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Se la logica binaria del «pro o contro» uccide il senso dell’umano

 
Alessandra Peluso

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Alessandra Peluso

Se la logica binaria del «pro o contro» uccide il senso dell’umano

In un’estate dal sapore di «assurdo», dall’emanazione di provvedimenti fondati su un irragionevole nulla, qualcuno di buon senso si chiederà: «Dove stiamo andando?». L’importante è andare, sì, ma senza meta non c’è buon vento che guidi, né porto che il viaggiatore riesca a raggiungere

Domenica 28 Luglio 2024, 13:16

In un’estate dal sapore di «assurdo», dall’emanazione di provvedimenti fondati su un irragionevole nulla, qualcuno di buon senso si chiederà: «Dove stiamo andando?». L’importante è andare, sì, ma senza meta non c’è buon vento che guidi, né porto che il viaggiatore riesca a raggiungere.

Limitandoci a un autentico pensiero critico è fondamentale soffermarsi nello specifico sulla questione «sessualità» tra gli adolescenti e la loro modalità di comunicazione nello spazio virtuale dei social. Addentrarsi risulta complicato. Ci proviamo. Sembra che la fascia adolescenziale conduca linguaggi e metodologie errate di comunicazione, sui quali è necessario vigilare e correggere. «Giocare» a insultarsi sulla propria sessualità e assurgere a «dŏminī» o «dominae», detentori o detentrici di verità, è ciò che accade: verità per lo più sconosciute anche a loro stessi. Emulatori di una dialettica discriminatoria tipica degli adulti, di alcuni talk show, di tv, dei social, dove si veicolano messaggi distorti che possono provocare una discriminazione al contrario. Spesso è subdolo, ma i ragazzi e le ragazze assorbono. Raccolgono rabbia, frustrazione e le diffondono. Mi è stato raccontato che nelle messaggistiche sia private che pubbliche seguono insulti rivolti a ragazzi (per lo più) che si dichiarano eterosessuali e ricevono discriminazione violenta, perché dicono: occorre appartenere necessariamente a determinate categorie, quali transgender, fluid, o LGBTQ+ per detenere qualificazioni. Per alcuni appare derisorio essere eterosessuali o perfino dimostrare di essere colti, di amare leggere, o di manifestare buon senso. Sembra che trasgredire significhi non appartenere al gruppo, non essere conforme o non appartenere a classificazioni di sorta, provocando in determinati casi isolamento. Sicché gli adulti, studiosi, intellettuali, operatori di cultura, insegnanti, genitori, sono chiamati a trasmettere e ad applicare ciò che è già scritto nella Costituzione, nelle varie Dichiarazioni: rispetto per le persone che godono tutti di uguali diritti e rispetto per la vita a qualsiasi genere appartenga. Si comunichino valori, non odio, violenze, e soprattutto si insegni a parlare in modo corretto, e non basta un segno grafico capovolto per rispettarsi. Si insegni l’amore, a voler bene, evitando che nessun singolo individuo possa percepire discriminazione.

In Italia diventa ogni difesa di un diritto contraddittorio e paradossale, perché si è abituati a una binaria e misera fede calcistica: se sei a favore di uno, necessariamente devi essere contrario all’altro. E dunque, devono essere difesi, tutelati gli omosessuali, al pari degli eterosessuali. Gli esempi oltre questo sono numerosi, evito di menzionarli per non creare ulteriori confusioni o paragoni che potrebbero apparire semplicistici. In sostanza, non si deve escludere, ma includere, nel rispetto di tutti: di ogni persona. Si rispetta un essere umano per ciò che è: persona e non per il genere sessuale che desidera esprimere in virtù del quale ciascuno è libero (se opportuno) di palesare non avendo il timore di essere maltrattato o isolato. Stiamo facendo perdere il senso dell’umano ai ragazzi, la bellezza della loro età seppur critica, l’autenticità. L’uso distorto dei social ha intaccato il senso puro della sessualità nonché corrotto la bellezza dell’intimità, del pudore.

Educare al «pudore» e a non inficiare la vita dei nostri adolescenti è un imperativo, una responsabilità che l’adulto deve assumersi. L’urgenza dell’equilibrio, dell’aurea mediocritas, di un linguaggio che non sia indicativo di odio, di discriminazione, ma di accoglienza, inclusivo per facilitare le relazioni amicali, affettive reali e non virtuali. Gli adolescenti hanno bisogno di vivere la realtà senza lasciarsi travolgere da un comportamento mediatico distorto. Affrontare il percorso della vita con serenità è un loro compito. Attraversano purtroppo un’epoca fondata su algoritmi, utilità, categorie. L’umano non è questo, - ricordiamocelo, - è nato parola che si è fatto carne, ovvero è corpo e anima, è materia, impulso, ragione. Siamo emozioni da imparare a gestire. Evitiamo di usare l’altro come sfogatoio. È fondamentale comunicare equilibrio, garbatezza, senso del pudore. E soprattutto gli adulti educhino alle relazioni reali che nascono e si coltivano nella dimensione vitale, nel proprio percorso esperienziale, la concretezza della società alla quale ogni cittadino appartiene.

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