Il vento soffia sulle baracche fatiscenti, immerse nel fango, sporche di terreno. Borgo Mezzanone, nel Foggiano, il ghetto degli ultimi. Nel punto in cui sono morti un mese fa il gambiano Ibrahim e la sua Queen, proveniente dal Ghana, coppia di immigrati 32enni, sembra ancora di intravedere traccia del fuoco, del braciere che avevano acceso per riscaldarsi e che ha sprigionato il monossido di carbonio killer. Come loro, ci sono tanti, tantissimi altri, in queste «case». Ogni tanto, quando ne muore qualcuno, i giornali titolano; poi più nulla, se non il tempo che passa tra le promesse.
La parola speranza, in queste condizioni, sembra stridere. Ma da qualche tempo si spera, nel «dio» Pnrr, nei fondi che arriveranno da queste parti e che permetteranno, pare, di superare la condizione degli insediamenti abusivi per i braccianti agricoli. Le cifre sono gigantesche, 54 milioni di euro a Manfredonia, 28 milioni a San Severo. Ovviamente i progetti non bastano da soli, ma aiutano a risolvere un problema che in Puglia è stringente. E il nodo è il riuso dei Borghi rurali di un tempo, quelli creati negli Anni Trenta dal Fascismo per la bonifica della Capitanata e l'utilizzo dei beni confiscati alla mafia.
Con Carlo Moccia, direttore del dipartimento ArCoD e Nicola Martinelli, presidente del Centro Studi Urban@it, entrambi docenti del Politecnico di Bari, cerchiamo di capire cosa potrebbe nascere dalla doppia iniziativa di coinvolgimento delle università pugliesi nel fenomeno dei lavoratori migranti.
Professor Martinelli, come nasce il ponte tra le Università e i programmi per fermare l'orrore dei ghetti?
«È stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa tra Regione Puglia, Università degli studi di Bari “A. Moro”, Dipartimento ArCoD del Politecnico e Università di Foggia, che avrà durata quinquennale e che è finalizzato ad attività di ricerca sul fenomeno degli insediamenti abusivi in agricoltura nonché alla definizione di strategie insediative volte al superamento degli abitati informali e misure socio-culturali. L’obiettivo è promuovere una ricerca interdisciplinare che tenga insieme i temi dell’abitare, dell’integrazione interculturale e della promozione d’impresa all’interno delle filiere agricole. Ma non solo. C'è un public engagement del Dipartimento ArCoD all’interno della Misura M5C2-15 del PNRR che attribuisce al “Superamento degli insediamenti abusivi” con il coordinamento di Regione Puglia il valore di azione strategica prioritaria per “combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura”, riconoscendo nella condizione fisica di concentrazione, isolamento e marginalità, propria dei ghetti, uno dei principali fattori che favoriscono l’instaurazione di sistemi “illegali” di sfruttamento».
E quindi cosa deriva da questi impegni? Professor Moccia, ci spiega il programma pugliese sui ghetti?
«Ai Comuni beneficiari del finanziamento, ai quali noi abbiamo fatto un’azione di accompagnamento in questa prima fase PNRR, viene chiesto di sviluppare azioni rivolte al superamento della “provvisorietà” degli insediamenti informali, di definire strategie insediative capaci di “spezzare” le catene di illegalità che si determinano nei ghetti. Il contributo del nostro Dipartimento cerca di coniugare il superamento dell’emergenza dei ghetti con l’attivazione di processi di sviluppo e rigenerazione delle città e dei territori a beneficio della comunità. L’obiettivo è di trasformare le criticità determinate dal fenomeno degli insediamenti informali in occasioni di rigenerazione per le città e i territori».
Ma sul piano pratico, come potrebbero cambiare i ghetti?
«Le proposte si concentrano, sul valore di “patrimonio” a strutture insediative e sistemi naturali in abbandono; è il caso del sistema territoriale policentrico dei Borghi antichi dell’Area Interna del Gargano, della costellazione dei Borghi della Riforma Fondiaria del Tavoliere, del sistema naturale delle Lame che solcano le campagne del Sud-est Barese. Per Manfredonia la strategia ha previsto il riuso dei Borghi rurali ONC, primo tra tutti quello di Mezzanone, disposti nella piana del Tavoliere intorno a Foggia, Borgo Incoronata, Borgo Segezia, Borgo Giardinetto, Borgo Cervaro. Questa strategia ha richiesto il coinvolgimento del Comune di Foggia, che ha accolto con interesse la proposta di ripopolare il patrimonio della Riforma. Per San Severo, invece, si è previsto il riuso dei suoli confiscati alle mafie per differenziare la tipologia abitativa. In ogni caso sono stati previsti progetti di inclusione al contesto urbano».