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Lotta alla Xylella, cunette nel mirino

 
Marco Mangano

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Marco Mangano

ulivo, xylella

Porcelli (Università di Bari): questione ignorata, eppure lì i vettori depongono le uova

Mercoledì 19 Dicembre 2018, 10:44

12:18

Lotta alla Xylella fastidiosa, le cunette stradali finiscono nel mirino. Ne parliamo con Francesco Porcelli, docente del dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti nell'università di Bari «Aldo Moro», mentre il patogeno killer degli ulivi bussa alle porte del Nord Barese, esponendo a un rischio elevato l’area di eccellenza pugliese - e non solo - dell’olio extra vergine.

Perché le cunette sono ritenute importanti per limitare l’invasione del batterio?
«Perché diventano rifugio per la deposizione delle uova dei vettori della Xylella (le sputacchine, ndr), assicurandone lo sviluppo».

Fino a questo momento come è stata affrontata la questione?
«È stata ignorata. In realtà, sebbene siano relativamente poco estesi, questi canali possono ospitare un numero di vettori rilevante, capace di propagare l’infezione su molti ettari delle coltivazioni vicine».

Se non trattassimo queste strutture stradali, avrebbe senso l’azione di controllo dei vettori in campo?
«No, almeno per i primi quattro-cinque anni di intenso e regolare monitoraggio degli stadi giovanili».

Questo controllo delle sputacchine si armonizza con le «buone pratiche»?
«No, perché le “buone pratiche” sono purtroppo travolte delle “invasioni biologiche” di tanti organismi che percorrono incontrastati il nostro territorio».

Ma voi scienziati come ritenete di potere uccidere i giovani vettori della Xylella, rifugiati nelle cunette?
«Disponiamo di un certo numero di sostanze e mezzi fisici che, distribuiti in modo opportuno e sequenziale, sono capaci di sopprimere percentuali elevate, ben oltre il 99%».

Quali sono i motivi alla base del fallimento del controllo delle sputacchine?
«Solo una piccola percentuale della superficie stradale, che avrebbe dovuto essere disinfestata, è stata trattata e la temporizzazione consigliata era, e purtroppo è, ancora sbagliata».

Quindi, finora i vettori non sono stati monitorati?
«Sì, ma poco. A macchia di leopardo e senza la possibilità di quantificare l’efficacia del controllo. Infatti, solo dalla fine della passata stagione abbiamo un metodo di campionamento quantitativo degli stadi giovanili che ci permette di regolare il quanto e di valutare i risultati delle azioni di controllo. L'obiettivo è usare il quantitativo minimo efficace di sostanze chimiche per mirare in modo razionale ai vettori. Riducendo al minimo effetti collaterali, costi e inquinamento».

Ma, in pratica…
«Abbiamo ideato una macchina da agricoltura integrata di precisione, pensata per il controllo degli stadi giovanili delle sputacchine, ma capace di molteplici applicazioni in agricoltura convenzionale, bio, intensiva o estensiva, in ambiente urbano o marginale. In sostanza, i problemi nuovi si risolvono con soluzioni nuove… ».

Quando sarà disponibile?
«A febbraio. Una prima versione è stata già attiva, a scopo sperimentale, negli scorsi marzo e aprile. L’ideazione e la produzione sono interamente “made in Puglia”, frutto di un consorzio Disspa Uniba “Aldo Moro” e Dyrecta Lab s.r.l. con sede in Conversano, nel Barese. Una speranza per il controllo dei vettori della Xylella».

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