Seminatrici e sarchiatrici che distribuiscono prodotti fitosanitari in forma localizzata, irroratrici con banda trattata inferiore o uguale a tre metri, irroratrici schermate per il trattamento localizzato del sotto-fila delle colture arboree. Tutte queste macchine agricole, molto comuni in campagna, entro domani novembre dovranno essere sottoposte a revisione pena pesanti sanzioni. Ma la Cia Agricoltori italiani chiede una proroga: «Ad oggi - riferisce una nota dell’associazione foggiana - nonostante non ci siano state ulteriori proroghe dell’entrata in vigore, si è nell’impossibilità di avviare la revisione perché non è stato emanato il decreto che doveva definire le modalità di effettuazione delle revisioni (punti da controllare, soggetti abilitati, ecc.). Occorre peraltro sottolineare - aggiunge la Cia - che, pur in assenza di regole su come effettuare la revisione, risulta già superata (31.12.17) la scadenza per i trattori immatricolati entro il 31/12/1973 e si sta avvicinando (31.12.18) quella per i trattori immatricolati dal 1/01/1974 al 31/12/1990».
Alla mancata revisione delle macchine agricole, sono associate specifiche sanzioni, le quali a parere di alcuni organi di controllo sembrerebbero essere già in vigore in base al comma 1 dell’articolo 111 del “nuovo codice della strada” che dispone la revisione, a far data dal 30 giugno 2016, ancorché priva del quadro normativo di riferimento. «Per tale motivo - insiste l’associazione agricola - è indispensabile che sia fatta chiarezza sul futuro della revisione. Abbiamo portato nuovamente all’attenzione delle istituzioni questo problema - afferma Nicola Cantatore, direttore provinciale di Cia Capitanata - ribadendo la necessità di prevedere una nuova proroga, o quantomeno un atto amministrativo che chiarisca che l’obbligo di revisione non è applicabile fino a che il quadro delle regole non venga completato». «La scelta di rendere obbligatoria la revisione delle macchine agricole, ci ha lasciato subito molto perplessi per la complessità e l’onerosità dell’applicazione dell’adempimento - aggiunge Michele Ferrandino, presidente provinciale di Cia Capitanata - .
Tali perplessità - aggiunge - sono dovute principalmente al numero di veicoli che in poco tempo dovrà essere sottoposto a revisione (più di 2 due milioni); le specificità di tali tipologie di macchine (caratteristiche costruttive completamente diverse dagli altri veicoli); le difficoltà economiche legate al rinnovo del parco macchine; la mancanza di incentivi specifici per la rottamazione, limite del “de minimis” a 15.000 euro; le difficoltà che si potrebbero riscontrare nel raggiungere le officine autorizzate, spesso ubicate nei centri urbani più grandi. Le proroghe stabilite dal Parlamento negli ultimi anni sono la conseguenza di queste difficoltà oggettive».