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Trivelle nello Ionio, ministro Costa: «Nessun ok o me ne vado»

 
Redazione online

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Trivelle nello Ionio, ministro Costa: «Nessun ok o me ne vado»

Braccio di ferro tra Lega e M5s. Le dichiarazioni del ministro sui social network fanno discutere

Mercoledì 23 Gennaio 2019, 17:51

21:38

BARI - Un decreto che rischia di decadere e un ministro che minaccia di lasciare. Sono gli effetti di uno scontro durissimo nella maggioranza sulle trivelle. Il braccio di ferro sullo stop alle trivellazioni voluto dal M5s, prosegue fino a notte con la Lega. E blocca l’esame del decreto semplificazioni, che di rinvio in rinvio non è ancora approdato nell’Aula del Senato. M5s non molla: il ministro dell’Ambiente Sergio Costa dice di essere disposto a farsi sfiduciare, pur di non firmare autorizzazioni a trivellare. Ma la Lega replica tranchant: «Il Parlamento è sovrano, la decisione è politica». 

«Non firmo e non firmerò autorizzazioni a trivellare il Paese anche se dovesse esserci il parere positivo della Commissione Via-Vas. Le alternative ci sono. Si chiamano 'energie rinnovabili', se bisogna investire è quella la direzione».

Il ministro Costa torna così sul tema trivelle anche dal suo profilo Facebook: «ricordo che un miliardo di euro investito in rinnovabili ed efficientamento energetico crea fino a 13 mila posti di lavoro. È anche una questione economica: vogliamo puntare sulle fossili, che impoveriscono il territorio e che creano pochi posti di lavoro o sulle rinnovabili, perseguendo gli obiettivi di sostenibilità europei, aiutando il clima e creando tanti posti di lavoro?».
Il post si chiude con una domanda a cui lo stesso ministro fornisce già la risposta: «mi farò dei nemici? Saranno gli stessi nemici dell’ambiente e del Paese».

Intanto le commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato torneranno a riunirsi alle 20 sul decreto semplificazioni. Lo si apprende al termine di un ufficio di presidenza delle commissioni, dopo il rinvio dell’Aula.
Il tentativo in atto nella maggioranza è quello di sciogliere il nodo dell’emendamento sulle trivelle, al centro di un braccio di ferro tra M5s e Lega, prima della ripresa dei lavori in commissione. 

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