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Nomine, è bufera sulle società regionali in Puglia

 
Bepi Martellotta

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Bepi Martellotta

Regione puglia

Sannicandro all’Asset. Dubbi sugli incarichi in Aqp

Giovedì 25 Luglio 2019, 17:01

BARI - Plauso bipartisan (si fa per dire) allle nomine dei Presidenti del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e del Parco Nazionale del Gargano, ma pollice verso sulle nomine decise da Aqp nelle società partecipate e sui vertici dell’Asset, l’Agenzia regionale per la mobilità alla cui guida si trova, ora in qualità di direttore generale, Elio Sannicandro .

«Rivolgiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro a Francesco Tarantini e Pasquale Pazienza, scelte fatte finalmente sulla base dei curriculum e dell’esperienza e non delle logiche di spartizione delle poltrone» dicono, entusiasti, i Cinque Stelle a proposito dei neo-presidenti dei parchi nazionali concordati dal presidente della Regione, Emiliano, con il ministro dell’Ambiente Costa. La nota stonata, però, arriva dal capogruppo dei Popolari, Napoleone Cera: «tre anni di attesa per mettere da parte le giuste aspettative del Gargano e procedere - accusa - a una nomina dall'alto, con i pentastellati a fare ancora una volta da comparsa.

Il Parco del Gargano avrà un nuovo presidente, ma quale prezzo pagheranno i garganici, vilipesi nelle loro legittime aspettative e svenduti a una logica spartitoria che richiama il peggio della prima repubblica».
Note stonate arrivano anche nella Quinta commissione consiliare, ieri chiamata ad approvare la nomina di Sannicandro direttore generale dell’Asset. I consiglieri di opposizione Domenico Damascelli (FI) e Antonio Trevisi (M5S), hanno sollevato dubbi sulle modalità adottate dalla Giunta regionale nel dare seguito alle procedure di selezione per tale nomina. «La Giunta regionale come sempre è assente quando deve dare spiegazioni sulle nomine. Prima di esprimere un parere sulla designazione di Sannicandro - dice Trevisi - avremmo voluto una risposta all’interrogazione sui ritardi nell’indizione dell’Avviso Pubblico, sui termini particolarmente ristretti per la presentazione delle candidature fissati in soli 15 giorni decorrenti dal giorno di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e sul lungo periodo di commissariamento che ha preceduto la nomina del direttore, neanche previsto nella legge istitutiva dell’Agenzia».

Ma bordate arrivano anche da Gianni Liviano (Misto). Gli incarichi e le consulenze affidate dall’Aqp sono al centro di una interrogazione urgente indirizzata al presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, e della Giunta regionale, Michele Emiliano, nonché al presidente del Cda, al direttore generale, al collegio sindacale e al responsabile Anticorruzione di Aqp. Indice puntato sulla Aseco spa, società del gruppo Acquedotto pugliese che opera nell’ambito del trattamento e recupero dei rifiuti organici. Atti e riferimenti normativi alla mano, Liviano ritiene «sia da considerarsi nulla la riconferma dell’attuale amministratore unico di Aseco, Maurizio Cianci, in virtù dell’incompatibilità tra incarico di amministratore della società in controllo pubblico e quello di dipendente delle amministrazioni pubbliche controllanti o vigilanti». Indice puntato anche sulla nomina di Floriana Gallucci nel cda della stessa società. Non solo la Gallucci «non risulta essere iscritta presso alcun Ordine professionale», dunque si chiedono lumi sui criteri di selezione adottati dall’assemblea Aqp nelle scelte, ma le normative della pubblica amministrazione, ricorda l’esponente di C-Entra il futuro, vietano espressamente ad un dipendente della p.a. di svolgere incarichi presso società con fini di lucro, qual è appunto la Aseco. Gallucci, avvocato indicata prima dalla Giunta e poi confermata, risulta essere segretario generale di fascia A.

Per altri due dirigenti Aqp, Camilla Antola e Francesco Ardito, si solleva invece il dubbio sugli incarichi extra-istituzionali di cui sarebbero beneficiari, pur essendo espressamente vietati dal Regolamento dell’Aqp. Incarichi che sarebbero in palese conflitto d’interesse, a dire di Liviano, con le consulenze affidate dalla stessa Aqp ad alcune società esterne per centinaia di migliaia di euro. Liviano chiede anche contezza del controllo che avrebbe dovuto svolgere su questi incarichi il Servizio Controlli della Regione e il Collegio Sindacale di Aqp. 

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