Un tempismo perfetto. Cosa fa il Sud in questo momento? Cresce più del Centro Nord. In quattro anni 3,7 per cento in più rispetto al 3,5 del resto del Paese (la Puglia addirittura più 6,1 per cento). Non da andare a ringraziare padre Pio, ma una svolta seppur piccola mentre finora sembrava tutto più impossibile di una estate nevosa. E maggiore crescita anche dell’occupazione, che nel 2024 al Sud è stata dello 0.9 per cento contro lo 0,7. Più l’export, tre volte più del Nordovest, con Trump che non era ancora alle viste. Il tutto frutto di ciò che si sa anche alle scuole elementari: il Sud cresce quando lo Stato vi investe, ciò che non era più avvenuto dalla Cassa per il Mezzogiorno. Ora Fondi sviluppo e coesione, Pnrr, Zes (Zone economiche speciali con facilitazioni burocratiche e fiscali). Bene, ecco allora scattare il tempismo perfetto.
Fondi sviluppo e coesione (che come si sa spettano per l’80 per cento al Sud)? Con la complicità (occorre dirlo) dell’Europa, non solo tagliamone un po’ e dirottiamoli sulle spese militari. Ma accentriamo la decisione sul loro utilizzo, cioè togliamo potere alle Regioni (che un po’ se lo meritano). Fuori uno. Due: Pnrr. La scusa sono i soliti tempi per completare le opere, per principio al Sud più lenti rispetto al Centro Nord. Cioè la trappola ai danni del Sud. Prima non ti diamo personale sufficiente e alla pari con gli altri, poi ti incolpiamo di non averlo e ti sottraiamo soldi perché non riusciresti a spenderli entro il 2026. Così il Sud passa dal 48 per cento di metà 2024, all’attuale 38 per cento. E il Centro Nord dal 52 al 60 per cento.
A ridimensionarsi è roba pesante: dall’alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, al nuovo collegamento Palermo-Catania. E, più da vicino per noi, addio al sotterramento dei binari Bari-Bari Nord (al contrario di Bari Sud). Il famoso nodo ferroviario del quale sentiamo parlare dai tempi delle guerre puniche. Stessi tempi dai quali sentiamo parlare della sua eliminazione. E stessi tempi dai quali ci siamo illusi che un giorno potesse avvenire. L’assicurazione è quella di sempre, tanto rassicurante che non ci ha creduto mai nessuno: si farà con altri fondi. Esempio quei fondi europei che voi del Sud non sapete spendere, quindi sempre colpa vostra, e ci mancherebbe (senza dire mai che si è costretti a spenderli non in aggiunta come dovrebbe avvenire, ma in sostituzione dell’essenziale che lo Stato non spende per il Sud: Stato assente al Sud).
Ma chi credesse che a questo punto il delitto fosse già perfetto, non ha fatto i conti con l’inventiva dei killer anti-Sud. L’autonomia differenziata, ce l’eravamo dimenticata? A un annetto dalla sentenza della Corte costituzionale che smontava il progetto di Calderoli, l’impavido ministro ne ha presentato un altro approvato dal Consiglio dei ministri. Tu dici: con la coda fra le gambe. Sicuri? Vediamo. Sappiamo cosa sono i famosi Lep, Livelli essenziali di prestazione: i bisogni del Sud che non sono mai stati calcolati. Sicché, non essendo mai stato calcolato di quanti e quali servizi, e di quante e quali infrastrutture, il Sud avesse bisogno, questi servizi e queste infrastrutture sono tutti al disotto di quanto prevede la Costituzione (secondo cui non deve esserci differenza a seconda del posto dove sei nato).
Invece al Sud è tutto meno. In base alla gloriosa giustificazione secondo cui finora così è andato e così continua ad andare. La spesa storica: quella che per ammissione dello stesso Calderoli ha finora privilegiato il Centro Nord. Ma con i Lep tutto cambierà. Tu vai a dormire tranquillo. Sbagliato, perché poi leggi la nuova delega e ti accorgi che i Lep sono sempre condizionati dall’approvazione dell’autonomia differenziata. Traduzione: il Sud non ha il diritto di veder rispettato il diritto. Ma potrebbe vederlo rispettato solo se si fa anche l’autonomia. Un diritto sempre condizionato da ciò che nello stesso tempo vuole il Nord.
Ma non solo. Facciamo un esempio. Calcolando i Lep si scoprirà che al Sud ci sono meno asili nido pubblici di quanti ce ne siano al Nord. Allora che fai? Li costruisci. E che ci vuole per costruirli? Anzitutto i soldi. Torni a dormire tranquillo ma al risveglio leggi che l’eliminazione di questa ingiustizia dovrà avvenire «coerentemente con gli obiettivi programmati di finanza pubblica e nel rispetto degli equilibri di bilancio». Non ci vuole l’intelligenza artificiale per capire che non c’è un euro per farlo, visto il perenne squilibrio di bilancio. Sospetto: calcolano l’ingiustizia per accontentare il Sud ma senza risanarla? Risposta (finora) esatta.
Ciò che invece non aspetta tempo è proprio l’autonomia, con quattro Regioni (Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria) che l’hanno chiesta per quelle materie cosiddette no-Lep, cioè quelle che si possono gestire da sé senza una ulteriore spesa. Tentativo di far scappare i buoi dalla stalla, e poi si vede. Il Sud deve liberarsi dal lamentismo. Ma col solito coltello alla gola, neanche un piccolo urletto anti-scannamento deve poterlo lanciare?