CERIGNOLA - Dopo aver donato di 750 cc di plasma presso il centro trasfusionale dell’ospedale «Tatarella» di Cerignola, gli sarebbe stata negata una seconda bottiglietta d’acqua. Lo ha denunciato Domenico Del Negro, vice presidente dell’Avis di Trinitapoli donatore di sangue da trent’anni. Ha raccontato che dopo essere restato collegato ad una macchina con l'ago in vena per un'ora, s’è sentito dire «con grande stupore» da parte del personale del centro trasfusionale che su disposizione della direzione sanitaria del nosocomio non era possibile erogare una seconda bottiglietta d’acqua ai donatori. Del Negro, infatti, in precedenza, aveva chiesto ed ottenuto, nel corso della donazione, una bottiglietta da mezzo litro.
Si sa che al termine di una donazione di sangue, si può accusare debolezza e l’organismo va reintegrato mediante soprattutto l’assunzione di liquidi, a maggior ragione dovrebbe pensarci una struttura sanitaria. Non a caso - si fa notare negli ambienti dei donatori - i donatori restano per un po’ di tempo in osservazione dopo la trasfusione. Comprensibile, pertanto, lo sconcerto e l’amarezza di chi compie un gesto di solidarietò percorrendo, a proprie spese, oltre 50 chilometri tra andata e ritorno, e poi si sente negare una bottiglietta d’acqua da una struttura del servizio sanitario nazionale, perché all’ospedale di Cerignola è ...razionata.
«Alla mia meraviglia ed insistenza nella richiesta di avere un po’ d’acqua» racconta Domenico Del Negro «il dirigente medico del centro trasfusionale ed il personale infermieristico si sono mortificati, rappresentando che l'indisponibilità non dipendeva dalla loro volontà ma da chi, a livello di direzione sanitaria, aveva stabilito che non si potesse dare più di una bottiglietta di acqua a donazione». La notizia di quanto accaduto al vice presidente dell’Avis di Trinitapoli s’è diffusa anche presso le sezioni Avis territoriali delle Province di Foggia e Bat, provocando delusione e stigmatizzazione. «Mi auguro che quanto accaduto a me resti soltanto un episodio isolato” aggiunge Del Negro, che ha scritto una lettera al direttore sanitario e al dirigente generale dell’Asl di Foggia. Intanto, il direttore sanitario dell’ospedale di Cerignola avrebbe chiesto al dirigente medico del centro trasfusionale una relazione sull’accaduto. Sembra probabile che la vicenda potrebbe essere chiusa, nei prossimi giorni, con un chiarimento e relative scuse da parte dell’ospedale «Tatarella» a Domenico Del Negro e all’associazione che in quel momento rappresentava: l’Avis di Trinitapoli.