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Un grazie alla Puglia anche da campionissimi come Sinner e Pogacar

 
lino patruno

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lino patruno

Un grazie alla  Puglia anche da campionissimi come Sinner e Pogacar

Lunedì 16 Giugno 2025, 12:54

Dedicato a tutti i profeti del dolorismo, del perditismo, dello sconfittismo, del fatalismo meridionali. Dedicato a tutti i pessimologi capaci di vedere il Sud solo come divario col Nord. Dedicato a tutti quelli che per il Sud non c’è più nulla da fare tranne che andarsene. L’accordo appena concluso da una multinazionale come la Pirelli in Puglia non risolverà nessun problema del Sud. Ma sarà l’ulteriore risposta agli sconfortismi coi quali si legge sempre la situazione di questa parte d’Italia. A cominciare dai meridionali, chiaro. E soprattutto quei meridionali per i quali, se nulla cambia, non cambierà neanche il loro potere di piangere deprimendo (o ricattando) chi vuol fare.

La «Gazzetta» ne ha già parlato. Sensori inseriti negli pneumatici Pirelli insieme a telecamere a bordo delle auto accerteranno non solo lo stato delle strade pugliesi. Ma consentiranno alla Pirelli di sfornare prodotti sempre più avanzati e tecnologici, sempre più resistenti, sempre più adatti a ogni tipo di percorso. In una parola: sempre più sicuri. Contro la rugosità di un asfalto. Contro il suo surriscaldamento. Contro la sua gibbosità. Contro le sue piccole fratture. Tutte imperfezioni sulle quali si potrà (dovrà) ora intervenire. Primo sistema al mondo figlio di quell’accordo del 2022 col quale il colosso italo-cinese aveva deciso di istituire a Bari una sua Academy, centro di ricerca per il quale si arriverà ad ottanta assunzioni di ingegneri, informatici, chimici.

In tempi di globalizzazione (sia pure discussa), la Pirelli avrebbe potuto portare quel centro ovunque. Ma il vicepresidente Tronchetti Provera ha detto di aver trovato a Bari una voglia di fare non consueta. Una voglia che rende la Puglia una regione particolare in Italia. Più una facilità di relazione con le persone in grado di sfondare il filo spinato della burocrazia. Puglia «una di quelle parti d’Italia che se vengono scoperte come in parte lo sono e lo saranno, coniugano la bellezza della natura, la gentilezza delle persone e la qualità del cibo con la creatività, con la capacità di innovare e di avere un pensiero che guarda avanti». Il Sud questo «lo ha nel suo Dna», ma «per tanti decenni non è stato messo in condizione di potersi esprimere».

Togliamoci una percentuale (eventuale) di tono di circostanza, ma per il resto sono solo conferme. Un centro di ricerca ha voluto a Bari anche un Gruppo dell’abbigliamento come Ovs. Studia come riutilizzare vecchi capi in una economia circolare che recupera più che distruggere. Non solo vintage, ma anche nuova corrente della «slow fashion», la moda della lentezza. Ma guarda: lentezza, quella sempre rimproverata al Sud come anti-modernità e ora invece nuova modernità che parte appunto dal Sud. A Bari è sbarcato anche un «player», un produttore globale come la Maipei delle colle (e non solo) industriali e per l’edilizia. A Bari sono sbarcati negli ultimi anni una ventina di grandi protagonisti dell’Itc, la tecnologia che disegna il futuro. Ultima, l’unica sede in Italia della giapponese Tmeic (sistemi elettrici). Così Bari è ora la quinta città più tecnologica del Paese.

Non è escluso che ad attirare sia la sua recente elezione a città col miglior clima (meteo) d’Italia. Molto più sicuro che sia la presenza di un Politecnico che non per niente si distingue per la richiesta dei suoi laureati. Ma la Puglia tutta è anche la regione una cui startup salentina è selezionata per rappresentare (insieme a poche altre) l’Italia all’Expo universale di Osaka, Giappone. Startup di Casarano, vecchio impero delle scarpe al cui declino si oppone chi come questa piccola grande azienda si è inventata le scarpe stampate in 3D. Scarpe senza adesivi o solventi o cuciture e con sola gomma e poliestere, semplice incastro che consente di smontarle e di rimontarle in nuove forme e stili. Casarano dove la vecchia cultura industriale fa anche produrre gli stivali per equitazione più lussuosi e richiesti al mondo. Casarano un cui tecnico che lavora al Nord confeziona le scarpe per un fuoriclasse del ciclismo come lo sloveno Pogacar. Casarano dove si producono le scarpe extralarge per piedi giganti. Mentre a Lecce un imprenditore confeziona scarpe col tacco incorporato e invisibile per chi ha complessi di statura. Chicca finale: c’è un brindisino fra gli incordatori delle racchette di Sinner.

Lungi da questo piccolo sommario di creatività l’idea che al Sud vada tutto bene. Ma certamente non va tanto male da produrre solo emigrazione. Nel momento in cui un controesodo è silenziosamente in corso. E nel momento in cui i giovani del Sud dicono di non trovare lavoro ma lo dicono anche le aziende che non riescono a coprire un milione duecentomila loro richieste. Spiegazione cercasi.

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