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«Aqp vada ai Comuni come azienda speciale», l'emendamento grillino alla Camera

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Aqp e la truffa del cloro «Siamo parte offesa»

La proposta non piace agli alleati: «In Italia l'acqua è già pubblica». Secondo una ricerca farà aumentare il debito dello Stato

Giovedì 28 Febbraio 2019, 12:57

15:21

L’emendamento di maggioranza è arrivato, presentato dal deputato tarantino Giovanni Vianello. Prevede che dopo il 2021 Acquedotto Pugliese venga trasformato in azienda speciale consortile, «ente di diritto pubblico a cui avranno l’obbligo di associarsi i Comuni attraverso la sottoscrizione di una convenzione di cooperazione». Una formula che crea più problemi di quella che risolve, spuntata nel dibattito sulla riforma grillina del sistema idrico integrato. Un disegno di legge, quello presentato lo scorso anno da Federica Daga, che per il momento è stato affondato da 230 proposte di modifica, alcune talmente radicali da minarne l’obiettivo: far decadere tutte le attuali gestioni e far stabilire le tariffe al ministero dell’Ambiente. Una ipotesi che, secondo stime informali della Ragioneria generale dello Stato, rischia di costare più del Reddito di cittadinanza.


«Per noi, così com’è, questo ddl è invotabile», ha detto martedì al «Foglio» il sottosegretario leghista all’Ambiente, Vannia Gava, certificando la spaccatura nella maggioranza. La Lega riconosce infatti che in Italia l’acqua è già pubblica (lo sono il 95% delle società di gestione), non si paga come materia prima (la bolletta copre infatti i costi del servizio) e dunque far decadere le attuali concessioni ha soltanto motivazioni «ideologiche» (parola di Gava), oltre a costare 5-6 miliardi di euro.
Ecco perché è molto probabile che il testo, su cui pure la commissione Ambiente della Camera sta lavorando con la procedura d’urgenza, potrebbe finire su un binario morto. La disciplina generale della proposta prevedeva appunto la decadenza di tutte le concessioni, compresa quella di Aqp spa che appartiene al 100% alla Regione ed è dunque pubblica. L’emendamento Vianello serve a stabilire che la ipotetica azienda speciale che ne prenderà il posto «mantiene l’ambito di gestione del servizio idrico integrato identificato al momento dell’entrata in vigore della presente legge».

A specificare l’ipotesi di ingresso dei Comuni è stata, nel corso del dibattito in commissione, la deputata grillina Ilaria Fontana che ha presentato i numerosi emendamenti del suo partito. Aqp, ha detto, ha «esigenze del tutto peculiari» essendo il principale gestore italiano per numero di abitanti serviti (oltre ad avere la rete di acquedotto più estesa d’Europa). Ma la soluzione scelta creerà gravi conseguenze.
La trasformazione in azienda speciale comporterà l’impossibilità di accedere al credito bancario, e dunque le opere infrastrutturali dovranno essere finanziate con le bollette (che aumenteranno). In più, come notava un paper dell’istituto Bruno Leoni dall’eloquente titolo («L’acqua è già pubblica!»), «se la riforma fosse approvata, i gestori del servizio sarebbero riclassificati ai fini statistici all’interno del perimetro pubblico. In tal caso, i rispettivi debiti andrebbero consolidati nel bilancio degli enti controllanti. Si tratta di circa 17 miliardi di euro, a cui si aggiunge un fabbisogno annuo di 2-4 miliardi di euro per i nuovi investimenti». Insomma: tariffe più alte, maggiori debiti e meno investimenti in opere infrastrutturali.

DELIBERATI APPALTI PER 26 MILIONI - Appalti per oltre 26 milioni di euro sono stati deliberati dal Cda di Acquedotto Pugliese. Tra le voci più significative, i lavori di adeguamento dell’impianto di depurazione a servizio dell’abitato di Martina Franca (Taranto) e il completamento delle reti idriche e fognarie nel comune di Salve (Lecce).
«E' stata una tornata significativa - dice il presidente di Aqp, Simeone di Cagno Abbrescia. Abbiamo varato una serie di iniziative, specialmente nel settore della depurazione, che produrranno effetti sostanziali dal punto di vista economico e della salvaguardia dell’ambiente. È nostro dovere seguire la strada della sostenibilità e porre come obiettivo primario il benessere delle comunità». Con riferimento all’impianto di depurazione di Martina Franca, l’importo a base d’asta ammonta complessivamente a quasi 11 milioni e sarà destinato alla progettazione e all’esecuzione dei lavori di adeguamento al fine di potenziare il sistema depurativo nell’abitato.

Il piano di investimenti sulla depurazione è dettato dalla necessità di ottimizzare i processi, con benefici sul piano economico ed ambientale. Sulla progettazione e realizzazione di nuove reti idriche e fognarie, in particolare nel territorio di Salve (Lecce), l’appalto ammonta a 11,2 milioni.
«Gli investimenti sulla depurazione varati dal CdA - spiega l'Ad Nicola De Sanctis, - sono finalizzati a garantire un servizio sempre più efficiente e rispettoso dell’ambiente. Acquedotto Pugliese opera attivamente in questo settore e ne sono la riprova l’avvio di un impianto di cogenerazione a Lecce per la produzione di energia elettrica dalla lavorazione dei fanghi e la ricerca delle migliori tecnologie per la riduzione dei fanghi. Perseguiamo, altresì, opportunità di incremento del servizio integrato grazie al potenziamento delle reti idriche e fognarie del territorio».

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