Dove si è nascosto in 6 mesi di latitanza Tommaso Morra? Se e chi l’ha aiutato a sottrarsi alla cattura? Domande rimaste senza risposta ieri mattina nell’aula del giudice monocratico del Tribunale di Foggia nel processo per direttissima a Morra, 48 anni, cerignolano, ex latitante, catturato 48 ore fa nella sua abitazione, comparso davanti al giudice per rispondere di evasione dagli arresti domiciliari cui era sottoposto nel febbraio scorso quando si diede alla fuga: l’imputato si è avvalso della facoltà di non rispondere al giudice. La latitanza iniziò subito dopo che la Cassazione rese definitiva la condanna a 12 anni e 6 mesi per un fallito assalto da 83 milioni a un caveau nel Bresciano, sventato dalla Polizia a marzo 2022. Morra ieri ha scelto la linea del silenzio davanti al giudice monocratico che ha rinviato di un mese il processo per direttissima, in quanto il legale di fiducia, l’avv. Francesco Maria Santangelo, ha chiesto i termini a difesa. Il giovane penalista ha anticipato la richiesta di giudizio abbreviato, che comporterà uno sconto di un terzo della pena.
Morra è stato catturato 48 ore fa da Polizia e Guardia di Finanza per scontare una pena residua di 9 anni, 6 mesi e 25 giorni per concorso in tentata rapina aggravata, porto e detenzione illegale di armi anche da guerra, furto di numerosi veicoli. E’ ritenuto una delle menti dell’assalto al caveau della società di custodia e trasporto valori “Vedetta 2 Mondialpol” di Casinato vicino Brescia, colpo da potenziali 83 milioni di euro sventato il 10 marzo 2022 quando su decreto della Dda lombarda furono fermate 31 persone tra cerignolani, ortesi, foggiani, garganici e calabresi. Morra finì in cella in quella circostanza: fu sorpreso con altre 13 persone in un capannone vicino Brescia che era la base operativa della banda; dopo un anno ottenne i domiciliari. Fu condannato in primo grado dal gup di Brescia e 16 anni e 4 mesi con rito abbreviato; pena ridotta in appello a 12 anni e 6 mesi; confermata dalla Cassazione a metà febbraio, quando in previsione dell’arrivo dell’ordine di carcerazione che l’avrebbe riportato dietro le sbarre il cerignolano si diede alla latitanza. Tra carcere e domiciliari il rapinatore ha quindi scontato circa 3 anni di carcerazione preventiva; gliene restano 9 anni e 6 mesi. Domenica mattina un parente del ricercato è stato pedinato; poco dopo poliziotti e finanzieri hanno rintracciato il latitante nella sua abitazione, trasferendolo in carcere.
Fu proprio intercettando Morra e altri sospettati che Dda e Polizia di Brescia scoprirono il piano per assaltare il caveau della “Mondialpol”. Il cerignolano fu monitorato nei suoi spostamenti nel Bresciano a partire dall’ottobre 2021. L’accusa sostiene che Morra insieme a un cerignolano e un calabrese coordinò tutte le fasi preparative dell’assalto. La banda aveva rubato un escavatore da utilizzare per sfondare il muro blindato del caveau; subito dopo un commando armato anche di mitra avrebbe fatto irruzione per impossessarsi di circa 83 milioni custoditi nel forziere; durante la fuga i rapinatori avrebbero disseminato la via di fuga di chiodi a tre punti e mezzi bruciati per ostacolare l’intervento delle forze dell’ordine. Un piano che Dda di Brescia e Polizia seguirono passo dopo passo intercettando alcuni sospettati, sino a fare il 10 marzo 2022 alla vigilia dell’assalto nel capannone dove c’erano Morra, altre 13 persone, armi e numerosi furgoni, auto e camion da utilizzare per il colpo.
Sulla cattura del latitante è intervenuto il prefetto di Foggia Paolo Giovanni Grieco che ha espresso “compiacimento per l’importante e efficace attività investigativa condotta dalle forze di polizia. La capacità dimostrata ancora una volta di assicurare alla giustizia un pericoloso latitante conferma l’alta qualificazione professionale e l’impegno incessante delle nostre forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità”.