BARI - Un intero albergo a 4 stelle al rione Poggiofranco di Bari Bari destinato ad accogliere - gratuitamente - 80 medici e infermieri impegnati nei reparti Covid del Policlinico di Bari. La struttura, «HI» che si trova nei pressi delle Torri Telecom dove ci sono i nuovi uffici giudiziari, verrà messa a disposizione nelle prossime ore non appena saranno completate le procedure necessarie a garantire la sicurezza degli ospiti e del personale dell’hotel. L’iniziativa è stata realizzata da «L'Isola che non c'è», un'Associazione culturale di Latiano (Brindisi) generalmente impegnata in battaglie ambientaliste contro l’uso della plastica e per l’Alta velocità ferroviaria lungo la dorsale Adriatica e alla quale aderiscono sindaci, accademici, personalità della cultura, giornalisti, governatori di alcune Regioni, medici, imprenditori e il cantante Al Bano Carrisi.
L’appello del presidente della Scuola di medicina dell’Università di Bari, Loreto Gesualdo, che da giorni cercava disperatamente una soluzione per evitare che il personale sanitario impegnato nei raparti Covid del Policlinico potesse mettere a rischio non solo la propria vita ma anche quella delle rispettive famiglie una volta finito il servizio, ha trovato così una risposta. La soluzione è stata quella di trovare una sistemazione per ospitare questi eroi, che fosse alterativa alle loro abitazioni. Una specie di quarantena volontaria extra-lavorativa che finora non ha precedenti in Italia. Alcuni infermieri hanno dormito in auto pur di non tornare a casa.
L’appello del prof. Gesualdo è stato infatti accolto da un imprenditore proprietario di diversi alberghi in Puglia, due dei quali a Bari, e che ha messo a disposizione le 80 camere dell’Hilton, che nel frattempo era stato chiuso mandando in cassa integrazione il suo personale. Ora le stanze riaprono, e una parte dello staff scelto su base volontaria rientra in servizio, in nome della solidarietà. Al personale medico dei reparti covid verrà assicurata l’ospitalità completa (alloggio e vitto) per tutta la durata del periodo emergenziale.
Le autorità sanitarie in queste ore stanno mettendo a punto il protocollo che dovrà rispettare la struttura alberghiera per garantire i livelli di sicurezza di tutti. Questa singola iniziativa sta rapidamente facendo scuola, ed è previdibile che possa essere applicata anche in altre regioni italiane dove personale medico e paramedico impegnato nei reparti Covid rischia di estendere anche alle proprie famiglie il contagio che potrebbe essere stato trasmesso dai pazienti in reparto.
Oggi la Regione Puglia ha diramato una circolare a tutti i direttori generali delle Asl pugliesi per annunciare che “Tutto il personale impegnato direttamente nell'emergenza Covid-19 può soggiornare temporaneamente presso strutture ricettive-alberghiere che verranno messe a disposizione, al fine di rendere più agevoli gli spostamenti presso le sedi lavorative".
Nella circolare è riportato che “adesso verranno raccolte le adesioni e, una volta stabilito il numero, la Regione Puglia provvederà a individuare le strutture’.
Non viene però specificato nel documento se le strutture disponibili riceveranno un rimborso. Il caso di Bari, dove l’accoglienza viene offerta gratuitamente dal proprietario dell'«HI», resta sicuramente un esempio straordinario di solidarietà in Puglia, la regione che si è sempre distinta per l’ospitalità verso milioni di turisti, ma anche per l’accoglienza verso gli immigrati albanesi e che per questo è stata anche candidata al premio Nobel per la Pace. Questa volta risponde come può all’appello del personale sanitario che combattendo in prima linea contro la pandemia. E’ a loro che l’imprenditore alberghiero, Daniele Degennaro, si è rivolto, quando ha rifiutato qualunque tipo di ricompensa economica per l’utilizzo del suo hotel: ‘’Pensate a salvarci la vita, noi faremo quello che possiamo”.