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Giornalista minacciato a Scanzano Jonico: «Non mi fermo, non ho paura di voi»

 
Redazione online

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Giornalista minacciato a Scanzano Jonico: «Non mi fermo, non ho paura di voi»

Filippo Mele con i carabinieri

Lettera del collaboratore della «Gazzetta» Filippo Mele ai criminali della mafia del Metapontino

Giovedì 11 Ottobre 2018, 10:07

19:03

Una busta contenente un proiettile e una penna rossa nella propria abitazione: ecco come è arrivato il messaggio intimidatorio al nostro collaboratore Filippo Mele, che scrive per la «Gazzetta» da più di 15 anni. Un chiaro avviso dopo che Mele ha scritto, qualche giorno fa, dello smantellamento di tre clan criminali della mafia del Metapontino. Il giornalista, tuttavia, ha voluto affidare alle pagine del quotidiano una lettera, in cui lanciare una risposta a chi l'ha voluto intimidire: «Non mi fermo».

(di Filippo Mele)

"Cari delinquenti di Scanzano Jonico e dintorni vi scrivo per dirvi che non ho paura di voi. Anzi, che vi sfido. Non agite col buio delle tenebre, di notte. Venite davanti a me a viso aperto. Io voglio vivere! E continuare a scrivere per la «Gazzetta». Ed a parlare nei convegni. Invocando giustizia per quanti hanno subito attentati incendiari notturni, violenze, intimidazioni. Voglio troppo bene al giornalismo e all’impegno per la verità e per la giustizia per fermarmi.
Il «regalo» che mi avete fatto ieri mattina, nella martoriata Scanzano Jonico, la città della Basilicata dove il 4 ottobre scorso c’è stato un maxiblitz della Direzione distrettuale antimafia contro un clan malavitoso ritenuto dagli inquirenti di stampo mafioso, una busta bianca con all’interno un foglio, anch’esso completamente bianco, una penna biro col tappo rosso, un colpo di pistola, mi ha turbato ed emozionato. La minaccia è pesante. La penna rossa può significare che ho scritto articoli con errori. O che non ne devo scrivere più di simili. Il rosso indica il sangue. Il colpo di pistola che i carabinieri mi hanno detto essere inesploso significa che sono nel mirino. Il prossimo potrebbe esplodere su di me. Ma vi ripeto: io non ho paura di voi. Io sono il vostro bersaglio. Sapete dove trovarmi. Venite ad affrontarmi. Sappiate, intanto, che la vostra penna biro col tappo rosso ed il vostro colpo di pistola inesploso non mi impediranno di continuare a scrivere ed a parlare. Come ho fatto sino ad oggi. Voglio troppo bene al giornalismo, alla «Gazzetta», a Scanzano Jonico ed al Metapontino, per star zitto. La mafia uccide, il silenzio pure. Io voglio vivere".

LA SOLIDARIETÀ DI ODG E FNSI - La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti «si uniscono all’Assostampa, all’Odg e al Consiglio di disciplina territoriale della Basilicata nell’esprimere piena solidarietà a Filippo Mele, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, al quale è stata inviata una busta contenente un proiettile». «Chi parla di criminalità - è scritto nel comunicato diffuso dagli organismi regionali di categoria - finisce nel mirino, vittima di minacce di evidente stile mafioso. Il vile gesto segna un grave imbarbarimento che tocca il mondo dell’informazione e tutti i giornalisti che operano in territori di frontiera. Quanto accaduto non costituisce solo un’azione vigliacca contro un giornalista, ma si configura come un preciso attacco al diritto-dovere di cronaca e di critica. Un diritto sancito dalla nostra Costituzione che oggi sta vivendo momenti drammatici anche a causa di un clima generale sempre più torbido, percepibile nel crescente degrado del discorso pubblico. Una caduta nei toni e nei contenuti che sembra disconoscere nei fatti il valore fondamentale di una informazione autonoma e indipendente come pilastro e cartina di tornasole della democrazia nel nostro Paese». «Tutti gli organismi della categoria - hanno sottolineato i rappresentanti dei giornalisti della Basilicata - ma anche numerosi rappresentanti della società civile e delle istituzioni, hanno denunciato l’inaudita gravità di attacchi inaccettabili rivolti a giornali, giornalisti, allo stesso Ordine professionale e, più in generale, all’esercizio pieno della libertà di stampa. Vere e proprie aggressioni che hanno avuto per protagonisti anche autorevoli rappresentanti istituzionali. Uno scenario, questo, che rischia di creare un terreno fertile per quanti, non più soltanto con le parole o con gli strumenti legislativi, mirano a mettere a tacere la libera informazione e l’autonomia di chi è chiamato a svolgere una funzione sociale delicata e strategica nel rispetto dei principi deontologici, della verità dei fatti, della responsabilità di quanto viene pubblicato al fine di tutelare, prima di ogni altra cosa, il diritto di ogni cittadino a essere informato con correttezza e completezza. Nessuno si illuda. Nessuna minaccia, nessuna intimidazione, nessun provvedimento punitivo potranno mettere a tacere giornali e giornalisti. Per questo, nel respingere con fermezza l’atto ignobile rivolto al cronista della Gazzetta del Mezzogiorno, auspichiamo - hanno concluso - non soltanto che organi di polizia e magistratura possano rapidamente individuare e punire i responsabili di questo gesto esecrabile, ma che, in difesa della libertà di stampa, possa esserci un sussulto di dignità generale da parte di società e istituzioni». 

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