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Salvini e il tweet su arresto sindaco Riace, Emiliano: «Doveva stare zitto»

 
Redazione online

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Salvini e il tweet su arresto sindaco Riace, Emiliano: «Doveva stare zitto»

Foto di Piero Aricò

Il presidente della Regione commenta l'ironia social del ministro dell'Interno: «Utilizza la sicurezza per alimentare il consenso politico del suo partito, il contrario di quello che dovrebbe fare un ministro»

Mercoledì 03 Ottobre 2018, 15:49

04 Ottobre 2018, 15:47

«Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati!»: così il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha commentato l'arresto per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina del sindaco di Riace (RC) Domenico Lucano. Non sono mancate le polemiche. «Ancora una volta c'è la conferma della totale mancanza di cultura istituzionale legata alla funzione del ministro Salvini. Non è il posto giusto per una persona che è un capo politico, non è un tecnico della sicurezza. Quindi utilizza la sicurezza per alimentare il consenso politico del suo partito, esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare un ministro dell’Interno che invece è un soggetto neutrale che amministra e organizza le forze dell’Ordine, in modo tale che la partita sia sempre imparziale ed uguale per tutti». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando del tweet. «Un ministro dell’Interno, quando viene arrestata una persona, peraltro da forze di polizia che sono sotto il suo coordinamento, deve stare zitto, non ha alternative. Posso capire che qualcuno parli in generale di fenomeni criminali e quindi che il ministro dell’interno vada girando per l’Italia facendo campagna elettorale, si può anche ingoiare. Ma che su uno specifico arresto si metta anche a prendere in giro l’arrestato sinceramente non l’avevo mai visto, è una novità assoluta. Devo dire che è una novità molto triste».

Anche il sindaco di Bari Antonio Decaro ha espresso il suo parere riguardo al tweet. «Non mi piace. Soprattutto capita spesso ai sindaci di dover forzare la mano rispetto alle norme esistenti per assicurare i diritti alle persone che vivono all’interno delle nostre comunità. È accaduto nel passato quando lo facevamo per le unioni civili. Continua ad accadere anche in questi giorni».

(grazie a Piero Aricò per la foto)

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