BARI - Domenica pugliese per il vicepremier, Luigi Di Maio. Prima tappa a San Giovanni Rotondo dove ha tenuto un incontro elettorale dopo una visita privata nella cripta dove è esposto il corpo di San Pio; nel pomeriggio a Foggia, presso l’Auditorium della Camera di Commercio, dove incontrerà le imprese agricole del territorio e le associazioni di categoria; e infine alle 19.30 appuntamento a Bari, all'hotel Nicolaus (via Cardinale Ciasca 27, a Poggiofranco), dove il leader pentastellato «parlerà di futuro e cambiamento, in Europa come in Italia».
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Ministro Luigi Di Maio, il premier Conte solo poche ore fa ha sottolineato il proprio ruolo di capo del governo con un messaggio di «avvertimento» indirizzato a Salvini e in vista delle elezioni europee e amministrative. Eppure l'impressione è che il M5S sia costretto ancora a inseguire il leader della Lega su terreni a lui congeniali. Solo tattica, anche in base ai sondaggi che cominciano a ri-premiarvi, su temi quali migranti, la questione rom, il fisco?
«Tattica? Dopo il caso Siri e i nuovi casi di corruzione che stanno investendo la Lombardia, ma direi anche il resto d’Italia, abbiamo subìto un’escalation di provocazioni davvero incredibile. L’impressione è che si cerchino di coprire i fallimenti altrui insultando il MoVimento 5 Stelle. Si aprono fronti inspiegabili e si sparano slogan ad ogni occasione utile, a volte dicendo anche frasi a mio avviso pericolose da un punto di vista istituzionale. È prima di tutto un peccato, perché così vengono coperti i buoni risultati che stiamo portando a casa, come il successo del reddito di cittadinanza, il boom di contratti stabili incentivati dal decreto dignità, la ripresa della produzione industriale, i vari decreti che spingeranno la crescita nei prossimi trimestri dell’anno. Capisco la campagna elettorale, ma noi abbiamo la responsabilità del Governo di questo Paese».
Ogni giorno è un botta e risposta tra lei e Salvini. Il governo in queste condizioni può realmente durare quattro anni oppure dopo le europee ci sarà una resa dei conti? E nel caso, lei è per nuove elezioni politiche oppure per nuovi equilibri? Possibile un'alleanza tra i 5Stelle e il Pd di Zingaretti?
«Lo ribadisco ogni volta che mi viene posta la domanda: questo è l’unico Governo possibile, le elezioni nazionali si sono tenute un anno fa e hanno prodotto un quadro ben chiaro. Il mandato degli italiani è incontrovertibile. Quanto al Partito democratico, stiamo parlando di un partito il cui nuovo corso si concretizza nella proposta di innalzamento degli stipendi dei parlamentari e di ripristino dei vitalizi. Una proposta prima smentita, poi rivendicata, poi ritirata e ora nuovamente rivendicata. Sono sempre gli stessi, cambiano le facce per racimolare qualche voto in più ma la sostanza non cambia».
Caso Siri. Dal centrodestra gridano allo scandalo e denunciano il pericolo che il potere giudiziario possa decidere per quello legislativo. Basta un avviso di garanzia per far dimettere, o meglio dimettere un sottosegretario? Può, secondo lei, una nuova questione morale riavvicinare Lega e Forza Italia a danno vostro?
«Bisogna smetterla con l’ipocrisia: il caso Siri tratta di corruzione e arriva perfino al coinvolgimento della mafia. Finché il MoVimento 5 Stelle ci sarà, su questi argomenti e su condotte che ledono la dignità dello Stato e le tasche dei cittadini non ci si sposterà di un millimetro. Capisco che veniamo da un’epoca in cui per vent’anni si è convissuto con leggi ad personam e corruzione a ogni livello, ma pensare di non poter parlare di questi argomenti è decisamente sbagliato. Così come pensare che il Governo possa convivere con accuse di quel tipo. In ogni caso sono contento che il Governo abbia dimostrato discontinuità rispetto a quell’epoca, ma non grido certo vittoria. Dovrebbe essere la normalità».
