Martedì 11 Novembre 2025 | 16:00

Foggia, legarono e imbavagliarono in casa una 84enne per rapinarla: i 5 arrestati fanno scena muta

Foggia, legarono e imbavagliarono in casa una 84enne per rapinarla: i 5 arrestati fanno scena muta

 
redazione foggia

Reporter:

redazione foggia

Foggia, legarono e imbavagliarono in casa una 84enne per rapinarla: i 5 arrestati fanno scena muta

Tra di loro anche la nipote adottiva dell'anziana, Valentina Consalvo. Figura-chiave dell’indagine, considerato che i rapinatori avevano conoscenza di cassaforte e beni custoditi

Martedì 11 Novembre 2025, 14:25

Anche il particolare dello smalto rosa sulle unghie è uno degli elementi a carico di Valentina Consalvo, la trentunenne foggiana da 4 giorni in cella con i 4 presunti complici perché accusati della brutale rapina a una 84enne del capoluogo, nonna adottiva dell’indagata. L’anziana fu aggredita in casa la tarda mattinata del 21 ottobre 2024; legata; imbavagliata; costretta a indicare la cassaforte da cui furono sottratti gioielli e 2mila euro in contanti. La Consalvo è la figura-chiave dell’indagine, considerato che i rapinatori avevano conoscenza dei luoghi e sapevano di cassaforte e beni custoditi. Dagli atti dell’indagine di Procura e carabinieri emergerebbe che forse l’originario piano era rubare nell’appartamento, progetto saltato il 2 ottobre perché un paio di indagati sarebbero stati visti e riconosciuti dalla vittima. Da qui la decisione di rapinarla in casa, inizialmente fingendosi postini per farsi aprire; per poi cambiare il programma, pedinando la donna al supermercato e sulla strada del ritorno, aggredendola al rientro sull’uscio di casa.

Ieri mattina i 5 indagati in cella dal 7 novembre, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al gip Odette Eronia che ha firmato le ordinanze cautelari accogliendo le richieste dei pm Roberto Galli e Matteo Stella. Scelta del silenzio quindi per Valentina Consalvo, 31 anni, che per 10 anni visse a casa del figlio della vittima adottata come una figlia prima di andar via nel 2023 per divergenze in famiglia; il fidanzato Michele Fini, 26 anni; il fratello Francescopio Fini, 23 anni, residenti a Carapelle; il loro cugino Michele Placentino, 37 anni di San Giovanni Rotondo; Raffaele Garruto, 26 anni, di Orta Nova, già dipendente dell’azienda agricola Fini. Sono difesi dagli avv. Michele Curtotti (Consalvo); Gianluca Ursitti e Raffaele Ferrantino (i Fini); Armidio Squarcella (Placentino); Pompeo Carbotta (Garruto). Nella ricostruzione accusatoria basata su testimonianze, video, tabulati telefonici, intercettazioni, a compiere la rapina con i visi coperti da mascherine, cappucci e occhiali da sole sarebbero stati Consalvo, Garruto e un secondo uomo rimasto sconosciuto; mentre i fratelli Fini e Placentino avrebbero stazionato nei pressi dell’abitazione della vittima.

La donna che rapinò l’anziana fu filmata all’uscita dal palazzo, con una scatola. “C’è corrispondenza tra la manicure dell’indagata (unghie con smalto rosa) e la fotografia in cui tiene la scatola” annota il gip. I sospetti dei carabinieri si indirizzarono subito sulla Consalvo perché uno dei 3 rapinatori fu descritto dalla vittima come una donna bassa e dalla corporatura esile. Consalvo fu interrogata nelle ore successive all’aggressione: disse d’essere stata col fidanzato. Le venne scattata una foto in cui si evidenzia il particolare delle unghie con lo smalto rosa. Altro elemento indiziario i tabulati telefonici. “Sebbene abbiano espresso la loro estraneità ai fatti” aggiunge il giudice “al momento della rapina i tabulati confermano la presenza degli indagati sul luogo del fatti, in quanto agganciarono la medesima cella (o la limitrofa) che copre l’abitazione della parte offesa”.

Un’ipotesi investigative è che Consalvo avesse contratto debiti con i Fini e Placentino e quindi dovesse sdebitarsi. L’accusa parla di “transazioni economiche sospette”, esaminando la vendita a Placentino dell’auto “Mini Cooper” intestata alla foggiana; l’acquirente avrebbe pagato il solo passaggio di proprietà. Secondo il gip “è alquanto improbabile che la Consalvo abbia regalato l’auto; difficile ritenere l’operazione un atto di liberalità, più probabile che tragga origine dal debito che la donna aveva nei confronti dei Fini e Placentino. In tal caso la cessione della macchina rappresenterebbe un modo per estinguere parzialmente il debito”. Di soldi avanzati da Michele Fini si parlerebbe anche in una captazione; l’indiziato riferì “d’aver incontrato la Consalvo per discutere di alcuni debiti della donna nei suoi confronti; e della proposta di lei di creare una società, con il 10% dei guadagni destinati a lui”.

Come un’altra intercettazione del 28 novembre 2024 tra i fratelli Fini riguarderebbe, nell’ottica accusatoria tutta da dimostrare, la richiesta di soldi avanzata da Garruto (ritenuto uno dei 3 esecutori materiali della rapina) a Michele Fini “per quel fatto là”. Michele informa Francescopio: “ha chiamato Raffaele, vuole i soldi”. Francescopio: “Che soldi? Per quel fatto?”. Michele: “Eh, mo’ devo vedere come c… dobbiamo fare che glieli dobbiamo dare. Ha detto voi mi avete mandato e voi avete la responsabilità. Gli dobbiamo dare i soldi e basta. E chiudiamo il discorso. Noi non dobbiamo cacciarli, quindi non ce ne frega niente”. Francescopio: “Gli dai mille euro e chiudi. Digli: questi qua me li sono tolti io”. Michele: “Gli ho chiesto” (riferito alla Consalvo) “5mila euro: 2mila li prendiamo noi, 3mila li diamo a lui”. Francescopio: “Che ha detto lei?”. Michele: “Le ho detto che quello vuole 5mila euro”. Francescopio: “Fai 2500 e 2500, che siamo fessi noi?”. Michele: “France’, quello è entrato. Hai capito o no? Non pensare così. Se stavi tu al posto di quello, pure che comunque tu non hai fatto niente”. Così il gip interpreta il colloquio tra i fratelli Fini. “Dalla conversazione emerge che Garruto ha contatto Michele Fini perché vuole i soldi ‘per quel fatto là’. Michele Fini si dimostra anche intimorito da Garruto di cui viene espressamente citato il ruolo nella vicenda, quando si dice che merita più soldi perché ‘quello è entrato, oh, non come a te’”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)