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Il nuovo summit europeo, sperando che non sia solo «fumo di Londra»

 
biagio marzo

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biagio marzo

Il nuovo summit europeo, sperando che non sia solo «fumo di Londra»

L’Europa non ha fatto una bella figura, nascondendosi sotto l’ombrello protettivo Usa, ma dal momento in cui l’incontro dei due presidenti si è snaturato, è l’Europa che dovrà scendere in campo

Domenica 02 Marzo 2025, 12:00

Non avremmo mai creduto che nello Studio Ovale della Casa Bianca tra il presidente degli Usa Trump e il presidente Zelensky volassero gli stracci e tirasse una brutta aria. Se vogliamo dirla tutta, il presidente degli Usa non conosce il fair play e, simmetricamente al suo stile, ha organizzato l’incontro irrituale, fuori di ogni «galateo» diplomatico, alla presenza di giornalisti, di fotografi, di telecamere, di membri del governo e del «ruvido» vice presidente Vance che non ha alcun diritto di parteciparvi. Come, del resto, tutta la compagine presente all in non aveva alcun titolo. Da showman e non da Presidente della prima potenza mondiale, avrebbe voluto gli applausi a scena aperta, per aver costretto Zelensky ad accettare la pace, in base al di lui diktat sulle terre rare e non solo, invece, è stata buttata a caciara. In sintesi, Trump voleva la capitolazione umiliante di Zelensky e, di conseguenza, dell’Europa. Un’altra chiave di lettura è che Trump ha richiesto le terre rare sul tavolo per capire la volontà di pace di Zelensky. Una cosa è certa che lo scontro infuocato lo pagano gli ucraini e all’Europa è stata passata, direttamente, la patata bollente Ucraina.

Come disse Von Metternich dell’Italia: «una espressione geografica», così Trump considera il Vecchio continente, approfittando delle sue divisioni interne. Alla data odierna, l’Europa non ha fatto una bella figura, nascondendosi, opportunisticamente, sotto l’ombrello protettivo Usa, ma dal momento in cui l’incontro dei due presidenti si è snaturato, è l’Europa che dovrà scendere in campo e trattare con Putin. Salvo che i due, tramite la mediazione dell’Europa, come auspica la presidente Meloni, riapriranno la trattativa e non si vedranno a Filippi.

Ricordando la frase di John Belushi in Animal house: «Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare», l’Europa, però, non è in queste condizioni, tuttavia, non potrà stare con le mani in mano. Di sicuro, il gioco è senz’altro duro, l’Europa saprà essere dura o quantomeno capace di mediare tra Trump e Zelensky ? Questo è il problema e si vedrà al summit di oggi a Londra.

Mettendo nel conto l’ingenuità di Zelensky di essere cascato nella trappola di Trump, con l’attenuate di aver avuto, nei giorni passati, da questi apprezzamenti poco piacevoli, o, meglio ancora, dei veri e propri insulti e svillaneggiamenti. Sennonché, il presidente americano vuole far apparire il presidente ucraino come colui che non vuole la pace e motivo per cui lo accusa di voler scatenare il Terzo conflitto mondiale. Di questo inedito scontro al calor bianco, Trump dimentica un «piccolo particolare» che la Russia è l’aggreditrice e l’Ucraina l’aggredita. Ma da che mondo è mondo, gli incontri tra presidenti di Stato sono bilaterali e se non si può fare a meno, c’è la sola presenza degli interpreti e non come è successo che lo Studio Ovale trasformato in una partita giocata da due - Trump e Vance- contro uno - Zelensky- con una folla di spettatori.

Vero è che tra Trump e Zelensky c’è una ruggine datata. Prima di questo burrascoso incontro, non ci sono stati incontri ufficiali tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca. Tuttavia, nel 2019, Trump e Zelensky si sono incontrati a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Questo incontro avvenne durante un periodo di controversie politiche, in particolare legate alla telefonata del luglio 2019 tra i due leader, che è stata oggetto dell’inchiesta di impeachment contro Trump. La telefonata riguardava una richiesta di Trump a Zelensky di indagare su Joe Biden e suo figlio Hunter Biden, in cambio di un sostegno militare. Questa vicenda è stata una questione centrale nel primo processo di impeachment di Trump. Come mai, ci si chiede, questo conflitto tra la Russia e L’Ucraina. Dopo il crollo dell’Unione sovietica, l’Ucraina diventò una repubblica indipendente, ma restarono tra Mosca e Kiev dissapori e scontri a fuoco con una scia di morti ucraini nazionalisti e russofoni, il cui sogno era di tornare sotto il governo della cosiddetta «Madre Russia».

Lo scontro armato tra i due belligeranti portò, ovviamente, a delle trattative. Gli incontri di Minsk 1 e Minsk 2 sono stati tentativi diplomatici per porre fine al conflitto sull’Ucraina orientale, iniziato nel 2014 tra le forze governative ucraine e i separatisti sostenuti da Mosca nelle regioni del Donetsk e Luhansk. Al dunque, sia Minsk 1 sia Minsk2 non ebbero come esito a una pace duratura. Nonostante una riduzione temporaneo della violenza, il conflitto nel Donbass è proseguito con fasi di intensificazione. La mancata implementazione completa di questi accordi ha continuato a rappresentare un ostacolo alla risoluzione del conflitto, e il problema è rimasto aperto fino all’escalation del 2022, con l’invasione su larga scala da parte della Russia di Vladimir Putin. Il quale Putin ha sbagliato i suoi conti, aveva calcolato che gli ucraini avrebbero deposto le armi e l’Ucraina sarebbe diventata terra di ri -conquista.

Aspettando Londra, sperando Iddio che l’Europa recuperi l’autorevolezza e l’autorità da tempo perdute, per trattare con Putin o a ridurre Trump e Zelensky a più miti consigli.

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