Sabato 06 Settembre 2025 | 11:09

Elezioni comunali: il sud chiamato a vincere la sfida del cambiamento

 
Ettore Jorio

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Ettore Jorio

 Falsa partenza al processo per il voto di scambio alle Regionali e Comunali

Sono 117 i Comuni che andranno al voto il 25 e 26 maggio, con turno di ballottaggio - ove previsto e voluto dall’elettorato attivo - fissato per l’8 e 9 giugno

Sabato 17 Maggio 2025, 13:11

Sono 117 i Comuni che andranno al voto il 25 e 26 maggio, con turno di ballottaggio - ove previsto e voluto dall’elettorato attivo - fissato per l’8 e 9 giugno. Tantissimi i Comuni importanti impegnati a scegliere i loro sindaci. Tra tutti spiccano quelli oltre i 30mila abitanti: quattro tra i diciotto in Lombardia, che è la regione con maggiori Comuni al voto: Desio, Cernusco sul Naviglio, Rozzano e Saronno; Ravenna in Emilia-Romagna; Assisi in Umbria; Osimo nella Marche; Ortona e Sulmona in Abruzzo; Giugliano, Marigliano e Nola in Campania; Massafra, Taranto e Triggiano in Puglia; Matera in Basilicata; Lamezia Terme e Rende in Calabria, che ne ha altre di importante testimonianza archeologica (Cassano all’Ionio, con la sua Sibari, capitale della  Magna Grecia, e Isola di Capo Rizzuto).

Tra questi, un capoluogo di regione e tre importanti capoluoghi di provincia, eccellenze: per il suo porto commerciale e il suo passato di repubblica marinara (Genova); per i suoi stupendi mosaici e per conservazione delle spoglie di Dante Alighieri (Ravenna); per il suo porto e per l’Ilva (Taranto), gioia e dolori per i tarantini; per i cosiddetti «Sassi» che sono una unicità mondiale (Matera).

Ma nell’elenco compaiono capitali religiose (Assisi), dei servizi (Rozzano), delle produzioni tradizionali (Saronno e Sulmona) ma anche della speranza, visto il loro potenziale meridionale inespresso ovvero consumato inutilmente. Ciò è accaduto nel Mezzogiorno, così come era concepito nella Costituzione, nel vecchio testo dell’art. 119 novellato nel 2001, incapace di sfruttare le proprie potenzialità, quasi a voler rinunziare irresponsabilmente alla sua crescita.

Elezioni difficili e importanti per il futuro del Paese, ma stranamente silenziose in termini competitivi, con i temi sotto traccia, fatta eccezione per qualche bagarre locale. Nonostante la loro strumentale importanza, non si conoscono i programmi di sviluppo e le nuove idee aggregative che dovrebbero costituire la cifra argomentativa per portare al voto la «nazione locale».

Sembra che a nessuno interessi cosa si farà, cosa i sindaci si impegnano a realizzare, quali le politiche da privilegiare, ma soprattutto come risanare i bilanci, per lo più compromessi. Ci sono, al riguardo, alcune città che abbisognano di sindaci della rianimazione, tanto sono ridotte male sia in termini di disagi viari e manutentivi che nei loro conti. Diversi i Comuni vittime di trascorsi scioglimenti sanzionatori.

Gli eletti si troveranno, appena occupato lo scranno di primo cittadino, tanti problemi da risolvere (ahìnoi, non inventariati in campagne elettorali!) e grosse difficoltà ad affrontarli e risolverli.

Elezioni amministrative, quindi, di grande interesse del Mezzogiorno, sia nella sua particolarità che nella sua interezza. Qualche esempio faciliterà il ragionamento, premettendo che i buoni risultati arriveranno verosimilmente attraverso una buona manutenzione amministrativo-contabile - che avrà il suo inizio dagli esiti sito delle relazioni di inizio mandato cui sono tenuti i nuovi sindaci, ma principalmente politica. Saranno le politiche locali a scrivere lo spartito e a determinare le azioni di governo.

Taranto sarà regina della sfida: quella dello sviluppo compatibile e della metabolizzazione dei guai ambientali che è stata costretta a subire, con tanti danni recati alla sua nazione cittadina e a quelle limitrofe, sino a determinare tante morti colpevoli. Con essa, tutta la Puglia dovrà proiettarsi a diventare la California dell’Europa e, con questo, incrementare il suo ruolo di «meta di classe primaverile-estiva-autunnale» a sito geografico di produzione eno-agricola-gastronomica stratosferica da vincere di forza nell’export, incurante persino dei dazi trumpiani.

Matera, Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026 - con i suo Sassi affacciati di fronte al Mondo intero, - potrà proporsi come sito diplomatico, unitamente alla storica Città marocchina di Tetouan (Marocco).

Un esercizio di alto pregio da esercitare in favore di tutti paesi rivieraschi del Mare Nostrum nella promozione della pace, dello sviluppo delle coste africane e dell’influenza culturali sull’oriente europeo.

Lamezia Terme e Rende, capoluoghi nella sostanza della Calabria, hanno tutto un futuro da scrivere, ponendosi come motori trainanti di un Sud maledettamente trascurato, sui temi bollenti della campagna elettorale: come Città votate alle nascite con le facilitazioni nell’edilizia sovvenzionata per le giovani coppie; con il tema del lavoro trainato da peculiarità formative in intelligenza artificiale; con il potenziamento aeroportuale indirizzato ad un turismo più accessibile ai giovani.

Insomma, un Mezzogiorno che tra la fine di maggio e la metà di giugno dovrà affrontare e vincere la gara con il cambiamento!

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