Venerdì 05 Dicembre 2025 | 18:14

Due ambulanze senza medico a Foggia: paziente muore e i soccorritori del 118 vengono presi a calci, pugni e minacce. L'Asl denuncerà le violenze

Due ambulanze senza medico a Foggia: paziente muore e i soccorritori del 118 vengono presi a calci, pugni e minacce. L'Asl denuncerà le violenze

 
Redazione online

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Foggia, chiamano il 118 per intossicazione, ma era uno scherzo

Il personale è stato aggredito anche con oggetti lanciati dai parenti durante l'intervento: il sindacato denuncia la mancanza di tutela e chiede pari dignità

Sabato 18 Ottobre 2025, 18:43

19 Ottobre 2025, 16:34

Ancora un'aggressione ai danni dei soccorritori del 118 a Foggia. Alcuni operatori sanitari in servizio presso il 118 della provincia di Foggia sono stati aggrediti nella serata di ieri durante un soccorso ad una donna, poi deceduta.

L’aggressione, a quanto si apprende, è avvenuta a Foggia, e ha comportato una prognosi di dieci giorni per i sanitari per stress emotivo.

Stando alla ricostruzione, nel tardo pomeriggio di ieri è giunta una richiesta di soccorso alla sala operativa del 118 che ha inviato sul posto due ambulanze con soccorritore ed infermiere. Il personale, accortosi della gravità della situazione evidenziata anche durante l’utilizzo del defibrillatore, avrebbe praticato il massaggio cardiaco per 58 minuti (costantemente seguiti telefonicamente da un medico in servizio presso la centrale operativa) ma la donna, in arresto cardiaco, non si è ripresa. Nel frattempo sul posto è giunta anche una terza ambulanza con un medico a bordo.

I parenti della persona deceduta, vista l’assenza del medico a bordo nelle prime due ambulanze, si sarebbero infuriati minacciando il personale intervenuto e lanciando oggetti contro le ambulanze, una delle quali è fuori uso per i danni riportati. I sanitari, in tutto sei, tra cui il medico e cinque tra infermieri e soccorritori, hanno riportato tutti una prognosi di dieci giorni. Sul posto è intervenuta la polizia.

«Il protocollo è stato eseguito correttamente - spiega il direttore della centrale operativa del 118 (nonché direttore del dipartimento di emergenza urgenza) Stefano Colelli. La donna era in arresto cardiaco e il personale ha eseguito correttamente tutte le pratiche di rianimazione cardio-polmonare.»

In un comunicato stampa, la UIL FPL ha condannato “con assoluta fermezza” l’aggressione, definendo inaccettabile la situazione di rischio costante a cui sono esposti gli operatori della Sanitaservice, esclusi dall’indennità di rischio riconosciuta invece ai colleghi della sanità pubblica. Il sindacato chiede interventi immediati per garantire la sicurezza degli operatori, un richiamo formale alla Centrale Operativa (che secondo il sindacato avrebbe reagito “con indifferenza” all'accaduto) e l’estensione dell’indennità di rischio a tutti i lavoratori del 118.

«È l’ennesima storia di una sanità che non ce la fa più», denuncia il consigliere regionale Napoleone Cera, sottolineando lo stato di abbandono in cui operano gli operatori: turni massacranti, mezzi insufficienti, personale ridotto all’osso e interventi sempre più frequenti senza medico a bordo. «È assurdo che chi lavora per salvare vite debba temere per la propria», aggiunge Cera, denunciando anche il silenzio delle istituzioni e la mancanza di solidarietà pubblica.

LA ASL DENUNCERÀ LE VIOLENZE

La Asl di Foggia denuncerà alla magistratura l’aggressione subita dagli operatori del 118 di Foggia che l’altra sera sono intervenuti per soccorrere una donna in arresto cardiaco, deceduta nonostante un massaggio cardiaco durato 58 minuti. Lo spiega la Asl in una nota nella quale rivolge le «più sentite condoglianze alla famiglia della donna deceduta il 17 ottobre scorso» parlando di un «dramma che segna non soltanto le persone strettamente coinvolte, ma l'intera comunità». «Al tempo stesso - si sottolinea -, non possiamo tacere gli episodi di violenza ai danni degli operatori del 118 intervenuti».

«Agli operatori del 118 che hanno operato in condizioni estremamente difficili e delicate - si sottolinea nella nota - esprimiamo la nostra piena solidarietà e il nostro ringraziamento per il lavoro svolto con professionalità e dedizione. La violenza, in qualunque forma, non può e non deve mai essere tollerata. È inaccettabile che chi ogni giorno presta soccorso ai cittadini debba temere per la propria incolumità. La sicurezza degli operatori sanitari è un diritto irrinunciabile: chi soccorre non è un bersaglio». Nella nota la direzione del dipartimento emergenza-urgenza e la direzione sanitaria sottolineano anche di «aver già acquisito e analizzato gli audio relativi alle comunicazioni intercorse durante l’intervento. Gli operatori del 118, nel rispetto dei protocolli, hanno utilizzato il defibrillatore e praticato il massaggio cardiaco, proseguendo le manovre salvavita per 58 minuti e annunciano che «nelle prossime sarà formalizzata la denuncia rispetto agli episodi di violenza subiti dagli operatori»

IL COMMENTO DI BALZANELLI

Dopo un’aggressione di due giorni fa ad un equipaggio del 118 a Foggia da parte dei parenti di una donna morta nonostante l’intervento dei soccorsi, Mario Balzanelli Presidente Nazionale SIS118 condanna il fatto, "assurdo, irricevibile, e oggettivamente gravissimo, per cui chiediamo l’applicazione più immediata delle misure previste dalla legge, e della solidarietà ai colleghi intervenuti, pienamente legittimati, negli specifici ruoli, alla gestione appropriata, come in questo caso, di un arresto cardiaco secondo le linee guida internazionali». Tuttavia Balzanelli pone una riflessione sul tema di innesco «di questa ennesima brutale aggressione al 118, scatenata in modo feroce davanti alla presa d’atto di un decesso: la constatazione, da parte dei parenti, che è completamente mancata, in quei momenti drammatici, la presenza del medico».

«Su questo la SIS118 ribadisce, che la presenza del medico di emergenza territoriale su tutti gli scenari più critici del soccorso, ossia in tutte quelle situazioni in cui qualcuno rischia di perdere la vita da un momento dall’altro, deve essere garantita, senza se e senza ma, intanto ai sensi dell’articolo 32 della Costituzione, prima ancora che delle normative ministeriali, degli studi internazionali, e della nostra esperienza pluridecennale, dallo Stato. I cittadini (che peraltro pagano le tasse), la comunità nazionale, ciascuno di noi, hanno pienamente diritto di ricevere la visita di un medico di emergenza territoriale 118, e di beneficiare delle rispettive competenze - esclusive e non vicariabili - di diagnosi e terapia potenzialmente salvavita, nel momento più importante e drammatico della vita, quello in cui si sta per morire. Chiediamo al Governo di affrontare, con assoluta urgenza, a viso aperto il dramma della gravissima, e sempre più abissale, mancanza dei medici del 118 nei vari territori regionali, e non di volgersi, come puntualmente hanno fatto tutti i governi precedenti degli ultimi 20 anni, dall’altra parte. Alla fine chi paga sulla propria pelle questa aberrante e ormai strutturata irresponsabile amnesia istituzionale non solo sono le vite perdute di quanti possano rientrare, sul piano classificativo, tra i decessi potenzialmente evitabili, ma anche, si conseguenza, proprio come a Foggia, noi operatori sul campo».

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