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Terzo arresto in otto mesi per Tizzano, ogni volta che viene a Foggia per curarsi

Terzo arresto in otto mesi per Tizzano, ogni volta che viene a Foggia per curarsi

 
Redazione Foggia

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Terzo arresto in otto mesi per Tizzano, ogni volta che viene a Foggia per curarsi

Il Gip lo rimanda ai domiciliari a Chieti, era stato autorizzato dal giudice abruzzese

Giovedì 10 Novembre 2022, 12:29

FOGGIA - Non è evaso dai domiciliari, essendo autorizzato a raggiungere Foggia da Chieti per una visita medica senza essere scortato, tant’è che gli era stato disattivato il braccialetto elettronico: così davanti al Gip si è difeso Fabio Tizzano, 42 anni, vicino al clan Moretti/Pellegrino/Lanza e condannato in primo grado a 21 anni in “Decima azione” per mafia e tentato omicidio, arrestato per evasione il pomeriggio del 4 marzo: è il terzo fermo in 8 mesi. Il Gip Michela Valente non ha creduto alla versione dell’indagato, convalidato l’arresto e rimandato comunque l’imputato ai domiciliari a Chieti dopo 4 giorni in cella. Il Pm chiedeva che il foggiano rimanesse in carcere, trattandosi della seconda evasione in 2 mesi; per l’avv. Francesco Santangelo il reato non sussiste perché manca il dolo: Tizzano – ha detto il difensore - è arrivato a Foggia dopo che i carabinieri hanno disattivato il braccialetto elettronico, per cui si sentiva autorizzato a partire senza la scorta.

Tizzano finì in cella il 30 novembre 2018 nel blitz “Decima azione” con 30 arresti; a dicembre 2020 ottenne i domiciliari per motivi di salute; il 3 maggio scorso il Tribunale dauno gli ha inflitto 21 anni per mafia e per il tentato omicidio di Mimmo Falco, ferito a pistolettate in via della Repubblica a novembre 2015 e rimasto paralizzato nella guerra del 2015/2016 tra il clan Moretti/Pellegrino/Lanza e i rivali Sinesi/Francavilla con 10 agguati, 3 morti, 11 tra feriti e illesi.

Tizzano fu arrestato il 4 marzo perché in casa c’erano 370 grammi di cocaina: patteggiò 2 anni e 8 mesi. Il 12 settembre nuovo arresto per evasione dai domiciliari: al giudice disse d’essere autorizzato a tornare periodicamente a Foggia per motivi di salute e d’aver sbagliato di 24 ore la data del giorno in cui recarsi in ospedale; fu risottoposto ai domiciliari a Chieti per due distinti procedimenti pendenti davanti al Tribunale di Foggia che autorizza le visite mediche a Foggia ma sotto scorta della polizia penitenziaria; e davanti al giudice di Chieti che non prevede la scorta per le trasferte legate a visite mediche.

Venerdì scorso, 4 novembre, Tizzano doveva recarsi a Foggia per una visita medica; l’accusa sostiene che inizialmente ha rinunciato a raggiungere il capoluogo dauno per la visita, per poi invece partire per Foggia senza però la scorta, venendo arrestato per evasione. Tizzano al gip ha invece detto d’essere autorizzato dalla magistratura abruzzese a effettuare visite mediche nel capoluogo dauno senza essere scortato, per cui a Chieti aveva telefonato al 112 informando i carabinieri che si sarebbe recato a Foggia e il braccialetto elettronico gli era stato disattivato. Su questo aspetto ha insistito l’avv. Santangelo (il braccialetto elettronico certo non se lo poteva disattivare Tizzano, la tesi difensiva) per sostenere l’insussistenza del reato di evasione. Il gip ha invece ritenuto che Tizzano abbia “strumentalizzato il diverso contenuto dei provvedimenti della magistratura foggiana e abruzzese per muoversi senza scorta”. Ha quindi convalidato l’arresto e comunque rimandato il presunto mafioso ai domiciliari perché le sue condizioni di salute sono incompatibili con il carcere.

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