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Tap, Di Maio: «A giorni valutazioni ministro Ambiente»

 
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Squeri, Forza Italia: «Governo continua a nicchiare, basta giocare»

Mercoledì 24 Ottobre 2018, 16:11

17:53

«Sul Tap stiamo aspettando le valutazioni finali del ministero dell’Ambiente, che dovrebbero arrivare a giorni». Lo ha ricordato il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, nel corso del question time alla Camera.
Per quanto riguarda la fornitura di gas, ha proseguito Di Maio, «anche quest’anno sono stati analizzati gli scenari per il prossimo inverno al fine di prevenire rischi», con riferimento "sia alla domanda» che «alle fonti di importazione e agli stoccaggi», considerando la riduzione della capacità di trasporto del gasdotto tedesco Tenp e anche ipotizzando un eventuale stop a uno dei punti di ingresso del metano russo. A questo proposito, Di Maio ha parlato di due «procedure di peak shaving» (l'immissione nel sistema di gnl precedentemente scaricato e stoccato, ndr) che «si sono concluse entrambe con esito positivo, la prima a settembre e la seconda in questi giorni. Pertanto arriveranno a breve due carichi di gas naturale liquefatto che resteranno a disposizione per coprire eventuali brevi picchi di domanda nel corso del prossimo inverno». Per quanto riguarda infine l’allineamento dei prezzi italiani del gas rispetto a quelli medi europei «si tratta di un fenomeno strutturale legato principalmente ai costi e alle capacità di trasporto dei gasdotti che collegano l’Italia ai mercati liquidi del Nord Europa, fenomeno che potrà essere ridotto attraverso un miglioramento del rapporto domanda/offerta sul mercato italiano.

LE PAROLE DI SQUERI (FI) - Il gas è la principale fonte energetica del Paese: siamo i maggiori consumatori in Europa e lo importiamo per oltre il 90% del nostro fabbisogno. In questo quadro esistono criticità legate sia alla capacità di assicurare un’adeguata fornitura durante l’inverno sia ai costi: le bollette sono aumentate a giugno e a ottobre e aumenteranno ancora a gennaio». Così il deputato di Forza Italia con delega all’energia Luca Squeri intervenendo in Aula durante il Question Time con il ministro Di Maio. «Il Tap è una risposta valida, ma il governo continua a nicchiare: è da tempo che ci sentiamo ripetere, come fatto oggi dal Ministro, che le valutazioni del Ministero dell’Ambiente 'dovrebbero arrivare a giorni'. Dietro questo fumo c'è la volontà ideologica di annullare un progetto che è l’unico strumento per ribaltare in positivo la situazione. Non possiamo accettare che l’esecutivo giochi su temi tanto importanti», ha concluso.

LEU "VA BLOCCATA" - La Tap dovrebbe essere bloccata perché troppe procedure autorizzative sono state condotte in maniera illegittima, senza i necessari approfondimenti sulla correttezza, sull'utilità dell’opera e sui vantaggi costi-benefici. E ci pare che anche questo governo, in linea con i precedenti, non abbia voluto dedicare i necessari sforzi per bloccare davvero Tap». È quanto si legge in un’interrogazione dei deputati di Liberi e Uguali, primi firmatari Nicola Fratoianni e Rossella Muroni, presentata a Montecitorio e rivolta al governo italiano.
«Vogliamo sapere - proseguono - se davvero il governo intende valutare fino in fondo il dossier consegnato dal sindaco di Melendugno durante l’ultimo incontro a Palazzo Chigi nel quale sono elencate le problematiche che la sistemazione della conduttura subacquea comporterebbe all’habitat marino e le presunte criticità ambientali relative all’area del cantiere. E se il governo intende fornire elementi circa le anomalie riscontrate dal comitato No Tap sulle procedure adottate per la realizzazione del gasdotto. Dal premier Conte vogliamo sapere anche per quali motivi il governo nei giorni scorsi ha deciso di incontrare, insieme al sindaco di Melendugno, i soli rappresentati istituzionali nazionali e regionali di un’unica forza politica di maggioranza, nonostante il Tap sia un’opera che interessa in prima battuta tutti i cittadini pugliesi, dimostrando una concezione privatistica della politica. Infine - concludono i deputati di Leu - vogliamo sapere, alla luce di varie interviste di ministri ed esponenti M5S, se intende fornire tutti gli elementi e le prove documentali in possesso in base alle quali la rinuncia alla costruzione del Tap o lo spostamento del punto di approdo comporterebbe il pagamento da parte dell’Italia di enormi penali, quantificate anche intorno ai circa 20 miliardi di euro

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