La Lega ha ripreso a spingere sull'autonomia differenziata delle Regioni per guadagnare terreno soprattutto al Nord, mentre il Sud verrebbe ulteriormente impoverito di fondi e servizi ai cittadini. È pur vero che la classe dirigente e politica del Mezzogiorno non sempre è stata all'altezza delle aspettative. La sua posizione in proposito, anche dopo che nel dl crescita è saltato il vincolo territoriale dei fondi di sviluppo e coesione? Dove finiranno queste risorse – più dell'80% - che erano invece destinate al Sud? Si può aprire una nuova disputa tra M5S e Lega su questi temi?
«Non esiste una Italia di serie A e una di serie B. Così come non esisterà una sanità di serie A e una di B, o delle scuole di seria A e di serie B. L’autonomia differenziata non dovrà essere un’accentuazione delle differenze tra Nord e Sud, questo deve essere chiaro. Per quanto riguarda quello che lei afferma sul decreto crescita, non è assolutamente vero che è saltato il vincolo dell’80%. Al contrario, viene mantenuto ed è aggiunta la norma Fraccaro che utilizza risorse “dormienti” e che non sarebbero state spese, e che insiste su tutti i Comuni d’Italia. Stiamo parlando di 500 milioni di euro che daranno nuovo impulso ai territori».
Per le amministrative, in Puglia si vota anche in grandi centri quali Bari, Lecce e Foggia. Cosa vi aspettate? È ancora presto per aprire all'appoggio delle liste civiche?
«Non mi piace lanciarmi in previsioni. Quello che so è che abbiamo candidato persone competenti, dal casellario giudiziario pulito e che vogliono lavorare per il bene degli abitanti delle loro città. Non abbiamo interessi di singoli o gruppi da tutelare, favori da ricambiare. Queste persone sono libere, come libero deve essere il voto».
Nel 2020 in Puglia si vota per le regionali. Conosce Emiliano? Che ne pensa delle sua larghissime intese che sovente strizzano l'occhio anche ai 5Stelle – cui sono stati offerti pure assessorati - in una regione in cui il Movimento è apparso in difficoltà su questioni quali ex Ilva e Tap?
«Emiliano è un uomo del Pd, quello è il suo partito di riferimento. Io sulla Puglia non vedo solo le criticità che dice lei, ma anche i tanti interventi che stiamo realizzando e che alla lunga pagheranno. Sui dossier che abbiamo affrontato abbiamo ottenuto il massimo nelle peggiori condizioni possibili, con contratti già firmati dal precedente Governo e nascosti nei cassetti dei ministeri che vincolavano ogni decisione. Sono venuto personalmente a Taranto qualche settimana fa e ho fortemente voluto che l’incontro coi cittadini fosse trasmesso in streaming. Alle associazioni, ai cittadini, ho spiegato con la massima umiltà i fatti, il percorso e le idee di rilancio su cui il Governo si sta impegnando con tutte le forze. Su Ilva, in particolare, bloccare tutto avrebbe significato ritrovarsi un ricorso che avremmo perso, con il conseguente ingresso dell’azienda alle condizioni precedenti, il licenziamento di migliaia di persone e vincoli ambientali ben peggiori. Ora è partita la fase 2, con la riconversione economica dell’area e, per inciso, abbiamo già eliminato la cosiddetta immunità penale. È finita l’epoca in cui i politici abbandonavano i territori, così come quella in cui i rappresentanti dei cittadini venivano eletti e poi non ci mettevano la faccia».
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CONFLITTO D'INTERESSI? MI ASPETTO LEALTA' - «Sul conflitto d’interessi mi aspetto lealtà al contratto. La legge è nel contratto e si deve fare perché abbiano fatto la legge anticorruzione e per contrastare la corruzione la cosa più importante è fare una legge che impedisca ai prenditori, non agli imprenditori, di avere santi in paradiso. Per fare in modo che non ci siano più leggi ad personam o ad aziendam per salvare il business a discapito di tutti gli imprenditori onesti italiani». Lo ha detto Luigi Di Maio a San Giovani Rotondo.