FOGGIA - È stato il più giovane rettore d’Italia, eletto ad appena 44 anni, Pierpaolo Limone, nativo di Lecce e foggiano d’adozione, lascia la guida dell’Università degli studi di Foggia per assumere quella di Pegaso. Una decisione che ha colto di sorpresa il mondo accademico ed anche la città di Foggia, soprattutto per il ruolo svolto da Limone in questi anni.
«Ho deciso di accettare questa nuova sfida perché il mio mondo, dal punto di vista scientifico e della ricerca, è sempre stato quello della formazione e soprattutto della formazione a distanza. Ho partecipato ad una selezione internazionale per la guida dell’università Pegaso, alla fine dopo una scrematura di una decina di profili hanno chiesto a me di accettare. In un primo momento ho preso tempo, poi ho visto i progetti e le risorse messe a disposizione e ho deciso».
Parliamo di investimenti, disponibilità, nuovi orizzonti?
«Parliamo di affrontare la questione in maniera diversa. Per me quel mondo che mi hanno prospettato è come entrare in una bottega dei giocattoli. Le risorse che mi affidano al pari della sfida è quella di immaginare un futuro per il mondo della formazione. Ripeto, all’inizio, pur avendo partecipato con colleghi italiani e di altre nazioni alla selezione, ero un po’ riluttante, ma poi abbiamo discusso insieme gli obiettivi scientifici di questa sfida ed è stato difficile dire no perché io credo molto nell’e-learnig».
Ma nelle università italiane non si stava sperimentando anche questa modalità?
«Si è vero, soprattutto nel periodo covid e nel post covid si è sperimentata questa modalità dell’insegnamento a distanza, ma nonostante sforzi e immaginazione rimane comunque una scelta limitata rispetto all’offerta che mi è stata fatta».
Limone lei che cosa farà in particolare?
«Il rettore dell'Università telematica Pegaso, ovvero di oltre centomila studenti. Stiamo parlando di una università che opera a livello globale e che nel suo settore è tra le prime dieci al mondo. Ecco credo che in quel contesto ho l’ambizione di poter fare qualcosa di più rispetto a certe scale regionali. La formazione a distanza, per me, è una sirena forte.»
Lei è nato Lecce ma è praticamente cresciuto a Foggia sul piano professionale e non solo.
«Vivo a Foggia da 18 anni, nel 2005 sono arrivato come associato all’allora facoltà di Lettere e di Scienze della formazione. Sono successivamente diventato ordinario, direttore del dipartimento di studi umanistici fino all’elezione a rettore dell’Università tre anni fa. Un percorso importante, ma non solo dal punto di vista accademico».
In che senso prof. Limone
«Nel senso che a Foggia mi sono sposato, qui sono nati i miei bambini, ci sono affetti e ricordi. Foggia insomma mi ha accolto e ci lascio un pezzo del cuore. Ma lo dico perché ho la serenità di essermi impegnato al massimo in tutto quello che ho fatto ed in particolare in questi primi tre anni di rettorato».
Restavano gli altri tre.
«Ma sarebbero stati anni di consolidamento, soprattutto per quello che abbiamo fatto in questi anni sul piano dell’innovazione, dei corsi universitari, dei conti dell’Ateneo, dei centri di ricerca, delle progettualità del Pnrr. Lascio una macchina ben oleata, credo di aver portato a termine una missione grazie anche alla collaborazione dei colleghi».
Che Università lascia il prof. Limone?
«Intanto una Università con una visione e con una crescita esponenziale notevole. Foggia oggi ha una identità, è uno dei pochi atenei in crescita nonostante la crisi con oltre 13 mila studenti. Abbiamo appeal perché tutti si sono impegnati nella manutenzione dei corsi di studi e in aggiornamenti anche annuali. Questa strada tracciata da noi alcuni anni fa viene ora percorsa anche da altre Università. Ma non vi è dubbio che l’Università di Foggia abbia oggi un impatto regionale che va oltre il sud per abbracciare l’area balcanica e dell’Africa del nord. È una grande e bella realtà che ha fatto anche della responsabilità sociale una sua missione in una città che viene narrata male e con pregiudizio, ma che ha grandi eccellenze e potenzialità».
Quando lascerà concretamente l’incarico?
«Penso ai primi di gennaio 2023, poi ci sarà una reggenza affidata alla decana Lucia Maddalena e le elezioni. Per fine febbraio ci sarà il nuovo rettore che potrà contare sempre sulla mia attenzione, anche a distanza».