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Foggia, dai «grandi» spacciatori ai piccoli pusher: così il monopolio dei clan

 
Redazione Foggia

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Foggia, dai «grandi» spacciatori ai piccoli pusher: così il monopolio dei clan

Oltre 90 arresti nell'operazione «Game over», dalla batteria dei Moretti a quella dei Sinesi Francavilla che imponevano vendita e prezzo

Sabato 19 Agosto 2023, 12:28

FOGGIA - Due liste distinte e ben separate – quella dei grossi spacciatori gestita dal clan Moretti, e quella dei piccoli pusher in mano alla batteria Sinesi/Francavilla – consentivano alla “Società foggiana” di esercitare il monopolio sul traffico di cocaina, quantificato dal pentito Alfonso Capotosto in rifornimenti mensili di 10 chili; smercio di 50mila dosi a prezzi imposti dalla mafia; e un incasso mensile di 200mila euro. Racconta questo l’inchiesta “Game over” di Dda e carabinieri del nucleo investigativo sfociata nel blitz del 24 luglio con l’emissione di 82 ordinanze cautelari (1 ancora da eseguire) per traffico di droga; 99 episodi di spaccio essenzialmente di cocaina, ma talvolta anche di eroina e hashish; 1 estorsione, tutti reati commessi nei primi mesi del 2018 e aggravati dalla mafiosità per i metodi usati e/o per aver agito per agevolare la mafia cittadina.

Il monopolio sul traffico di cocaina imposto dalla “Società” passava attraverso la creazione di due liste, come scrive il gip di Bari Francesco Vittorio Rinaldi in un passaggio delle 2405 pagine dell’ordinanza cautelare, rimarcando che dalle intercettazioni emerge “con inequivocabile chiarezza il perimetro delle regole per l’esercizio professionale del traffico di cocaina che l’organizzazione impone e si è imposta al suo interno, attraverso due rigide suddivisioni: competenza esclusiva e non sovrapponibile degli addetti allo smercio della cocaina all’esterno della città di Foggia; e quella all’interno del capoluogo, settore quest’ultimo ripartito in squadre di addetti allo spaccio suddivise nella lista dei grossi spacciatori e in quella dei piccoli spacciatori”.

La prima lista dei grossi spacciatori - prosegue l’analisi del gip - “era gestita dal clan Moretti e che annovera anche i grossi spacciatori della batteria Trisciuoglio” (in virtù di una stretta di mano tra due nomi storici della Società: Rocco Moretti 72 anni arrestato nuovamente nel blitz e Federico Trisciuoglio, che era indagato in Game over ed è morto a 69 anni lo scorso ottobre dopo una lunga malattia) “: questa lista era diretta da Rodolfo Bruno” (ritenuto il cassiere del clan Moretti è stato ucciso da tre killer in un agguato mafioso il 15 novembre 2018 mentre giocava alle slot-machine in un bar sula circumvallazione, tanti sospetti su mandati ed esecutori ma nessuna incriminazione) “che nei compiti di raccordo con la batteria Sinesi/Francavilla si avvaleva di Francesco Tizzano”, pure ritenuto elemento di spicco del clan Moretti e arrestato nel blitz Game Over.

Quanto ai cosiddetti “piccoli spacciatori”, le varie liste “erano gestite dal direttorio del clan Sinesi/Francavilla capeggiato da Alessandro Aprile e composto anche da Francesco Pesante, Antonio Salvatore” (arrestati nel blitz) “Roberto Russo e Alessandro Scopece” (erano tra i 90 indagati dell’inchiesta, nomi depennati dopo essere stati uccisi il 25 marzo 2022 e 11 luglio successivo in agguati mafiosi ancora in cerca di autore): “Aprile assolveva anche al compito di raccordo con i fratelli Ciro e Giuseppe Francavilla, responsabili di una autonoma lista di spacciatori”.

E che le imposizioni dei clan non dovessero e potessero essere infrante lo confermava anche Aprile in un’intercettazione quando, “a conferma che anche lui non poteva agire in deroga alla regola su cui vigila”, disse all’interlocutore: “anche se la viene a prendere da me” (riferito alla cocaina) “io non gliela posso dare per fargliela vendere a Foggia perché quelli sono i giochi”; per poi affermare: “sempre devono dare conto a noi”. Il che significa - argomenta il gip - “che lo spaccio di cocaina non poteva avvenire fuori dal controllo della criminalità organizzata per conto della quale gli indagati, ognuno con un proprio ruolo specifico, esercitava il potere di organizzazione e vigilanza”.

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