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Scintille Nato-Russia
Armando Fizzarotti
21 Marzo 2019
Trovarsi nel bel mezzo di una nuova «Guerra Fredda» da un giorno all’altro in Islanda, nell’estremo Nord Europa, a fare i guardiani dell’Alleanza Atlantica fin giù ad un’Ucraina assolutamente impopolare per aver messo al bando artisti italiani (perché considerati troppo «amici» di Putin, il presidente-zar della Russia) del calibro di Al Bano, Toto Cutugno e Michele Placido...
È la situazione quasi kafkiana che coinvolge i militari della base di Gioia del Colle (36° Stormo) che fanno parte del contingente di 130 aviatori mandato dal governo italiano nella base aerea di Keflavik per sorvegliare lo spazio aereo islandese in queste prossime quattro settimane con i caccia intercettori Eurofighter «Typhoon». Caccia che tre giorni fa, decollando da Keflavik dove erano schierati da alcuni giorni, hanno intercettato e costretto al «dietrofront» due grossi pattugliatori marittimi Tupolev 142 russi che avevano violato lo spazio aereo Nato islandese senza prendere contatto con il controllo del traffico aereo e mantenendo i propri radar spenti. Va anche registrato che l’aereo-cisterna KC-767 dell’Aeronautica militare che ha accompagnato e rifornito in volo gli Efa ha avuto una piccola avaria radio nel volo di ritorno in Italia.
E non è una nuova Guerra Fredda da «operetta», tra l’altro divampata a totale insaputa dei cittadini italiani. Tutt’altro. Da giorni ormai la Nato e la Russia stanno ammassando truppe e bombardieri su entrambi i fronti lungo un ideale «filo rosso» che va dalla regione artica ai confini con Lettonia, Lituania e Polonia fin giù al Mar Nero, con gli americani che hanno inviato bombardieri a capacità nucleare B-52 in Gran Bretagna e il Cremlino che sta inviando i propri bombardieri ad armamento nucleare « Backfire» in Crimea, territorio da 5 anni controllato da Mosca e ora rivendicato dal presidente uscente dell’Ucraina Petro Poroshenko (al governo da 5 anni), alla vigilia delle elezioni previste il 31 marzo nel Paese, nelle quali sfiderà alle urne Julija Tymosenko (già primo ministro nel 2005 e dal 2007 al 2010), l’attore comico Volodymyr Zelenskiy e il socialista Oleksandr Moroz. Oltre alla questione della Crimea, la lista dei conflitti fra Kiev e Mosca comprende la crisi della chiusura dello stretto di Kerch sul Mar Nero (i russi hanno ancora sotto chiave imbarcazioni e uomini della Marina militare ucraina) e l’annoso conflitto del Donbass.
L’altro fronte «incandescente» è la guerra civile in Siria, con le continue missioni di sorveglianza e spionaggio lanciate dagli americani a Sigonella (Catania). Ogni giorno dalla base siciliana decollano pattugliatori marittimi P-8 diretti nel Mediterraneo orientale, senza parlare dei «droni» telecomandati «Global Hawk» inviati sulle zone di crisi del Mar Nero.
Appesantisce ancora di più la scacchiera del rischioso «Risiko» in corso l’arrivo nei giorni scorsi della portaerei francese «Charles De Gaulle» al largo delle coste siriane, dove i cacciabombardieri di Mosca da 4 anni intervengono al fianco delle milizie di Assad.
Se fra Mar Nero e Siria è chiaro il confronto fra Occidente e Russia per il controllo degli accessi marittimi, in Nord Europa dove in questi giorni operano i militari dell’Aeronautica militare si gioca la «partita» del controllo di risorse naturali ancora sfruttabili nella regione artica. In quest’ottica vanno così lette le «incursioni» sempre più frequenti dei velivoli militari russi nei cieli della Nato (intercettazioni sono state effettuate dalla Raf anche al largo di Gran Bretagna e Norvegia), nella speranza che fra esercitazioni e provocazioni non si scateni un’«escalation» dagli esiti imprevedibili.
Tra l’altro, in un ideale sondaggio gli italiani preferiscono Al Bano, Toto Cutugno e Michele Placido o Poroshenko?
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