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Il foggiano Parisi in fuga dalla giustizia da 31 anni, ma per i pentiti di mafia è vittima della lupara bianca

 
redazione foggia

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Il foggiano Parisi in fuga dalla giustizia da 31 anni, ma per i pentiti di mafia è vittima della lupara bianca

L'ergastolano in fuga dalla Giustizia è tra i 4 latitanti italiani più pericolosi d’Europa nella lista di Europol oppure è tra le vittime della lupara bianca?

Mercoledì 22 Gennaio 2025, 13:18

FOGGIA - Quale casella sbarrare alla voce “Parisi Vincenzo”? Quella dei 4 latitanti italiani più pericolosi d’Europa nella lista di Europol, in fuga dalla Giustizia ormai da quasi 31 anni, da quando il 16 giugno ’94 l’ergastolano foggiano classe ’49 evase dal supercarcere di Padova, sesta fuga da un penitenziario? O quella delle vittime della lupara bianca, ucciso e fatto sparire nell’estate/autunno del ’95 mentre si nascondeva sul Gargano, a dar retta ai racconti di alcuni pentiti che ascrivono all’alleanza tra clan foggiani e garganici la morte del ricercato?

Boss ergastolano Se l’ultimo colpo di Parisi fosse stato farsi credere morto per nascondersi all’estero; se fosse vivo; se lo catturassero sconterebbe l’ergastolo per il duplice omicidio di Filippo Russo e Franco Cavazzuti ammazzati nel ’74 vicino Savona, in Liguria; i 18 anni per il sequestro di persona di Giuseppe Navone, re della gastronomia, ex vice presidente del Torino, rapito nel capoluogo piemontese il 18 marzo 1977, rilasciato dopo 17 giorni e un riscatto di 600 milioni; i 30 anni di reclusione per mafia, droga ed estorsioni inflitti nel ’98 dalla corte d’assise di Foggia nel processo “day before” alla “Società foggiana”, di cui Parisi assunse il comando nei primi mesi del ’93, quand’era latitante per essere fuggito a gennaio di quell’anno dal carcere di Volterra non rientrando da un permesso premio, e venendo catturato il 15 maggio ’93 in un casolare di Bovino.

La leggenda Nome leggendario per la cronaca nera di Foggia, d’Italia e Francia quello di Parisi che se fosse vive il prossimo 21 febbraio festeggerebbe (festeggerà?) 76 anni. Lo chiamano (chiamavano?) “Diabolik” perché negli anni Settanta quando ancora viveva a Foggia scorrazzava in città su una spider nera simile a quella dell’imprendibile ladro. Diabolik è fumetto, cinema, fiction; Parisi è realtà criminale di altissimo livello, come racconta il curriculum ricco di arresti a Foggia (da giovanissimo insieme ad un altro nome “mitico” della mala locale, Giosuè Rizzi lui sì ammazzato il 10 gennaio 2012), Milano, Francia dopo un conflitto a fuoco con i gendarmi; 6 fughe dalle carceri di piazza Sant’Eligio a Foggia (gennaio ’73); Lucera (aprile ’74); Piacenza (ottobre ’74), San Severo (ottobre ’76); Volterra (gennaio ’93); Padova (giugno ’94).

Maniero e Parisi – Quando il 16 giugno del ’94 in sei scapparono dal supercarcere di Padova, le attenzioni investigative e mediatiche si concentrarono sulla fuga di Felice Maniero, boss della mafia del Brenta. Fra i compagni di evasione c’era uno più “pesante” e pericoloso di lui, Vincenzo Parisi che dopo una sosta in un appartamento salutò (si fa per dire) i complici e sparì dalla circolazione. In 6 evasero, 5 furono catturati, all’appello manca solo il Diabolik di casa nostra. Del resto dopo l’ultima cattura a maggio ’93 nelle campagne del Foggiano, l’aveva giurato: “tanto in galera non ci resto molto…”

Lupara bianca Le prime voci sulla possibilità, data per molto ma molto concreta in ambienti investigativi, che Parisi sia rimasto vittima della lupara bianca le raccolse nell’autunno ’95 la squadra mobile. Ucciso e il cadavere fatto sparire nell’estate ’95 mentre si rifugiava sul Gargano. Leggenda vuole che tre persone - un foggiano e due viestani - sapessero dove si rifugiasse, e tutte e tre sono morte in agguati di mafia.

Dal pentito Catalano Tonino Catalano è un ex killer del clan Sinesi/Francavilla, ex uomo di fiducia di P arisi quando quest’ultimo prese le redini della “Società” per pochi mesi nel ’93 alleandosi con il boss Roberto Sinesi. Diventato collaboratore di Giustizia il 7 gennaio 2005 tre giorni dopo un arresto per omicidio, ha parlato anche della possibile morte di Parisi. “A noi della ‘Società’ arrivò la voce della sua scomparsa, tutti nell’ambiente sappiamo che è rimasto vittima della lupara bianca. Il referente del nostro clan sul Gargano era Pasquale Silvestri detto ‘l’apicanese’” (ucciso a Monte S.Angelo a maggio 2000) “che teneva nascosto Parisi. E fu Silvestri a dirci che Parisi era stato preso da qualcuno e ucciso. Ho saputo che Rocco Moretti” (classe ’50, storico boss detenuto dal 2017) “ce l’aveva a morte con Parisi, lo odiava per motivi che non ho mai saputo. Quello che io penso è che è sia stato Moretti a farlo uccidere tramite alcuni garganici”.

Al pentito Villani Un altro killer del clan Sinesi/Francavilla, il sammarchese Patrizio Villani collaboratore di Giustizia da maggio 2022 dopo una condanna a 30 anni per un omicidio commesso a Foggia su ordine della sua batteria, ha parlato di Parisi come vittima della lupara bianca. Parlando alla Dda di vent’anni e passa di omicidi e agguati falliti, Villani ha sostenuto che “Parisi è stato ucciso, tuttora oggi non si sa che fine ha fatto. Era seduto a tavola in una campagna, l’avevano fatto sedere a mangiare ed è stato ucciso a tradimento in una campagna. C’era Silvestri, i Romito, e Mario Romito” (il capo clan dell’omonima famiglia manfredoniana coinvolta nella guerra con gli ex alleati Li Bergolis, ucciso il 9 agosto 2017 nella strage di mafia garganica) “gli ha sparato alla testa. Lo so perché la dinamica me l’ha spiegata in carcere a Taranto Donato Delli Carri” (killer del clan Sinesi/Francavilla che ha scontato 26 anni per mafia e per l’omicidio del costruttore Giovanni Panunzio ucciso a Foggia il 6 novembre ’95). “Sono andati i foggiani a vedere e hanno trovato la casa sporca di sangue, il corpo l’hanno disperso. Non è vero che vengono dati in pasto ai maiali, i maiali quelli se li mangiano loro. Se lo hanno seppellito? No, i corpi vengono dispersi poi la natura fà il resto sul Gargano”.

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