Niente più sit-in dei cittadini per denunciare le condizioni precarie del Pronto soccorso al policlinico Riuniti, la manifestazione (come annunciato il 25 maggio dalla Gazzetta ) avrebbe dovuto tenersi domani. L'organizzatore, Rocco Scarnecchia, ha deciso infatti di «soprassedere» dopo essere stato ricevuto dal commissario straordinario Giuseppe Pasqualone. «La nostra è solo una revoca momentanea - ha detto Scarnecchia al nostro giornale - se non ci saranno a breve sostanziali cambiamenti nell'organizzazione del Pronto soccorso, saremo costretti a tornare all'azione».
La data individuata per una verifica sul campo da pate dei cittadini è il 15 giugno, quando dovrebbe essere già avvenuto il trasloco del Pronto soccorso nella nuova sede del Deu, il dipartimento di emergenza urgenza. I locali sono già pronti, manca l'accreditamento da parte dell'Asl per il quale dovrebbe essere questione di pochi giorni. «Il commissario ha fornito ampie garanzie anche in merito a una nuova funzionalità del Pronto soccorso - sottolinea Scarnecchia - ha riconosciuto anche che la cultura del lavoro e l'approccio verso i pazienti è stato finora sbagliato da parte del personale. Una critica che riteniamo di dover condividere. Siamo convinti che la situazione di continua emergenza all'interno del Pronto soccorso del Policlinico possa cambiare, anche se siamo perfettamente a conoscenza che gli stessi problemi angustiano tutti gli altri ospedali pugliesi».
Intanto sul caso Foggia il presidente della federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, chiede alla Regione di «intervenire subito per sanare la carenza di personale al pronto soccorso di Foggia (problema tuttavia smentito dal commissario straordinario dei Riuniti: ndr). In una lettera al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e all’assessore regionale alla Salute, Rocco Palese, Anelli parla di «situazione complessa quella di Foggia, emblematica di tante analoghe emergenze nei pronto soccorso di tutt’Italia; un contesto che provoca disagi ai pazienti e condizioni di lavoro insostenibili per i medici che, sempre di più, si ammalano per il burnout, sono vittima di aggressioni. E vanno verso luoghi di lavoro più sicuri, verso il privato, o rifugiandosi nel pre-pensionamento».
«Credo che sempre più i medici siano messi nelle condizioni di andar via - afferma Anelli - di scappare da situazioni che diventano insostenibili. Noi medici siamo abituati a fare questo lavoro, con passione, con dedizione. Ma quando la situazione giunge al limite perché i medici si devono far carico di tutte le disfunzioni di un sistema, credo che l’unica scelta possibile sia quella dell’abbandono». «Questo però non può essere - incalza - perché significa non solo negare i diritti ai cittadini, ma anche spegnere la speranza di un sistema sanitario migliore. È successo a Bari, al Policlinico, con i medici della Cardiologia d’urgenza; oggi sta succedendo a Foggia, e domani saranno tante le situazioni che metteranno i medici nelle condizioni di andare via».