Italia è vista oggi come un esempio, altro che lockdown esagerato per il Sud.

Il 20 e 21 settembre si vota in 6 Regioni. Si rischia un rinvio?

Tutte le istituzioni competenti stanno organizzando l'appuntamento elettorale di settembre con il massimo del rigore possibile, con tanta prudenza e rispettando le norme anti Covid. Garantiremo il voto anche agli asintomatici in isolamento. Ci stiamo organizzando per far svolgere tutte le operazioni in sicurezza.

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