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Bellissima, brava, eterna. Lady volley non si ferma: parla Francesca Piccinini

 
patrizia nettis

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patrizia nettis

Bellissima, brava, eterna . Lady volley non si ferma

«Orgogliosa di essere un esempio per le giovani»

Lunedì 06 Luglio 2020, 12:41

È la donna dei record. A quattordici anni era già in serie A, a venti non ancora compiuti ha mollato l’Italia per volare in Brasile: è la prima italiana a giocare in una squadra estera. Ha reso popolare il volley rosa, anche oltre la rete. Tra calendari, cinema (in «Maschi contro femmine») e libri (una biografia) è certamente la pallavolista più conosciuta, oltre che più amata. Ma la vita di Francesca Piccinini, a 41 anni, è ancora - e soprattutto - sotto rete. Aveva provato a uscire dal campo, ma nella panchina della vita ha resistito poco. Troppo forte il richiamo della passione.

Piccinini, ma è vero che tutto è partito da Mila e Shiro?
«È vero. Ogni giorno, dopo la scuola, il pomeriggio alle 16 in tv c’erano loro. Mi sono innamorata e mi sono detta: voglio giocare a pallavolo e giocare in nazionale contro Mila. Ovviamente ho capito dopo che non era possibile, ma in Nazionale ci sono arrivata lo stesso».

L’anno scorso aveva detto basta. A gennaio è tornata in campo. Ch’è successo?
«Volevo provare ad andare alle Olimpiadi. Busto ci teneva ad avermi, ho preso la palla al balzo e sono andata di nuovo in palestra. Poi è arrivato il Covid».

Cosa le è mancato di più in quei mesi?
«Lontano dalla pallavolo ho fatto tutt’altro e sono stata bene. Ma a me piace portare a termine quello che inizio e allora ci riprovo».

Cosa vuole combinare quest’anno a Busto Arsizio: puntare all’ottava Champions?
«Punto sicuramente a divertirmi e a dare la mia esperienza alle giovani e poi vediamo cosa succede».

Tra le sette Champions League c’è quella vinta a Casalmaggiore nel 2015-2016. In quell’anno ha giocato con la nostra Imma Sirressi che lì c’è stata cinque stagioni. Un commento sulla giocatrice di Santeramo?
«Ho giocato con diverse pugliesi in carriera. Imma è una ragazza che mi piace molto, a lei mi lega il bel ricordo di quella Champions. È cresciuta tanto nel tempo. Sono contenta che abbia fatto carriera in questi anni».

Marco Fenoglio, che la conosce bene, cosa le ha detto?
«È contento, abbiamo vinto tanto insieme, sa che tipo di giocatrice sono, una determinata e che non molla mai. Penso che avere lui come allenatore mi darà ancora più entusiasmo. È contento di riavermi in palestra ancora un anno».

A proposito, dove le trova le energie mentali per fare ancora la giocatrice?
«Devo tanto al mio fisico che mi sta aiutando. Sto bene, anche se non avendo più 20 anni faccio un po’ di fatica. Se non ci fosse stato il fisico a sostenermi non penso che avrei continuato né questo anno né gli anni prima. Le motivazioni? Quelle le trovo ogni giorno perché la pallavolo è sempre stata la mia vita» .

Le Olimpiadi sono l’unica medaglia della carriera che le manca. L’anno prossimo c’è Tokyo
«Sì, è l’unica cosa. Ma l’obiettivo è portare a Busto la mia esperienza, il mio sorriso per fare ancora questo sport nel miglior modo possibile. Non voglio pensare a Tokyo, voglio godermi quello che faccio ogni giorno»

Lei è il simbolo della pallavolo femminile italiana. Che effetto le fa?
«Ho dato tanto al movimento della pallavolo e continuo a darlo. Mi fa piacere essere punto di riferimento per i giovani. Ci sono tantissime giocatrici che mi chiedono consigli e che vogliono diventare un giorno come me, questo mi rende orgogliosa. Ma mi auguro che possano diventare ancora più forti di me».

Come si fa a diventare Piccinini?
«Bisogna amare quello che si fa, che sia la pallavolo o qualsiasi cosa. Bisogna avere degli obiettivi e cercare di migliorarsi sempre. Credo che questa regola valga in tutti i campi, non solo quello da pallavolo. Per arrivare devi lavorare e sudare e dare il massimo, non si raggiungono gli obiettivi senza sacrifici».

Lei è più bella o più brava?
Risatina. «Sono tutte e due. Sono contenta della donna e della persona che sono. Esteticamente mi piaccio, ma quello non è dipeso da me, ma dalla mia famiglia. Sono stata fortunata».

La sconfitta più dura da digerire nella sua carriera qual è stata?
«Quella di Pechino quando non siamo riuscite ad andare in semifinale olimpica. Ma doveva andare così evidentemente».

Come procederà la vita di Francesca Piccinini dopo il ritiro?
«Credo che sarà comunque una vita affascinate. Lo sport mi ha insegnato a non arrendermi mai e penso che sarò comunque alla ricerca di cose belle e importanti nella mia seconda vita».

La pallavolo femminile è molto popolare, ma secondo lei c’è ancora un pregiudizio rispetto a quella maschile?
«C’è sempre, anche se negli anni questa parità sta diventando comunque equa. Ci vuole più tempo, ma noi donne abbiamo dimostrato che possiamo fare cose alla pari degli uomini, se non meglio perché abbiamo dimostrato di avere una marcia in più».

Le palestre scolastiche saranno utilizzate come aule a danno dell’attività di base di pallavolo, pallacanestro e pallamano. Sarebbe una tragedia. O no?
«Ho viaggiato tantissimo e in giro per il mondo ci sono situazioni molto diverse da quella italiana. All’estero ti danno possibilità di praticare sport in palestre molto più attrezzate delle nostre. Mi auguro che si lavori in questa direzione, non in quella dello smantellamento».

Dove sarà a luglio 2021?
«Di sicuro in vacanza perché quest’anno non la farò. Iniziando la preparazione i primi di luglio, sarò in palestra»

Non le credo, ci sarà Tokyo...
«... lo so, ma io mi vedo in vacanza in qualche parte del mondo».

Scaramanzia?
«Non sono scaramantica, ma di getto è la prima risposta che mi sono sentita di dare. Si vedrà».

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