Sarebbe stata accidentale la caduta dal ponteggio alto circa 7 metri che il 22 aprile scorso causò la morte dell’operaio 59enne Nicola Marino, all’interno di un’azienda di lavorazione del marmo di Apricena, nel Foggiano, nella quale faceva il guardiano. E’ quanto emerge dalla relazione depositata dal medico che nei mesi scorsi ha eseguito l'autopsia su incarico della procura. La ricostruzione, però, non è condivisa dai legali della famiglia del 59enne, gli avvocati Cosimo Damiano Cirulli, Maurizio Iocola ed Enrico Rando: «Non condividiamo l’esito peritale», dicono riservandosi "ogni eventuale altra azione». Secondo i legali, «nella perizia non è indicata l’ora del decesso. Altra anomalia - sottolineano - è ascrivibile alla posizione del corpo senza vita dell’operaio ritrovato ad alcuni metri di distanza dal luogo della caduta e, soprattutto, quali sono gli elementi che fanno propendere per una morte dovuta a caduta accidentale. Riteniamo la consulenza medico legale non esaustiva, atteso che il medico designato non ha risposto in maniera esaustiva ai quesiti posti dal pm. Le conclusioni cui è giunto il medico legale appaiono generiche e prive di riscontro. Siamo certi - concludono - si sia trattato di una caduta accidentale?».
La vittima aveva un contratto di lavoro come misura alternativa alla detenzione e nella caduta riportò profonde fratture al cranio. A dare l’allarme fu un collega. Sul posto giunsero i sanitari del 118 e i carabinieri che avviarono le indagini.

I fatti lo scorso aprile. La vittima aveva un contratto di lavoro come misura alternativa alla detenzione e nella caduta riportò profonde fratture al cranio
Martedì 12 Agosto 2025, 15:23