Fare una passeggiata al primo caldo di maggio e aver la possibilità di effettuare una visita medica di controllo, gratuita, senza sintomo alcuno, ma soprattutto senza alcuna fila da fare in una grande metropoli, sembra fantascienza.
Eppure, da diversi giorni nelle piazze della Capitale è una realtà.
In occasione degli annuali Internazionali di Tennis, la principale Azienda Sanitaria Locale ha nuovamente organizzato varie tappe di prevenzione durante tutto il periodo della notissima kermesse sportiva a sostegno di quello che è innegabilmente un inscindibile binomio: lo sport e la salute.
Un progetto che per le molteplici finalità presentate, meriterebbe una maggiore metabolizzazione da parte dell’intera popolazione nazionale e non soltanto da chi, per avventura si trova nella Città Eterna o, da residente, riesce a ritagliarsi uno spazio tra gli impegni.
Se il pretesto che avvicina al progetto è lo sport – magari nella declinazione di quest’anno con l’allestimento di un vero e proprio campo da tennis nella centralissima Piazza del Popolo, a disposizione di chiunque voglia cimentarsi o assistere a scambi tra cultori della terra rossa – le finalità sono certo ben più profonde.
A contorno della genetica finalità di offrire percorsi clinici gratuiti di prevenzione diretta alla riduzione dell’incidenza delle malattie e del connesso rischio di mortalità, altre se ne rinvengono.
La prevenzione favorisce il mantenimento del benessere e della qualità di vita della popolazione contribuendo, al contempo, ad una drastica riduzione dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale.
La formula ormai ampiamente familiare del «prevenire è meglio che curare» acquista un significato ed un valore non più trascurabile.
Capacitarsi che il monitoraggio del nostro corpo è cosa da praticare con convinzione, ha degli aspetti che solitamente sottovalutiamo, persuasi che in caso di bisogno, una qualunque struttura sanitaria è capace di provvedere alle nostre necessità contingenti, tenuta com’è per legge, a prestarci assistenza.
Quello alla salute è, per noi, un diritto addirittura costituzionalmente tutelato e in un ordinamento quale il nostro, in modo assolutamente gratuito.
Anche se ciò, a volte, è sottovalutato.
E questa sottovalutazione, con troppa facilità e ripetitività fin troppo presenti, è figlia di fenomeni che scaturiscono proprio dalla mancata prevenzione che porta a spiacevoli episodi che vanno dalle estenuanti soste nei pronto soccorso, ormai al limite della resistenza umana, ad attese nelle barelle nei corridoi ospedalieri, fino ad arrivare all’apprendimento di diagnosi nefaste che nessuno vorrebbe mai sentire.
Per questo, la sensibilizzazione che l’organizzazione sta portando avanti dal 2011, è diretta a sottolineare l’importanza della prevenzione che ci insegna che una diagnosi precoce, magari anche in assenza di sintomi, unita ad un corretto stile di vita – comprensiva di ritmi e di alimentazione – è più che mai fondamentale, per noi e per il nostro sistema sanitario.
Portare questo al collasso per la convinzione che in caso di bisogno sicuramente c’è, non è più una visione che paga.
E non ci paga come singoli, ma neppure come collettività.
Le strutture sanitarie, come le risorse umane e quelle materiali non sono infinite, né illimitate ed allora, proprio come fruitori dobbiamo cominciare a capire l’importanza della prevenzione che, allontanandoci da uno stile di vita non ottimale, contribuisce a dare valore ad aspetti educativi e sociali, oltre che di difesa delle nostre risorse pubbliche destinate alla sanità affinché ce ne siano sempre a favore di tutti e non soltanto di pochi fortunati.