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Foggia, confiscato il tesoro di Curci «Spariti 10 Rolex da un milione di euro»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Foggia, confiscato il tesoro di Curci: «Spariti 10 Rolex da un milione di euro»

il tribunale conferma il sequestro di prevenzione effettuato nel 2018 all’ex vicepresidente della squadra di calcio rossonera

Mercoledì 04 Ottobre 2023, 13:02

BARI - Che fine hanno fatto i dieci preziosi Rolex che a febbraio 2018 la Finanza ha invano tentato di sequestrare al commercialista Massimo Curci, di Carapelle, già vicepresidente del Foggia calcio per la breve stagione in cui la squadra riuscì comunque a salire in serie B? Il caso potrebbe assomigliare a quello che ha visto contrapposto Francesco Totti alla ex moglie. Solo che da venerdì scorso quegli orologi, che valgono complessivamente più di un milione di euro, fanno teoricamente parte del patrimonio dello Stato. Ma non sono mai stati trovati.

Il Tribunale delle Misure di prevenzione di Bari (relatore Anglana) ha infatti disposto la confisca di gran parte dei 16 milioni che cinque anni fa furono sequestrati a Curci e ai suoi familiari. All’epoca il procuratore aggiunto di Foggia, Francesca Pirrelli (ora in Cassazione), valorizzando i contenuti di una consulenza contabile del commercialista Massimiliano Cassano, ritenne che il professionista di Carapelle avesse accumulato il suo patrimonio attraverso reati fiscali e societari commessi in proprio e per conto dei suoi clienti (quasi sempre provenienti dal mondo dell’autotrasporto e poi spesso falliti). Una parte di questi soldi (circa 1,7 milioni) sarebbe anche stata utilizzata per sostenere il Foggia Calcio, di cui Curci ha comprato il titolo sportivo all’asta: dopo il suo arresto, la società sportiva è stata commissariata. A novembre 2022 il commercialista è stato condannato dalla Corte di appello di Milano a 4 anni e 4 mesi (rispetto ai 6 anni del primo grado) per evasione fiscale e riciclaggio. In quella indagine gli sono stati sequestrati beni per 36 milioni, di cui circa 21 poi sottoposti a confisca. Curci, in sostanza, sarebbe stato un vero e proprio maestro dell’evasione fiscale, come lui stesso ha raccontato durante il processo di Milano. «Quando facevo risparmiare l’Iva ai miei clienti - ha detto a dibattimento - mi prendevo ovviamente una percentuale, era sostanzialmente il mio compenso per questa attività. I mandati addirittura li sottoscrivevo io, nel senso che le firme apposte sono false. Facevo tutto questo per risparmiare le imposte, in quanto se un giorno fosse intervenuta l’Agenzia delle Entrate adottavo qualche strumento di adesione e chiudevo così la partita con il Fisco».

Tutti soldi che, secondo i giudici, sono stati accumulati in contanti e poi trasformati in assegni circolari, vaglia circolari, assegni bancari trovati nella disponibilità dei familiari di Curci, alcuni dei quali risultano nullatenenti. Grazie a questo meccanismo fraudolento, secondo i giudici baresi, il commercialista tra il 2008 e il 2012 avrebbe accumulato redditi in nero per 8,5 milioni. Un fiume di soldi grazie a cui è riuscito a mantenere «un regale tenore di vita» fatto di macchine di lusso (a Milano gli sono state sequestrate una Porsche Carrera, una Audi A7 e una Mini Cooper) e immobili di prestigio.

Nell’esecuzione del provvedimento di prevenzione, nel 2018, i finanzieri hanno sequestrato tra l’altro alla moglie del commercialista 15 vaglia circolari per 140mila euro e decine di mazzette ciascuna con cento banconote da 50 euro. Il figlio del commercialista aveva invece 29 assegni circolari per un totale di 400mila euro, mentre la madre altri 30 vaglia circolari per 1,2 milioni di euro. Altri vaglia per 45mila euro (e contanti per 21mila) sono stati sequestrati al fratello del professionista.

E poi ci sono, appunto, i dieci preziosi Rolex di oro, di cui esistono soltanto le tracce. Il giorno in cui è arrivata la Finanza, Curci e i suoi familiari hanno dichiarato «che nessuno dei suddetti orologi era più in loro possesso da diversi anni, riservandosi di specificarne la destinazione precisa». «Si tratta - secondo i giudici baresi - di una versione di comodo intesa a nascondere il fatto che gli orologi erano stati di fatto sottratti all’esecuzione da parte del Curci e dei suoi familiari». Questo perché in casa del commercialista i finanzieri hanno trovato i certificati di possesso degli orologi, tutti acquistati tra 2014 e 2017, «sicché non è verosimile che li avessero ceduti senza peraltro saper indicare a chi, per quale causa e secondo quale modalità». Quegli orologi, insomma, potrebbero essere l’ultimo tesoro di Curci.

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