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Lecce, violenta la nipotina: 15 anni di prigione allo zio orco

 
Redazione online

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Lecce, violenta la nipotina: 15 anni di prigione allo zio orco

Avrebbe abusato della piccola che le era stata affidata per due anni, fino a quando non è stata adottata

Sabato 30 Marzo 2019, 11:47

LECCE - Quindici anni di carcere per aver abusato della nipotina fin da quando aveva appena sette anni.
È questa la severa condanna che i giudici della prima sezione penale (presidente Francesca Mariano, a latere Sergio Tosi e Alessandra Sermarini) hanno inflitto ad un venditore ambulante di 51 anni, residente in un paese a nord di Lecce.
Il pubblico ministero Stefania Mininni aveva invocato una condanna di 14 anni di carcere, ritenendo l’uomo responsabile di violenza sessuale aggravata e continuata.
I fatti, così come contestati nel capo d’imputazione, sarebbero avvenuti in un periodo di tempo compreso fra il 2008 e il 2010.

La presunta vittima venne affidata agli zii in tenera età, per poi, a distanza di due anni, essere trasferita in una casa famiglia dove poi ha incontrato i suoi genitori adottivi.
E proprio alla madre affidataria la giovane avrebbe rivelato le insistenti e morbose attenzioni ricevute dallo zio con il quale viveva. La Procura contesta all’uomo di aver abusato sessualmente della nipotina due o tre volte a settimana, minacciando di picchiarla se avesse rivelato alla moglie quanto accadeva.
Così sono state avviate le indagini. In sede di incidente probatorio, però, sembra che la vittima non abbia confermato le accuse nei confronti dello zio. Così il pm aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato, in seguito alla quale i giudici hanno poi disposto l’ascolto della vittima. Che, seduta in aula, ha confermato di aver subito gli abusi da parte dello zio. Una testimonianza che, inevitabilmente, ha avuto come conseguenza quella di ribaltare le sorti del processo.
L’avvocato Paolo Maci commenta così la condanna: «Presenteremo appello per ribaltare l’esito del giudizio - dichiara - Riascoltare ora la minore è stata una decisione sbagliata. Dopo quattro anni non solo la stessa non poteva contraddire la denuncia sporta dai genitori affidatari ma la stessa ha fornito in sede di ascolto delle dichiarazioni per molti versi prive di logicità dal punto di vista fattuale, quindi inverosimili».

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