Quanto ha inciso il Covid sulla salute mentale dei ragazzi. E quali conseguenze porterà l’isolamento patito (e purtroppo non ancora del tutto eliminato) durante i vari lockdown, comprese le lezioni in Did (didattica integrata domiciliare) sostenute soprattutto in età adolescenziale dai ragazzi delle scuole superiori? A queste domande tenterà una risposta un interessantissimo «progetto di studio» promosso dal Policlinico di Foggia. Lo studio si propone di «analizzare - è detto in una nota - l’aumentata incidenza delle problematiche psicologiche tra gli adolescenti durante la pandemia da Covid-19 e le eventuali conseguenze».
Due le linee d’indagine su cui si muove la ricerca, le conseguenze della pandemia sui ragazzi colpiti dal Covid e quindi obbligati all’isolamento e gli adolescenti negativi al Covid che tuttavia hanno subito ben altre situazioni di emarginazione sociale. «L’obiettivo dello studio - rileva la nota - è di indagare la presenza di sintomi di natura psicopatologica tra gli adolescenti positivi al Covid-19 in condizione di isolamento e gli adolescenti negativi al Covid-19 in condizione di isolamento fiduciario, a seguito della riscontrata positività di un familiare o di un contatto stretto. La raccolta dati avverrà utilizzando test e questionari psicometrici che indagano nello specifico uno o più ambiti psicopatologici in maniera esclusivamente anonima. La sintesi dei dati si avvarrà di programmi e software statistici».
Responsabili del progetto sono la dott.ssa Anna Nunzia Polito, direttore della struttura complessa di Neuropsichiatria Infanzia-Adolescenza, il prof. Sergio Lo Caputo, professore associato Med/17 della struttura complessa di Malattie Infettive, il dirigente medico Sofia Di Noia e lo psicologo Aldo Scirano della struttura complessa di Neuropsichiatria Infanzia-Adolescenza del Policlinico Riuniti di Foggia.