Ci sono anche due donne tra le 11 persone arrestate questa mattina nel Foggiano nell’ambito di una operazione anti-droga tra San Severo, San Paolo Civitate e Torremaggiore. Sette persone sono finite in carcere e 4 ai domiciliari. Per tutti l’accusa è detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo le indagini dei Carabinieri, illustrate in videoconferenza, le due donne avevano un ruolo fondamentale nell’attività di spaccio: spesso accompagnavano i pusher nella consegna della droga o la portavano loro stesse all’acquirente, nel tentativo di sfuggire al controllo delle forze di polizia. L'attività di spaccio è avvenuta prevalentemente durante il lockdown da Covid-19. Nella distribuzione dello stupefacente, con l’impiego delle due donne, compagne di alcuni degli indagati, si era immaginato di attirare meno l’attenzione degli inquirenti. Le indagini sono partite dopo il ferimento di un ragazzo avvenuto a San Paolo Civitate il 7 febbraio scorso, alla base del quale per i Carabinieri c'era un debito di droga che questo giovane non aveva saldato con uno spacciatore di San Severo.
Gli accordi tra spacciatori e acquirenti venivano presi in un locale di San Paolo Civitate (Foggia) e spesso lo stupefacente veniva indicato con i nomi di generi alimentari o di ordinazioni del bar. Sono alcuni particolari dell’operazione antidroga compiuta dai Carabinieri arrestando 11 persone questa mattina nel Foggiano. Per altre due persone è stato disposto l’obbligo di firma tre volte a settimana. Gli investigatori hanno accertato un migliaio di episodi di spaccio con incassi settimanali di circa 10mila euro. Nel corso dell’operazione i Carabinieri hanno sequestrato anche 90 grammi di hashish, 60 grammi di marijuana e 5 di cocaina, trovati nelle disponibilità di due indagati che in un primo momento erano destinatari dei domiciliari: dopo il ritrovamento delle sostanze sono stati arrestati in flagranza per detenzione ai fini di spaccio e portati in carcere. Le cessioni, secondo le indagini, avvenivano generalmente in strada ma in alcuni casi i pusher portavano la droga direttamente a casa dell’acquirente.